Frozen 2: i registi e i doppiatori svelano i segreti di Arendelle e… di Frozen 3?
I registi premio Oscar Jennifer Lee e Chris Buck presentano Frozen 2 - Il segreto di Arendelle insieme ai doppiatori italiani e a Giuliano Sangiorgi.
Era il 2013 quando il fenomeno Frozen invadeva l’intero mondo. Film, canzoni, gadget, una Frozen-mania che è perpetrata negli anni e che ha portato ora, nel 2019, alla seconda avventura delle sorelle Anna e Elsa. I registi premi Oscar Jennifer Lee e Chris Buck tornano a distanza di sei anni nei territori gelidi e misteriosi di Arendelle per approfondire ancora di più i caratteri e la crescita di due dei nuovi personaggi cardine dell’universo Disney, interrogandosi sull’amore famigliare e i poteri della natura. Frozen II – Il segreto di Arendelle è il sequel che vede tornare anche Serena Rossi e Enrico Brignano a dare la loro voce ai personaggi di Anna e del pupazzo di neve che ama “i caldi abbracci” Olaf e che vede il Giuliano Sangiorgi dei Negramaro cantare la nuova hit del film.
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle: ecco cosa hanno raccontato i registi e i doppiatori italiani
Dopo sei anni si torna a salutare i personaggi di Anna e Elsa. Cosa vi ha spinto alla realizzazione di Frozen II?
Jennifer Lee: “Siamo tornati da queste protagoniste perché ne eravamo affascinati e sapevamo che c’era molto altro da dire su di loro. Da dove vengono i poteri magici di Elsa? Fino a dove possono spingerla? Questo ci ha portato a costruire una nuova storia, pur rimanendo fedeli ai personaggi. Ci siamo interrogati sul loro futuro. Ci avevano già stupito, quindi sapevamo che ci avrebbero potuto portare ovunque, sono state proprio loro a suggerire cosa sarebbe successo in questo sequel. In più, abbiamo cercato di rimanere uniti come creatori e di lavorare sempre all’unisono.”
Chris Buck: “È come se con Frozen II ci fossimo approcciati al secondo atto di un musical di Broadway. Il primo atto serviva a costruire i personaggi, il secondo ad entrare nelle loro profondità, facendolo con le canzoni e grande divertimento. È stato insieme una sfida e un piacere portare avanti la trama di queste due sorelle e esplorarne ancora di più le personalità.”
I costumi rimangono una delle caratteristiche visive principali dei film di Frozen. Come avete lavorato ai nuovi outfit delle protagoniste?
J.L.: “Abbiamo un costumista incredibile e degli assistenti di grandissimo talento. Sia Elsa che Anna hanno quattro cambi ciascuna, ma ne avevamo cinquanta, anche cento di abiti tra cui poter scegliere e trovare quelli giusti. Usare i costumi è anche un modo per fare vedere come sono maturare queste donne.”
Jennifer, dopo le dichiarazioni su John Lasseter e il suo aver lasciato il ruolo nella Disney/Pixar, sei diventata nuovo direttore creativo insieme a Pete Docter. Come ti stai approcciando a questa nuova esperienza e che consigli vi ha dato Lasseter prima di andare via?
“Una cosa che John ha fatto, oltre ad avermi accompagnata in questi anni, è stato aver messo su un team fantastico, il che ha reso la fase di transazione più semplice, visto che potevamo aiutarci a vicenda e parlare apertamente del percorso migliore da continuare. Prima di andare via John ha parlato del futuro e ci ha permesso di porgli tantissime domande. La fortuna è che in tanti cooperano da anni in questo settore, questo ci ha portato a stringerci e a contare l’uno sull’altro.”
È incredibile come i personaggi di Anna e Elsa siano due protagoniste capitate in un momento di grande transizione per il mondo intero. Cosa pensate del fatto che l’animazione sembra essere sempre un passo avanti rispetto a ciò che accade ogni giorno?
J.L.: “Mi piace il fatto che l’animazione abbia la capacità di trasportare in un mondo diverso dal solito e poter però far ritornare alla realtà ogni volta che vuole. Come per quanto riguarda il fatto che non bisogna più soltanto guardare all’amore romantico come salvezza. È stato proprio Chris a dare l’idea di questo affetto tra sorelle e a renderlo centrale nel film animato. La cosa importante è saper prenderci le nostre responsabilità e occuparsi di quelle. Anna e Elsa non fanno balli, perché hanno dei doveri e questo i ragazzi possono coglierlo guardando Frozen. Ognuno ha le proprie scelte da dover prendere, questi personaggi lo sanno e se ne assumono le responsabilità, ed è questo che ci ha spinto a donare loro un sequel. In più mi piace affrontare la complessità dei caratteri, parlare anche dei difetti, concentrandomi sui cambiamenti che una persona può vivere, tra amore e paura.”
C.B.: “Bisogna ascoltare ciò che avviene al di fuori e noi cerchiamo poi di immetterlo un po’ nei nostri lavori. Sono i problemi con cui ci confrontiamo noi e nostri figli. Prendiamo seriamente questa responsabilità e comprendiamo il potere che ha questo mezzo di comunicazione e i personaggi che ne fanno parte, che parlano al pubblico, ma soprattutto ai giovanissimi, che guarderanno questi film non una, non due, ma un copioso numero di volte.”
Pensate che i personaggi maschili in questi due film animati abbiano dei caratteri deboli?
C.B.: “No, la realtà dei fatti è che ogni volta che nel cartone ci allontaniamo da Elsa e Anna, ci allontaniamo dalla storia principale. Ma Kristoff rimane sempre un personaggio fondamentale ed ha anche una canzone da solista nel secondo film, cosa che non accadeva nel primo Frozen.”
J.L.: “In un film non si può inserire tutto. Abbiamo già due sorelle, quindi è ovvio che per gli altri rimane poi meno spazio. Ma in entrambi i film ci sono personaggi maschili che, a loro modo, si dimostrano degli eroi. Non hanno paura di aiutare le due donne, il che è abbastanza sorprendente. Kristoff, poi, è un uomo delle montagne, eppure ha il coraggio di confrontarsi con i propri sentimenti.”
Cosa significa per voi, Serena Rossi e Enrico Brignano, tornare a doppiare due personaggi che nel tempo sono diventati i preferiti di tanti giovani appassionati?
Serena Rossi: “Ho trovato Frozen II – Il segreto di Arendelle una storia potente. Io, da donna, sono felice di partecipare, anche in piccola parte, a una storia di paura, di forza, di amore tra due donne. Credo fortemente che l’amore per noi stessi e quello che ci viene dato dagli altri ci aiuta a sconfiggere ogni timore e dubbio, mentre ci interroghiamo anche sul passato, che è poi ciò che ci permette di andare avanti. Lavorando nuovamente a Frozen mi è venuta voglia di fare un altro figlio, di chiamare ogni giorno mia sorella… Sono stata spinta da grandi emozioni e ho pianto tantissimo in sala di doppiaggio, perché davvero l’amore può salvarci.”
Enrico Brignano: “Nel passato avevo già avuto una sola esperienza con il doppiaggio, nel 2008 ho avuto una piccola parte in Asterix alle Olimpiadi, si trattava giusto di quattro turni in sala. Lo dico per far capire quanto è stato poi diverso l’approccio con l’universo Disney. Quando cercavano un talent per questo buffo pupazzo di neve, ero molto scettico perché c’erano diverse canzoni, e i provini sarebbero stati poi mandati in America perché i registi dovevano vedere se le voci scelte si abbinavano ai personaggi. Nel frattempo, mentre aspettavo di sapere se avevo passato o no il provino, è nata mia figlia Martina. Quindi, quando ho vinto, non potevo immaginare quanto avrebbe influito il lato emotivo, perché in quel momento mi rapportavo al doppiaggio come papà di una bambina piccola. Ora che è più grande cerca su Google “Brignano Olaf” e si mette a guardarmi mentre canto. Quindi, dopo sei anni, il pensiero di poter ridare voce a questo pupazzo di neve mi ha devastato. Se qualche regista americano mi avesse chiamato per essere il protagonista di un film hollywoodiano da girare a Los Angeles mi sarei emozionato di meno rispetto al sapere di doppiare nuovamente restando a Roma. In più, dopo aver visto il film in originale per la prima volta, tutti noi siamo rimasti in silenzio per qualche momento tanto eravamo basiti dalla bellezza di questo nuovo cartone animato, che parla sia ai bambini, ma tocca anche le nostre corde. Un film che parla di chi siamo e da dove veniamo. Mi emoziona sapere di poter vedere questo film d’animazione con mia figlia.”
Giuliano Sangiorgi, questa volta tocca a te avere il piacere di interpretare la canzone simbolo del film. Come ci si sente?
“Credo di aver accettato questa avventura per due motivi: uno è l’amore e l’altro è la vendetta. Per amore perché anche io ho avuto una figlia da poco, che quest’anno ha compiuto un anno. E la vendetta perché, nelle lunghe trasferte con mia nipote, si ascoltava solamente la colonna sonora di Frozen e ora sarà costretta, lei come tutti, ad ascoltarmi ovunque. In ogni caso anche gli attori sono stati bravissimi e hanno una grande tecnica canora, io tra tutti sembro il meno bravo a cantare.”
Chris, hai parlato di questo nuovo film come un secondo atto, questo significa che ci sarà un Frozen III? Dove, magari, si andrà esplorando anche il lato amoroso di Elsa, che si vociferava dovesse essere presentato già in questo secondo capitolo…
C.B.: “Ce lo chiedono tutti. La verità è che abbiamo finito con Frozen II solamente qualche settimana fa e affrontare lavori come questo è quasi come prendere parte al triathlon. Al momento siamo felici di andare in vacanza e riposarci. Quando fu per Frozen ci volle un anno prima che ci mettessimo a lavoro sul sequel. C’è bisogno di innamorarsi nuovamente dei personaggi. Quindi direi che questa domanda è da posticipare al prossimo anno.”
J.L.: “Prima di affrontare il suo lato amoroso dovevamo conoscere ancora di più Elsa. Siamo convinti che dopo Frozen non sarebbe stata pronta a nessun rapporto e di nessun tipo. Sta cercando di gestire il suo enorme potere e non le potevamo chiedere di più. Per il sequel? Chris ci pensa già più di me perché il suo è un “forse”. Frozen è stato un viaggio bellissimo, ma al momento non riesco ad immaginare una scena che vada oltre gli ultimi minuti di questo film.”