Fulci Talks: intervista ai registi del film su Lucio Fulci, “Non esiste uno spirito libero come lui”
Lo Scrittoio ha tenuto la round table di Fulci Talks – Conversazione uncut con Lucio Fulci, il documentario ritratto di Antonietta De Lillo e Marcello Garofalo.
È stato presentato in anteprima al Noir in Festival 2021 l’ultima fatica di Antonietta De Lillo e Marcello Garofalo, Fulci Talks – Conversazione uncut con Lucio Fulci. Un documentario che dà vita a un’intervista vecchia di trent’anni, in cui il famoso regista si mette a nudo. De Lillo realizza un ritratto inedito del “terrorista del genere”, dell’artigiano dei B Movie e, soprattutto, di un raffinato e intelligente regista. Nella stessa giornata si è tenuta la round table organizzata da Lo Scrittoio, e a cui hanno partecipato, oltre alla regista, Antonella Fulci e Fabio Frizzi, compositore e grande collaboratore di Fulci.
La parola ad Antonella Fulci, figlia del famoso regista
La round table prende il via con le parole di Antonella Fulci, che ci ha tenuto a sottolineare come finalmente abbia parlato lui. “Di omaggi ne sono stati fatti molti, ma per forza di cose (gli autori) dovevano cristallizzare quei momenti: aneddoti, frasi e cose. Con un personaggio come mio padre era inutile, diciamo. Perché era tutto una serie di cose. Durante una giornata qualsiasi partiva uno show che non ti aspettavi. Non potevi condensarlo in un attimo, oppure solo raccontarlo. Tutt’oggi non ho trovato uno spirito libero come lui”. Con queste parole Fulci tende a sottolineare come, documentari e prodotti, abbiano dato la loro definizione del regista, attraverso il solo materiale d’archivio. Oggi, invece, tutto questo è stato ribaltato, perché in Fulci Talks è Lucio Fulci stesso a prendere la parola, a raccontarsi e a raccontare il suo cinema e il suo mondo. Sono le sue stesse parole a dare forma prima alla storia del documentario, e infine a sé stesso.
Fulci Talks: il riuso come concetto di diverso, nuovo e meraviglioso
Fulci Talks di Antonietta De Lillo si avvale di una vecchia intervista, e per questo potrebbe rientrare nella categoria del riuso. Cinzia Masòtina, moderatrice dell’evento per Lo Scrittoio, definisce il riuso come un concetto meraviglioso, un mezzo per dare nuova vita e senso a un vecchio materiale. A tal proposito lascia la parola ad Antonietta De Lillo, che ci parla del film quanto di Fulci. Queste le sue parole: “Dietro un regista ufficiale ci sta sempre un regista occulto, e in questo caso è Marcello Garofalo. Ma non lo è oggi, lo è trent’anni fa. È lui che, secondo me, ha avuto questa idea bizzarra e particolare. Fulci Talks nasce da “una conversazione molto particolare, dove Lucio Fulci non solo ha srotolato quanto fosse uno spettatore raffinato, ma quanto fosse un regista raffinato”. La regista “rispolvera” quel materiale per riportare una storia, il ritratto di un uomo, prima che un regista.
Inoltre, alla domanda per cui all’intervista è stato affrancato del materiale d’archivio, De Lillo risponde: “Se Lucio (Fulci) era un terrorista del genere, io sono una terrorista dei ritratti. Nel senso che sono una persona estrema. I ritratti, per me, sono un modo per credere che il cinema sia un corpo con una grande orchestra, dove a volte parlano le immagini, a volte le parole e in altre ci sono gli assoli. Io vado controcorrente. Tutto quello che vedrete ha un anno e mezzo di lavorazione, di montaggio e post-produzione. Quello che sembra del materiale messo lì e attaccato è un materiale scelto pezzetto per pezzetto, messo insieme in modo tale che ci sia una presentazione, uno svolgimento, dei colpi di scena e le situazioni emotive. Un film assolutamente pensato e poi composto con effetti speciali”.
Lucio Fulci secondo Marcello Garofalo
Il famoso critico e regista Marcello Garofalo svela che il suo primo incontro con Fulci è stato per la prima volta nel 1993, all’Istituto Francese Grenoble di Napoli. Incuriosito dal suo talento, dal suo scivolare tra i generi cinematografici; precisando come non sia stato solo un regista dell’horror. Perché Fulci nella sua carriera ha indagato vari mondi, passando dai gialli ai film per ragazzi, come Zanna Bianca e Sella D’argento. Oppure, abbia portato il suo estro nella commedia sexy all’italiana (un esempio è All’onorevole piacciono le donne), senza mai ristagnare sul banale e andando a legare temi fortemente politici alle sue storie.
“I suoi film erano sempre pieni di spunti che andavano oltre il genere. A me quello che affascinava tanto è che lui era in una zona di confine tra il regista di genere e il regista d’autore. Era un unicum, perché sempre doveva spostare l’asse un pochino più avanti del visibile, del non stabile”. Sì, io avevo assolutamente voglia di chiacchierare con un uomo che aveva dimostrato attraverso i suoi film molta intelligenza, molto humor, molta verve, molta tecnica e molta conoscenza del vero cinema”. Con queste parole Garofalo definisce un artista che ci hai lasciati ormai da venticinque anni. Da Non si sevizia un paperino a Sette note in nero fino alla trilogia della morte, Fulci ha dato prova di grande intelligenza, maestria e ironia. Un artista, quindi, che ha dato forma al cinema italiano.
Fulci Talks – Conversazione uncut con Lucio Fulci verrà distribuito dal 10 febbraio in TVOD su CG Digital e Chili.