Francesca Romana De Martini su Phobia: “Maria è un personaggio scomodo”
L'attrice interpreta uno dei personaggi principali di Phobia, opera prima di Antonio Abbate
Il cinema, la televisione e il teatro, l’analisi del personaggio, il lavoro con il regista e le ambizioni future di chi vanta già una ricca carriera alle spalle; la co-protagonista del thriller diretto da Antonio Abbate, Phobia, Francesca Romano De Martini, ha gentilmente risposto ad alcune delle nostre domande, in un’intervista durante la quale ci siamo inizialmente soffermati sulla contagiosa passione che la lega all’interpretariato fin da quando era bambina e sul personaggio messo in scena nel film di Abbate: Maria, madre della protagonista caratterizzata da un’indole all’apparenza fredda e scostante, ma in realtà estremamente più profonda, soffocata dalla complessità dei rapporti familiari e dai segreti del passato.
Dopo essersi laureata, nel 1989, presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, dove oggi insegna recitazione, l’attrice debutta prima al teatro, sotto la guida di Roberto Guicciardini, e approda poi sia sul grande che sul piccolo schermo, dove colleziona ruoli importanti per diverse fiction e lavora ad alcune produzioni internazionali (Riviera, I Medici, Lamborghini, Il colibrì). La carriera dell’interprete oggi, a circa 40 anni dal suo avvio, non sembra minimamente aver intenzione di arrestarsi; dopo l’uscita di Phobia potremo infatti riapprezzare De Martini in Lea 2 – I nostri Figli, programma in catalogo a novembre su RaiUno, in cui ella interpreta la madre di Pietro (Primo Reggiani), Francesca Verna e, più avanti, avremo la possibilità vederla nei panni di Vittoria, all’interno della serie televisiva italo-britannica, La Signora Volpe 2.
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Lei vanta una longeva carriera ma, se le dovessi chiedere com’è nata la sua passione per la recitazione, che cosa mi risponderebbe?
“Da bambina, inconsapevolmente, ricordo che con mio fratello mettevamo in scena piccoli sketch e poi obbligai i compagni delle elementari a mettere in scena i promessi sposi nel mio salotto; la maestra all’epoca ci leggeva una versione ridotta del romanzo di Manzoni e per me era importante viverla quella storia. Poi ricordo una recita di beneficenza fatta nella parrocchia del mio quartiere, facevo uno sketch e cantavo da solista, accadde tutto quando avevo circa 8 anni. Poi dimenticai tutto e la passione si ripresentò quando ero al liceo, però ricordo che pensai che non sarebbe bastata la passione, sapevo che sarebbe stata una strada difficile e che avevo bisogno di sapere se avevo le qualità per intraprenderla così, finito il liceo, mi iscrissi contemporaneamente a una scuola di teatro e a biologia, arrivata a Natale abbandonai biologia e l’anno dopo entrai all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica”.
Parlando invece di Phobia e soffermandoci, in particolare, sul personaggio di Maria, come si è trovata nei suoi panni? Quanto crede che la sua indole sia condizionata dai rapporti con il resto della famiglia?
“Maria è un personaggio scomodo, per chi guarda il film e per chi lo interpreta; è una donna che non si preoccupa di piacere o di essere benvoluta, lei vuole tenere insieme la famiglia e riuscire a tirare avanti. Vive una realtà dura da molti anni, con un marito in condizioni precarie e con, accanto a sé, solamente il figlio Antonio che ha un carattere rozzo e, in qualche modo, si è messo a capo della famiglia. L’idea che mi sono fatta è che Maria affronta la vita un passo alla volta, non fa programmi, ogni giorno deve fronteggiare quello che le si palesa davanti; certamente la sua indole è condizionata dal resto della famiglia e molto dal rapporto con Antonio: deve comunque tenergli testa, deve contenerlo, così come probabilmente avrà contenuto in passato Chiara. Ora che lei è tornata deve riprendere in mano le sue briglie, ma non sarà facile”.
Lei, da madre, come giudicherebbe i comportamenti di Maria?
“Io, da madre, mi sono messa dalla parte di Maria. Con Antonio Abbate abbiamo deciso che Maria dovesse amare Chiara ed il resto della famiglia, ma purtroppo le difficoltà che ha vissuto e che vive l’hanno prosciugata, per questo è secca nei modi e va sempre al cuore della situazione, pensando sempre a come uscirne, a come risolvere nella pratica. Sa che non può lasciarsi andare né al dolore né ai suoi sentimenti, altrimenti non riuscirà a portare la famiglia fuori dalle difficoltà. Penso che lo spettatore alla fine del film capisca Maria: si sente la sua umanità trasparire, si vede il suo dolore nei suoi occhi e sono molto contenta che questo accada perché è quello che ho cercato di portare sullo schermo”.
Francesca Romana De Martini: il lavoro con il regista e i progetti futuri
Soffermatasi su di sé e sul personaggio da lei interpretato nel primo lungometraggio firmato Antonio Abbate, Francesca Romana De Martini si è poi soffermata proprio sul lavoro svolto con il regista, prima di rispondere alle ultime domande riguardo ai suoi progetti futuri.
Come si è trovata a lavorare per il giovanissimo Antonio Abbate? Che cosa, di lui, l’ha colpita maggiormente?
“Di Antonio, che ha 26 anni, mi hanno colpito la sua maturità artistica, la sua precisione, la sua chiarezza, da subito sin dal provino, e poi, sul set, ha superato le mie aspettative. Il nostro era un piccolo set perché il film è stato girato con un budget davvero bassissimo, quindi ci voleva una grande capacità di allestire e girare le scene in modo rapido ed efficace e Antonio aveva sempre le idee molto chiare, anche sulla direzione degli attori. Il risultato è infatti evidente: rispetto a molte opere prime, questo film è solido nella struttura e, allo stesso tempo, c’è una componente autoriale che traspare, uno sguardo, un punto di vista, che è la componente base per un regista. Spero che gli venga presto data una nuova opportunità perché c’è del talento in lui”.
A novembre uscirà su RaiUno Lea 2 – I nostri Figli, serie in cui lei interpreta Francesca Verna, mentre nella serie italo britannica La Signora Volpe 2 vestirà i panni di Vittoria; ci parli un po’ di questi 2 progetti.
“Lea 2 – I nostri figli è una bella serie, con Anna Valle protagonista e un bel gruppo di attrici, tra cui Daniela Morozzi, Manuela Ventura, Rausy Giangarè. Il personaggio che io interpreto mi è piaciuto moltissimo perché esce dai cliché, è una donna che riesce a liberarsi di alcune catene che la vorrebbero ancorata a un cliché e sceglie una strada di libertà, sceglie di seguire il suo cuore. Non posso dirvi di più per ora, spero che il pubblico la apprezzerà; la serie andrà in onda da metà novembre su Rai 1. Ora invece sono sul set de La Signora Volpe 2, una serie britannica tutta ambientata in Italia, che andrà in onda su Sky dopo l’uscita in Gran Bretagna, su Acorntv. Da qualche anno lavoro a livello internazionale, soprattutto in Inghilterra; ho girato anche una bellissima serie al femminile per la BBC1, circondata da attori straordinari, che si chiama The Split. Vittoria della Signora Volpe è, come Maria, una donna fiaccata dalle difficoltà della vita ma, a differenza di Maria, è una donna che reagisce e che ha un sogno da realizzare, quindi più positiva; nella serie avrà un bell’arco narrativo”.
Ha qualcos’altro già in serbo per il futuro? Che cosa si aspetta dal domani?
Per ora non ho niente di sicuro per il futuro, la nostra professione è così, ma guardo al domani con positività. Mi piacerebbe ritornare a lavorare in teatro.
C’è un regista con cui non ha mai lavorato mai con cui sogna di poter collaborare?
C’è una lista lunghissima! Il primo nome che mi viene in mente è Matteo Garrone, adoro il suo cinema, poi Bellocchio, Virzì, Comencini….ma la lista è lunghissima.
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