Inside Out 2: i registi svelano le anticipazioni di una possibile saga Disney

Kalsey Mann e Mark Nielsen: un esordio alla regia e una seconda produzione per il sequel sulle emozioni della Pixar.

Inside out 2 è il sequel di Inside out, film d’animazione prodotto dalla Pixar in collaborazione con Walt Disney, uscito nel 2015: un’altra narrativa che si appropria di nuove emozioni, i riflessi amplificati delle già conosciute Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura, Disgusto e che si manifestano con la crescita di Riley, la protagonista che, lasciata l’infanzia e le sue vecchie curiosità, si trova dentro le metamorfosi e complicazioni dell’adolescenza. Pronte, subentrano Ansia, Invidia, Imbarazzo e Noia.

L’esordio alla regia dello sceneggiatore e animatore Kalsey Mann

inside out 2 recensione Cinematographe.it
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L’idea di un secondo film si concretizza quando Mark Nielsen, già produttore del primo chiede a Kalsey Mann di occuparsi della regia di un sequel attraverso la presentazione di nuove idee che, fin da subito, sono apparse, al produttore Pixar, idonee per una continuità storica. Questo quanto si apprende dalla conferenza stampa tenuta a Roma il 17 giugno; si tratta di una produzione che, attraverso un processo collaborativo durato ben 4 anni, ha permesso la realizzazione di un secondo capitolo riuscendo a “semplificare la complessità” dell’evoluzione esistenziale, tutto generato dal grande impatto e successo riscosso dal primo film.  

Anche nel sequel di Inside Out niente stereotipi ed esclusività

Ognuno di noi conosce le proprie emozioni; con Inside Out 2 tutto si sposta sull’intelligenza e sulla singolare consapevolezza servendosi delle immagini come mezzo interpretativo tra un noi ed un costante confronto con l’altro. Il produttore conferma la grande opportunità che si è innescata attraverso l’interesse sugli aspetti della mente.

“Il primo film ha reso meno quegli stereotipi linguistici esclusivi: spesso ci si convince che la psicoanalisi o comunque l’indagine verso se stessi sia qualcosa meglio adattabile ad un’astrazione adulta; in realtà le domande esistenziali, inconsciamente, si originano nell’astrazione infantile, momento in cui si è puri e, oggettivamente, meno accessoriati di credenze e volontà, quindi più lucidi. Essere capiti dai più piccoli è il vero successo che un epic movie come questo ha intenzione di raggiungere. E ha raggiunto!”

I tredici anni sono complessi, contorti. Pieni di conflitti e cambiamenti umorali in costante conflitto con nuovi accorgimenti e rigidità assolutamente rivolte a se stessi; ad esempio, l’estetica e la pretesa che abbiamo della stessa attraverso estranee convenzioni o convinzioni.
L’ansia a tredici anni è uno strumento dell’evoluzione conoscitiva di qualcosa che appartiene già da piccoli e, pone fine a quella differenza tra un mondo fanciullesco e un mondo adulto che in realtà segnano una naturale successione. 

“Il mio lavoro è quello di preoccuparmi dei problemi che non si vedono”

Una battuta che esprime un concetto primordiale, assoluto quanto vero.  Ma la forza di Inside Out 2 nonché vera missiva sono le emozioni e un’esatta conoscenza delle stesse.

“L’ansia è come il troppo amore, non solo per la prestazione o l’aspettativa, ma per la realizzazione di un progetto di vita che necessità anche in parte di una pura angoscia. Così come la Noia in quanto emozione che riflette ad aperture mentali per capire ciò che può essere meglio. Da piccoli questi sentimenti non si accettano, data l’irrefrenabile agilità e forza di cui un bambino è proprio, con la crescita il rifiuto che altro non è che l’iperattività si placa con il sopraggiungere di una nuova intuizione, la considerazione, che si qualifica come tra le sensazioni più importanti per un completo approccio agli stadi comportamentali dell’essere umano.

Questo è quanto avviene in Riley, adesso cresciuta e confusa, assuefatta da un’adolescenza intensa, fase di continue irrequietezze indisposte dalle insicurezze proprie dell’età. Non si ha consapevolezza emozionale; il disordine mentale spesso, sfocia nell’imbarazzo che si accende nella moltitudine dei silenzi ,che, in realtà, linguisticamente, sono il suono più complesso; suono che si espande e sviluppa unicamente con la proprietà della parola.

In Inside out 2 nuove interpretazioni emozionali, passione per lo sport e amore per se stessi

Inside out 2; Cinematographe.it

Inside out 2 da spazio alle emozioni di cui spesso erroneamente ci si vergogna. Ad esempio l’invidia. Nell’immaginario collettivo l’invidia è definita come cattiva, Inside out ci insegna ancora: se dosata, se interpretata assecondando la sua vera forza percettiva e attitudinale, risulta un concetto proficuo di ammirazione.

“Il disegno di questo personaggio è nettamente in miniatura rispetto alle altre emozioni, questo per mettere al centro l’osservazione e l’ispirazione perenne che l’invidia fa propria. A seguire, la dolcezza dell’imbarazzo, il perenne confronto con la vera essenza di se stessi e la stesa aspirazione: la sperimentazione è un continuo andirivieni tra il bimbo che c’era e un nuovo adulto che pian piano si crea.

E al centro della console delle emozioni che sentimento c’è? Per il produttore e il regista la Gioia.
“Tutto parte dalla sensazione di questa emozione che hanno le redini seppur queste siano tese da una Nostalgia necessaria tra opposti come l’ansia e la gioia che, solo se poste in una convivenza possono funzionare. Questa, la morale del film.

Importante anche la scelta centrale dello sport.
“Per rendere unico il percorso di Riley; per rendere unica lei utilizzando l’ansia e la pressione tipica dell’ambiente sportivo, abbiamo creato un sistema che apparisse come un tutorial o laboratorio volto alla partecipazione emotiva: l’hockey. Abbiamo così escluso l’amore che, ovviamente, è negli eventi di un adolescente ma è comunque un argomento parecchio consumato dai teen movie o qualsiasi altro film adolescenziale, Mann ha voluto tergiversare su un altro aspetto che celebra la passione che, se nutrita, può definire e avere una pretesa chiara su speranze formative future. Riley s’innamora, ma di se stessa, innanzitutto.

La psicologia è stata la ricerca narrativa di Inside out 2 

A rendere questo film d’animazione un vero colossal del genere è il grande supporto di psicologi sia nella scrittura che nel doppiaggio.
“Nell’effettivo il lavoro di scrittura è stato sostenuto da professionisti come professori della Buckley (Università della California) esperti di queste emozioni. Il loro è stato un aiuto fondamentale nel comprendere quali emozioni far concordare in questa seconda parte e come renderle vive amplificandole nella maniera più naturale possibile; ecco come sono state scelte Ansia, Noia, Imbarazzo e invidia. È tutto basato su una ricerca, anche accademica, di un prodotto che, attraverso l’animazione, coniuga più linguaggi rivolgendosi a tutti.”

Inside Out 2: per ogni ogni nuova emozione una nuova scrittura

L’espediente narrativo appare così geniale che rende noi spettatori già curiosi nella scoperta di una possibile realizzazione di un terzo capitolo. Al momento, ci dicono, “le idee ci sono e sarebbero piuttosto chiare. Tra le tante c’è l’analisi di nuovi spazi dell’inconscio già valutati; ad esempio l’abitudine e la tendenza umana al procrastino. Inside out potrebbe diventare una saga. La voglia di continuare l’evoluzione della mente attraverso Riley è altissima. siamo disposti anche a ricevere nuovi Pitch. Ma per adesso l’invito è andare a veder Inside out 2, soltanto poi ci dedicheremo, con molta probabilità, a disegnare le complessità più adulte di Riley. Resta sempre fuori una nuova emozione. Parafrasando significa che c’è sempre altro su cui continuare a scrivere e che può promettere in altri Inside Out.

Non resta, allora, che attendere!
 Inside out 2 è in tutti i cinema, distribuito da Walt Disney Company Italia, dal 19 giugno 2024.

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