Intervista ad Anna Madaro: “Io, i Nirkiop e il cinema”

Abituati a guardarli dallo schermo di uno smartphone, è stato sorprendentemente piacevole apprezzarli al cinema accanto a Diego Abadantuono in Belli di papà. Parliamo dei Nirkiop, una realtà mediatica fatta da un gruppo di ragazzi che si sono formati da soli, usando come carburante i loro sogni. Noi abbiamo intervistato Anna Madaro, l’unica donna del gruppo che, oltre ad agire su YouTube, lavora come interprete e, ultimamente, sta sperimentando la sua passione di attrice anche sul grande schermo.

Intervista ad Anna Madaro: “Io, i Nirkiop e il cinema”

Ho sempre amato il mondo del cinema, – racconta – mi ha sempre affascinato come gli attori vestano i panni di altri personaggi e quindi per me era un onore poter lavorare con gli attori di Hollywood, anche se solo come loro interprete. Poi ho capito che non volevo rimanere dietro le quinte, volevo potermi esprimere e dare voce alla mia passione quindi ho scoperto su YouTube i Nirkio (all’epoca il nome era questo, poi mio fratello gemello Piero, che ha la mia stessa passione e che lavora con me, si è inserito nel gruppo ed è diventato la “p” dei Nirkiop), conoscevo già Nicola da anni e mio fratello lavorava già con loro quindi ho deciso di unirmi e di provare questa nuova strada. Ora loro sono la mia seconda famiglia e posso finalmente esprimermi come attrice per il “piccolissimo schermo”.

Come è nata la collaborazione tra i Nirkiop e Belli di papà e come è stato lavorare a fianco di Diego Abatantuono e Guido Chiesa?

Io e i miei colleghi abbiamo fatto un provino tramite Skype con Guido Chiesa, che ci ha dato questa meravigliosa opportunità. Lavorare con lui e  Diego Abatantuono per me è stato un grande onore. Loro sono mostri sacri del cinema italiano, mentre noi stiamo muovendo i primi piccoli passi e abbiamo ancora tanta strada davanti a noi, ma questa esperienza ci è servita per imparare a muoverci in questo ambiente, vivere il set, stando accanto al regista, allo scenografo, alla troupe tecnica e al cast artistico. È qualcosa che ci ha fatto crescere a livello personale e ci ha dato tanto da studiare per la nostra carriera.

Dopo aver debuttato al cinema con “La Matricola” ti sei ritrovata, stavolta, a difendere la tua Taranto calandoti in un ruolo comicamente poco simpatico ma che non può non far sorridere, incarnando la quintessenza della bellezza sfatta e familiare dell’ambiente domestico. A tuo parere, in che modo viene ritratta la tua città dal cinema?

All’inizio del film si vede Taranto in degrado e i tarantini “furbetti”, ma bisogna capire che il film, soprattutto l’inizio, è dalla prospettiva dei figli di Abatantuono che vengono brutalmente strappati alla vita perfetta che conducevano per essere catapultati nella parte più vecchia di Taranto. Trovarsi a condurre una vita povera e lavorare per mantenersi, quando si è vissuti nella ricchezza assoluta e nella spensieratezza, non è facile e dal loro punto di vista Taranto è come un inferno dove sono costretti a vivere ma non bisogna trarre conclusioni affrettate prima di vedere il film fino alla fine. Infatti l’immagine della città cambia radicalmente proprio verso la fine.

nirkiop

Torniamo all’emisfero Nirkiop: qual è la relazione e la differenza tra la recitazione sul grande schermo e quella trasmessa tramite il vostro canale YouTube?

YouTube è una vetrina libera e, a volte, spietata. Abbiamo deciso di cominciare a far video su questa piattaforma perché era il modo più semplice e diretto di esprimere la nostra arte, senza freni e senza l’aiuto di nessuno, con la consapevolezza che se alla gente piace il tuo prodotto allora lo guarda e continua a seguirti, se al contrario non lo trova affatto interessante non esita a commentare e cessa di seguire il tuo canale.
Per quanto riguarda il modo di recitare sicuramente rimane lo stesso, quello che cambia è la consapevolezza di stare lavorando per professionisti del settore che fanno questo mestiere da molto più tempo di te, che non esitano a dirti se stai facendo il tuo lavoro nella maniera giusta o no e ovviamente ci si sente più sotto pressione poiché quando giriamo dei video per il nostro canale siamo noi a tenere le redini della regia, montaggio, sceneggiatura, scenografia ecc… e noi lavoriamo insieme da quasi sei anni quindi l’atmosfera è più rilassata e casalinga.

Come reagiresti ad un’eventuale offerta di lavoro lontana dai tuoi compagni di viaggio e, più in generale, come ti vedi in un più o meno prossimo futuro professionale? Hai già dei progetti?

So che prima o poi dovrò allontanarmi dai miei ragazzi, ma siamo tutti consci del fatto che questo accadrà, presto o tardi, quindi siamo tutti più o meno preparati. Personalmente non vedo l’ora di lanciarmi in nuovi progetti come attrice e di poter fare esperienza. Non so dirti come sarà il mio futuro, ma vorrei che fosse nel cinema.

I wanna die è il vostro ultimo corto, nonché fumetto. Avete dimostrato di essere versatili e capaci davvero di tutto, ma in quale ambito vi collochereste maggiormente?

I Wanna Die è stato un esperimento che ci ha divertiti tantissimo, ma il nostro mondo è quello della video produzione e del cinema quindi è in quello che giocheremo tutte le nostre carte.