Gianni Amelio su Campo di battaglia: “Il mio approccio è differente”

L'anteprima di Campo di battaglia al Festival di Venezia, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Alessandro Borghi.

All’81ª edizione del Festival di Venezia la conferenza stampa di Campo di battaglia è un elogio al regista Gianni Amelio, che prima si dilunga nel descrivere il suo cinema e la sua visione e poi lascia agli attori il compito di esplicare come l’approccio del navigato cineasta italiano sia incomparabile rispetto a quello della maggior parte dei colleghi, nostrani e non. Accompagnato dai produttori, dallo sceneggiatore Alberto Taraglio (La tenerezza, Hammamet) e dagli interpreti Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini, l’autore ha messo luce sull’origine e lo sviluppo del progetto che racconta due degli aspetti più drammatici che hanno segnato il termine della prima Guerra mondiale: l’autolesionismo dei soldati e il diffondersi della Spagnola.

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Le parole di Amelio, dello sceneggiatore e dei protagonisti: “Non è un film di guerra, è un film sulla guerra”

Campo di battaglia Alessandro Borghi - Cinematographe.it

Ho un modo di lavorare che spesso gli altri registi non condividono“. Apre così il regista classe 1945, che sottolinea come il suo sia un cinema che non parte da ciò che egli vede ma piuttosto da quello che avverte, da quello che “sente nelle viscere“, sottolineando come lo sceneggiatore Taraglio, suo collaboratore da oltre 30 anni, ne possa dare conferma, così come gli interpreti, che ben sanno come egli sia capace di “presentarsi la mattina stessa delle riprese con scene nuove, quasi improvvisate“.

Amelio prosegue poi parlando della natura stessa dell’opera, di come il suo “non sia un film di guerra, bensì un film sulla guerra“, che racconta il conflitto mostrando un campo di battaglia che differisce da quello tradizionale e portando la trincea all’interno delle inferme mura di un ospedale, perché “le immagini di guerra nel cinema sono ormai usurate, ne vediamo troppe, sembrano irreali“; per questo e per la natura assuefacente delle immagini proposte continuamente in televisione, Campo di battaglia è, per il regista, “un film da vedere al cinema“.

Gianni Amelio cinematographe.it

La parola passa poi agli interpreti, in primis Borghi, che afferma di “non aver mai conosciuto una persona come Gianni Amelio in tanti anni di carriera” e che descrive come il lungo processo di sviluppo del personaggio, segnato da un continuo confronto tra attore e regista sia costantemente stato “molto sfidante, in grado di responsabilizzare e di rendere l’interprete parte integrante del progetto“, aggiungendo che “l’entusiasmo dell’autore è stato in grado di fargli tornare quella voglia di cinema che ultimamente si sta perdendo“.

Gabriel Monteni apre parlando di come l’autore gli abbia “insegnato ha comprendere cosa sia realmente un’inquadratura” e chiude affermando che “agire come attori significa anche saper leggere il regista“, mentre Federica Rosellini, dopo aver definito l’opera come “il continuo confronto tra ghiaccio e fuoco“, parla del suo personaggio come “l’impersonificazione dello sguardo del pubblico“. A conclusione lo sceneggiatore Alberto Taraglio racconta come Campo di battaglia parta da un’opera letteraria “a metà tra saggio e romanzo” (La Sfida, di Carlo patriarca) per poi diventare “una storia che non esisteva“, mentre Amelio, a conferenza ormai conclusa, ruba nuovamente la parola per salutare gli ospiti d’eccezione seduti in prima fila tra cui il figlio Luan, direttore della fotografia della pellicola.

Campo di battaglia uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 5 settembre 2024, distribuito da 01 Distribution.