Il vegetale – Intervista al regista Gennaro Nunziante, Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti
Gennaro Nunziante dirige la nuova commedia Il vegetale. Protagonisti del film sono il fenomeno del web Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti.
Da star del web a bracciante agricolo. Fabio Rovazzi sembra averne fatta di strada, tanto da diventare il protagonista della nuova commedia sceneggiata e diretta dal realizzatore dei film di Checco Zalone, il pugliese Gennaro Nunziante. Il vegetale è la precarietà dei giovani che ritrovano l’umiltà partendo dalle proprie radici, un racconto che non si avvale soltanto del fenomeno Rovazzi, ma conta su di un cast di attori quali Luca Zingaretti e Ninni Bruschetta, a cui si aggiungono l’irresistibile e piccola interprete Rosy Franzese e l’attrice Paola Calliari. Tra scelta del protagonista, voglia di imparare e qualche risata, Gennaro Nunziante assieme a Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti presentano Il vegetale.
Fabio, cosa hai portato in termini di scrittura ne Il vegetale? Sei soltanto interprete o hai svolto anche altri mansioni all’interno del film, come a volte viene riportato su alcuni siti di cinema?
“Il problema del web, e lo dico da grande sostenitore, è che si può scrivere qualunque cosa e dunque è possibile trovare tantissime baggianate. Io ne Il vegetale faccio solo l’attore, Gennaro si è occupato della sceneggiatura e della regia della commedia.”
Come è stato passare dai pochi minuti del web al minutaggio ben più esteso come quello di un film?
“Non posso non ammettere che è stato alquanto difficile. Ho dovuto annullare il mio linguaggio e lasciarmi totalmente guidare da Gennaro. È stato pesante, ma di contro è stato davvero bello farne parte.”
I tuoi lavori ti hanno portato una grande fama soprattutto per ciò che riguarda la fascia dei più giovani ed anche quella dei bambini. Quale è stato il tuo segreto per arrivare a loro?
“A dire la verità è un tipo di pubblico che non ho mai cercato, è arrivato piuttosto in maniera inspiegabile, ma sono felice di averlo, perché nei più piccoli c’è tanta sincerità. In giro si dice che piaccio ai bambini, ma anche gli ottantenni ora mi fermano visto che sono stato da Fazio! Penso però di parlare ad un pubblico più ampio.”
Gennaro, cosa ti ha spinto a scegliere come protagonista Fabio Rovazzi?
“La scelta riguardo Fabio è avvenuta quando in un video ho visto una sua reazione verso Fabio De Luigi, ho visto una sua espressione ed ho pensato che era perfetto per il ruolo del film. Ci siamo poi incontrati a Milano e dopo esserci conosciuti ci siamo messi al lavoro. Il personaggio è stato veramente cucito addosso a Fabio, un vestito di sartoria, non una semplice taglia 44 da poter mettere a chiunque.”
Come si è sviluppato l’insolito duo di Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti e cosa ne pensate?
Gennaro: “Era un elemento molto importante per il film. Il lavoro che vado a svolgere nella commedia è sempre quello di sottrazione, il non aggiungere troppo e tenermi sempre un passo indietro circa la linea del cattivo gusto. Fare in modo che ciò non venga superato non dipende solo da te, ma anche dagli attori. Invece con gli interpreti che abbiamo in Italia il rischio è sempre l’inverso, il loro portare troppo, per questo mi piace lavorare con persone che portino una certa intelligenza. In Luca ho trovato esattamente questa persona, lui non pensava soltanto alla singola scena da svolgere, ma all’intero insieme e questo è stato di grande aiuto. Dal primo giorno ha iniziato a costruire il personaggio e il rapporto con Fabio con un ottimo modo di concepire la recitazione. Alla fine uno può scrivere e girare bene, ma sono sempre gli attori quelli che scendono in campo.”
Luca: “Vero, siamo una coppia atipica ed è Gennaro che ci ha messi maldestramente insieme. Con Fabio ci siamo sentiti subito a nostro agio, abbiamo lavorato in maniera professionale, ma posso dire che alla fine di tutto ho trovato anche un amico. È stata una bellissima avventura in cui ci siamo divertiti molto.”
Fabio: “Alla base del nostro rapporto c’è stato uno scambio equo: Luca mi ha seguito e aiutato nella recitazione ed io gli ho insegnato ad usare le Instagram Stories.”
Gennaro Nunziante: “Fabio Rovazzi era la persona giusta per il film.”
All’interno de Il vegetale non si accenna neanche una volta alle canzoni che hanno portato alla ribalta Rovazzi, non pensate che questa scelta possa deludere i fan?
Gennaro: “Io direi che si delude il pubblico se gli si propone qualcosa che si aspettava di già. Comunque non penso mai al pubblico a dire il vero, io faccio film per le persone che si trovano di fronte a me e che ritengo ogni volta più intelligenti di quanto lo sia io. Il pubblico deve venire stupito con garbo. A me non frega niente delle canzoni di Fabio, anche lui sapeva che sarebbe venuto a fare tutt’altro. Qui ha fatto l’attore, in lui ho trovato il volto e la fisicità che sono l’emblema della nuova generazione.”
Fabio: “Sono contento che all’interno del film non ci siano mie canzoni. Anche perché altrimenti se a livello cinematografico venisse fatta questa scelta è soltanto perché hanno visto che ero di tendenza su YouTube. È stato importante differenziare le maschere. Se mi devo occupare di discografia c’è quell’altro mondo, nel cinema entro a testa bassa lasciando alle spalle quello che fino ad ora ho costruito.”
Gennaro, qual è la visione e il messaggio che pensi possa venir fuori da Il vegetale?
“Credo che questo è un Paese che ha bisogno di riconciliarsi. Bisogna capire i problemi più profondi e scavare per trovare una nuova unione. Il personaggio de Il vegetale lo capisce e vive in questa ottica. Il ragazzo del film si divide in diverse fazioni come accade al Paese. Il suo andare avanti sembra infatti impossibile, ma perseguendo la sua onestà intellettuale riesce a compiere dentro di sé un lavoro pazzesco. Il dolore deve trasformarsi in amore, un’astrazione che appartiene soltanto a divinità superiori, ma che può far parte anche degli uomini. Una riconciliazione riuscirà forse a mandarci avanti.”
Fabio, in verità tu nasci come filmmaker ed è questo l’aspetto dei tuoi video a cui tieni maggiormente. Vista questa nuova esperienza, pensi di entrare a far parte del mondo del cinema, magari come regista?
“È vero, nasco come videomaker, giravo i video alla gente in discoteca che è la cosa più brutta del mondo. In questo film il mio ruolo era quello dell’attore, ma ciò che in più ho fatto è stato guardare e attraverso ciò imparare molto. Essere un filmmaker è quello che amerei fare fin da quando sono piccolo e mi piacerebbe fare qualcosa, ma non certo domani, né dopodomani, né tra tre giorni. Si parla davvero di un futuro molto prossimo, non posso rovinare il cinema come ho fatto con la musica. Lavorare già con persone come Luca, Ninni e Gennaro è stato fondamentale. Insomma, si vedrà, tutto a piccoli passi.”