Gianluca Vicari e il peso di essere Franco Percoco, “recito perché sono obbligato a farlo”
La nostra intervista con Gianluca Vicari, che presta il volto a Franco Percoco, il primo stragista familiare d'Italia, scavando dentro il suo malessere fino a cascarci dentro.
Incontrare Gianluca Vicari, l’attore che interpreta Franco Percoco nel film di Pierluigi Ferrandini, Percoco – Il primo mostro d’Italia, è un’esperienza quasi mistica, perché in quella parte l’interprete romano ha riversato tutto se stesso al punto di identificarsi con quel giovane che nel 1956, a Bari, sterminò la sua famiglia. C’è pacatezza, in Percoco, c’è un senso di liberazione che sconvolge lo spettatore e che ha richiesto a Gianluca Vicari uno sforzo fisico immane, causandogli una situazione di malessere. Già, perché l’arte in alcuni casi è anche questo, nonostante la si sia scelta, come nel suo caso, visto che, ci confida Gianluca Vicari: “Io non recito per guadagnarmi da mangiare, io recito perché non potrei fare altrimenti, recito perché sono obbligato a farlo, come tutti sono obbligati a recitare. Si recita per mentire, per smentirsi, magari recitiamo parti di santi perché siamo dei peccatori, recitiamo parti di eroi perché siamo dei vili”.
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Nella cornice del Bif&st 2023 l’attore si accomoda di fronte a noi come se dovessimo fargli un interrogatorio, ma alla notizia della mancanza della telecamera si rilassa letteralmente sul divano del teatro Piccinni, come dallo psicologo, causando la nostra ilarità. Vicari è divertente e riflessivo e quando gli domandiamo come si è sentito a vestire i panni di Franco Percoco si rizza su con la schiena dritta e gli angoli della bocca all’ingiù, poi ci guarda e risponde senza esitazioni: “Male, mi sono sentito male perché ho avvertito tutto il suo essere fuori luogo all’interno, perché all’esterno frequentava posti fantastici: i migliori bordelli di Bari, i migliori ristoranti come Radar. Quindi convivere con questo personaggio è stato faticoso”.
Intervista a Gianluca Vicari: “sono stato Franco Percoco per sei settimane”
Ma come hai fatto invece a calarti così bene nella parte?
“Io e il regista Pierluigi Ferradini durante la lavorazione del film abbiamo trovato una chiave: dividere la faccia in due parti, mantenendo la fissità nella parte superiore. Questa fissità della fronte appartiene al momento in cui lui uccide i suoi genitori, mentre la parte inferiore è quella dalla quale escono le bugie, le menzogne, quindi è la parte mobile. Lui sorride ma non alza mai le sopracciglia, giusto nella scena in cui si toglie le bende e vede la mano che marcisce, allora lì diventa caravaggesco, assomiglia alla Medusa, ma per il resto per tutto il film il mio personaggio convive con la parte mostruosa.
Entrare in questo personaggio è stato più difficile che uscirne, ho dovuto plasmare sul mio corpo Percoco, fare uno sforzo fisico immenso per identificarmi in un borderline con una leggera forma di schizofrenia.
Pierluigi Ferradini mi ha guidato per tutte le sei settimane in cui sono stato in scena, tutti i giorni! E non è che la mia parte finiva nel momento in cui uscivo di scena, quando andavo a dormire non diventavo Gianluca Vicari: sono stato Franco Percoco per sei settimane”.
Uno sforzo non indifferente ma che ha ripagato l’attore con un bagno di applausi ed elogi durante la proiezione pugliese, a proposito della quale ha detto: “Considero la mia presenza in Percoco, anche alla luce dei complimenti che ho ricevuto al Bif&st e dell’apprezzamento da parte del pubblico, una vittoria, un vero successo. E io questa vittoria la voglio dedicare alla memoria di mio padre, che se n’è andato due anni fa e mi ha cresciuto a pane e arte. Perché lui faceva l’aiuto regista, mia madre la giornalista, mia sorella fa la ballerina, mio zio l’operatore… io non potevo fare altro in fondo!“.
Percoco – Il primo mostro d’Italia è al cinema dal 13 aprile 2023 e come evento speciale solo il 17, 18 e 19 aprile, distribuito da Altre Storie.