Marco Mengoni ed Elisa su Il Re Leone: la musica e l’amore per l’Africa
Marco Mengoni e Elisa doppiano Simba e Nala nella versione italiana de Il Re Leone e ci raccontano dell'esperienza come doppiatori del film.
È il cerchio della vita. Quello degli inizi, della crescita, del cambiamento. Andare avanti e vedere cosa il destino ha in serbo per noi. Per la Disney sembrerebbe che i grandi re del passato abbiano segnato un percorso di remake e live-action, questa volta spingendosi ulteriormente oltre le possibilità conosciute della tecnologia cinematografica. Dal 21 agosto, infatti, arriva nelle nostre sale Il Re Leone, shot by shot in photo real del classico amato da milioni di spettatori al mondo. Se nella versione originale della pellicola a doppiare Simba e la sua amica di sempre Nala ci sono due giganti del panorama internazionale quali Donald Glover e Beyoncé, per la pellicola in lingua italiana la Disney ha chiamato a raccolta due talenti della musica nostrana: Marco Mengoni e Elisa. Tra mamma Africa, ricordi d’infanzia e gli adattamenti sonori del nuovo Il Re Leone, i due cantanti ci parlano della loro esperienza in saletta di doppiaggio, per una delle punte di diamante della stagione cinematografica estiva.
Marco Mengoni ed Elisa parlano della loro esperienza come doppiatori di Simba e Nala ne Il Re Leone
Quali emozioni vi ha dato poter essere parte di un progetto come quello de Il Re Leone? Contando anche il valore affettivo che potete provare nei confronti del classico animato.
Elisa: “Il mio primo ricordo legato a Il Re Leone è la musica. Poi alcune scene mitiche, come l’iconico saluto degli animali a inizio pellicola. Essendo un’amante della natura, vedere come questo film l’abbraccia mi ha sempre colpito molto, mi restituiva sempre quel senso di mamma Africa. C’è davvero un’empatia con questo cartone animato che sento dentro fin da piccola.”
Marco Mengoni: “Concordo con Elisa, a livello musicale l’Africa ha ispirato generi quali il soul, il blues, il jazz. Bisogna davvero inchinarci davanti a tutto questo. In più è vero quando dicono che ti prende il mal d’Africa, sono stato in viaggio in Tanzania tempo fa e non vedo l’ora di ritornare in quei territori.”
La musica è, infatti, uno degli aspetti dominanti del film, a cui avete partecipato sia per i pezzi canori che come voci stesse dei personaggi. Che lavoro è stato fatto da entrambi sul doppiaggio?
E.: “Quando mi è stato proposto il doppiaggio di Nala ho chiesto un’unica imposizione, che vicino a me ci fosse Fiamma Izzo ad aiutarmi con il lavoro. È stata il mio faro nel buio. Mi ha orientata nella ricerca della fierezza delle leonesse, la linea che abbiamo scelto di intraprendere per la caratterizzazione della voce di Nala. Lei è un personaggio combattivo, è un po’ quella che cambia le sorti della storia quando fugge per cercare aiuto.”
M.M.: “Questa è stata la mia seconda esperienza al doppiaggio e entrambe le volte avevo accanto la fantastica Fiamma Izzo. In questo capolavoro, però, ho dovuto lavorare il doppio rispetto a Lorax – Il guardiano della foresta, perché il personaggio attraversa vari mutamenti. Prima è un erede al trono, poi diventa un giocherellone e, infine, deve riprendere in mano le redini della situazione, tornando ad essere quello per cui è destinato, ossia essere re. C’era, perciò, molta fierezza anche nella mia ultima parte di film, per la parte più spensierata invece mi sono rifatto direttamente a me, che in fondo sarò sempre un Peter Pan.”
E come vi siete posti rispetto alle voci originali, quelle di Donald Glover per Simba e Beyoncé per Nala?
M.M.: “L’inglese è una lingua più fredda al contrario di quella italiana, che è invece più romantica. Quindi sì, abbiamo ascoltato bene la versione originale e abbiamo cercato di rimanerle il più fedele possibile, ma cercando di metterci del calore. Abbiamo quindi usato qualche escamotage teatrale, ma non si è trattato di un lavoro troppo difficile, direi piuttosto intenso.”
E.: “Né con le parole né nel cantato ho cercato di rifare Beyoncé. Un po’ perché è impossibile, un po’ perché, in fondo, in Italia sono già Elisa, quindi sarebbe stato solo controproducente su tutti e due i versanti. Quello che è stato svolto è un lavoro di ricerca, in cui abbiamo cercato di mantenere le assi importanti del personaggio e vedendo dove potevo metterci del mio. E così con la canzone Spirit, dove ho potuto mettere i falsetti, che amo molto e sono la mia firma. La cosa che mi affascina più di tutte è stato l’arricchimento artistico con cui sono tornata a casa.”
Marco Mengoni e Elisa: “Il personaggio preferito? Rafiki e la sua saggezza.”
Elisa, che effetto ti fa oggi, da genitore, rivedere Il Re Leone con i tuoi figli?
“Quando ci si approccia a questi classici con i propri figli lo sguardo è sempre un po’ più profondo. Spesso sono portata a osservare proprio i miei figli durante la visione, soprattutto in quelle scene che mi piacciono tantissimo e dove voglio vedere se reagiranno come facevo io. Anche in quelle in cui piangevo, per vedere un po’ se la carta d’identità genetica/emotiva corrisponde. Devo dire, però, che io piangevo di più da bambina, come alla morte di Mufasa, che per me fu devastante. Chissà, forse questi bambini moderni non piangono più!”
Qual è il vostro personaggio preferito nel film e nel cartone animato?
M.M.: “Ovviamente Simba, per forza! Inoltre, sono attratto da sempre dalla saggezza, per questo Rafiki e Mufasa hanno una particolare presa su di me.”
E.: “Anche per me Rafiki. Anzi, penso che dovrebbero inventare un’applicazione dove fuoriesce un bastone virtuale e ti dice “Ricordati chi sei”, giusto per impedirti di fare qualche stupidaggine. Tra l’altro, ogni volta che vado in America, devo andare a Broadway a vedere il musical, e negli ultimi anni c’è un’attrice ad interpretare Rafiki che è davvero un genio.”
Vediamo tantissima natura ne Il Re Leone, con il tema del cerchio della vita che la fa da padrone anche questa volta. Un film, dunque, che guarda alla sostenibilità, come il suo equivalente animato. Voi che ne pensate di questo tema, viste anche le battaglie che si stanno cercando di portare avanti?
M.M.: “Personalmente sostengo molte cause per ciò che riguarda la sostenibilità. Con il mio disco ho partecipato anche alla campagna di National Geographic di Planet or Plastic?. Tutto questo per poter salvaguardare il mondo da noi stessi. Cercare di fare qualcosa per una situazione che è già tragica. Spero che un domani i nostri figli potranno ancora fare il bagno in un’acqua senza petrolio e vedere qualche leone non ancora abbattuto o estinto.”
E.: “Siamo tutti ancora troppo leggeri su questo tema e la cosa incredibile è che basterebbe soltanto avere un pensiero quotidiano per poter combattere la situazione. Come cittadini, inoltre, non siamo nemmeno aiutati dai nostri politici o governi. Ma adesso sento che potrebbe iniziare a circolare maggiore coscienza. Sta diventando più evidente il bisogno di agire con azioni estreme per ottenere qualcosa di concreto e fermare questo danno climatico.”
Marco, tu hai avuto non solo l’occasione di partecipare alla world première a Los Angeles de Il Re Leone, ma hai anche potuto incontrare le star originali del film. Come hai vissuto questa esperienza?
“È stato come andare al parco giochi, prima di tutto anche a causa del fare avanti e indietro da Los Angeles praticamente in un giorno. Sono rimasto colpito dalla gentilezza di Donald Glover, è stato carinissimo, in più la sua ragazza ha origini italiane quindi ci siamo messi a parlare del nostro paese. In più ho conosciuto Jon (Favreau, regista del film), che era talmente entusiasta della riuscita del film che mi ha dato anche una delle medagliette della crew del film, perché ha detto che ne facevo ufficialmente parte. È stato bellissimo poter stare vicino a questi artisti che stimo molto.”
Prima il cinema, ora i prossimi tour. Cosa potete dirci dei vostri progetti futuri?
M.M.: “Farò questo tour in posti sconosciuti o naturalistici o luoghi d’arte, sconosciuti ai più in Italia. Era un’idea che aleggiava nell’aria già prima del nuovo album, ma questa estate volevo proprio trovare queste location di una bellezza incredibile da poter far così anche scoprire a più persone possibili.”
E.: “Vado da Carl Brave a Rock in Roma, ma faccio solo una canzone. E poi via, in tour per l’Europa, una cosa molto rock con poca gente e tanta atmosfera ed energia.”