Francesco Pannofino dopo 30 anni da Forrest Gump: “mi dissero che non ero la migliore opzione”

La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2024 ha reso omaggio alla celebre pellicola di Robert Zemeckis con una proiezione evento alla presenza di Francesco Pannofino, voce di Tom Hanks nell’edizione italiana.

Tra i tanti film a festeggiare il compleanno nel 2024 non si può non ricordare Forrest Gump di Robert Zemeckis, un successo planetario che segnò uno dei più alti record d’incasso della stagione di tutti i tempi. Correva infatti il 1994 quando la pellicola firmata dal cineasta americano, liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Winston Groom del 1986, approdava sugli schermi di tutto il mondo, compresi quelle nostrane. Quest’anno di candeline dunque ne spegnerà trenta ed è proprio in occasione del trentennale dall’uscita che la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha voluto rendergli omaggio con una proiezione evento, andata in scena lo scorso 19 giugno, nel corso della 60esima edizione della kermesse marchigiana.

Francesco Pannofino sul doppiaggio di Forest Gump: “Quando mi hanno scelto mi dissero che non ero risultato la migliore opzione, bensì quella che si era avvicinata di più alle esigenze e alle caratteristiche vocali richieste

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Il pubblico ricorderà il film anche per alcune battute indimenticabili come “La vita è come una scatola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita!” o “Stupido è chi lo stupido fa“, rese indelebili nella memoria anche grazie all’inconfondibile voce italiana di Francesco Pannofino, celebre doppiatore di molte pellicole che hanno fatto la storia del cinema e che è salito sul palco dell’arena a cielo aperto di Piazza del Popolo di Pesaro per presentare il film con il direttore del festival Pedro Armocida, raccontando quella che è stata la sua esperienza nei panni di Forrest: “All’epoca avevo 35 anni e facevo l’attore e il doppiatore già da molto tempo. In quella stagione, ossia nel 1994, vinsi due importanti provini: il primo era il live action dei Flintstones, in cui prestavo la voce a John Goodman che interpretava Fred, mentre il secondo era proprio Forrest Gump, il cui protagonista era stato affidato a Tom Hanks che fino a quel momento veniva doppiato da Roberto Chevalier. Per quel personaggio però serviva un modo di parlare particolare e la sua voce non era adatta. Hanks infatti nella versione originale imitava l’accento del Sud dell’America, quello dell’Alabama che è molto forte e tendente al brasiliano. Nella versione italiana non si poteva adottare lo stesso principio, regionalizzando la parlata attraverso un dialetto, motivo per cui la sceltaricadde su di me che dovetti affrontare ben tre provini. Ma quando mi hanno scelto mi dissero che non ero risultato la migliore opzione, bensì quella che si era avvicinata di più alle esigenze e alle caratteristiche vocali richieste“.

Francesco Pannofino sui tempi di lavorazione: “C’è voluto un mese intero per finire tutto il doppiaggio. È stato un lavoro bellissimo, ma anche molto faticoso”

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L’attore romano si è poi soffermato sulla lunga lavorazione e sulla parte tecnica legata al doppiaggio del film: “Non è stato facile e ricordo che c’è voluto tutto il mese di luglio per finire tutto il doppiaggio. Prima abbiamo registrato la voce narrante e poi abbiamo doppiato tutte le scene in presa diretta. È stato un lavoro bellissimo, ma anche molto faticoso. Probabilmente se avessi avuto la preparazione e l’esperienza di adesso l’avrei affrontato con più consapevolezza e tranquillità. Ciononostante ricordo quella lavorazione con piacere e anche un pizzico di nostalgia”.

Forrest Gump ha lasciato un segno indelebile nella storia della Settima Arte anche per le sperimentazioni all’avanguardia in CGI

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Opera cult – che vanta tredici candidature e sei Oscar® tra cui miglior film e regia, sceneggiatura a Eric Roth e miglior protagonista maschile a Tom Hanks  ha influenzato l’immaginario collettivo. Inizia tutto su quell’iconica panchina, alla fermata dell’autobus, dove un candido narratore intrattiene ignari vicini raccontando piccoli e grandi eventi vissuti nella sua giovane vita. Nelle sue parole scorrono trent’anni di Storia americana attraverso incontri e avvenimenti cruciali di cui è stato inconsapevole testimone. Forrest Gump incanta gli interlocutori parlando di Elvis Presley e John Lennon, della guerra in Vietnam e dello scandalo Watergate, di segregazione razziale, oltre alle svariate visite alla Casa Bianca con i presidenti Kennedy, Johnson e Nixon. Forrest Gump, interpretato da un giovane Tom Hanks, resterà nella storia del cinema per il suo peculiare approccio al sogno americano. Ma Forrest Gump ha lasciato un segno indelebile nella storia della Settima Arte anche per le sperimentazioni all’avanguardia in CGI di Zemeckis, che ai tempi fecero scalpore: in particolare le sequenze in cui il personaggio di Forrest è inserito in filmati di repertorio, arrivando anche a stringere la mano a John Fitzgerald Kennedy dicendogli “Devo fare pipì“, o l’’intervista accanto a John Lennon durante la quale gli suggerisce uno spunto per il brano Imagine.

Francesco Pannofino sul suo doppiaggio in Forrest Gump: “Mi comunicarono che Zemeckis in persona aveva gradito il mio lavoro. E questo fu per me motivo di grande soddisfazione

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Pannofino all’epoca aveva avuto la possibilità di vederlo in anteprima proprio in previsione del doppiaggio e al pubblico presente ha confidato le sue prime impressioni: “Lì per lì non lo sai come andrà, ma quando arriva un film americano diretto da Robert Zemeckis, interpretato da Tom Hanks, con un personaggio così forte come quello di Forrest, è difficile che non sia un successo. Ancora adesso la ritengo una pellicola grandiosa. Il fatto di prendere parte a un progetto di quella portata in tal senso ti responsabilizza e carica tantissimo, perché sai che da lì a poco uscirà nelle sale e tantissimi spettatori italiani andranno a vederlo e ascolteranno la tua voce. All’epoca alcuni critici non apprezzarono il doppiaggio italiano di quel film, ma del resto non si può piacere a tutti. Al contrario mi comunicarono che Zemeckis in persona, che aveva voluto ascoltare i vari doppiaggi fatti nelle altre parti del mondo, aveva gradito il mio lavoro. E questo fu per me motivo di grande soddisfazione.

Francesco Pannofino sulla delegata di produzione di Zemeckis: “L’intera lavorazione venne seguita, oltre che dal direttore di doppiaggio, anche da una delegata della produzione, alla quale vennero affidate tutte le edizioni europee”

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L’intera lavorazione venne seguita, oltre allora direttore di doppiaggio, il compianto Manlio De Angelis, anche da una delegata della produzione, alla quale vennero affidate tutte le edizioni delle versione europee. Dunque c’è stata moltissima attenzione e cura per il dettaglio. Il ché da una parte ti rassicurava e dall’altra ti metteva un po’ in soggezione e sotto pressione. La cosa importante è però che alla fine le emozioni sono state restituite: quando si doveva ridere si rideva, quando ci si doveva commuovere ci si commuoveva. Poi gli incassi ci hanno dato ragione e questo è ciò che contava di più”.