Christine Wada su Loki “se c’è una persona che può rendere interessante qualcosa di tanto genderless come il dolcevita quella è proprio Tom Hiddleston”
Dalle divise della TVA alle armature di Loki, l'intervista alla costumista della serie Marvel.
Dopo WandaVision e The Falcon and The Winter Soldier, prime serie tv dei Marvel Studios a sbarcare sul servizio streaming Disney, adesso è giunto il momento di Loki, che vede protagonista l’omonima e celeberrima nemesi, nonché fratello del Dio del Tuono Thor, in un’ambientazione post Avengers: Endgame. La serie con protagonista Tom Hiddleston, uscita il 9 giugno su Disney+, vede il Dio dell’Inganno destreggiarsi in una realtà bizzarra e sconosciuta, dopo che una sua stessa versione del passato era fuggita con il Tesseract durante gli eventi di Endgame. Ciò che rende grandiosa la terza serie tv dei Marvel Studios non sono solo la sceneggiatura, la scenografia e delle interpretazioni impeccabili, ma anche una stupefacente abilità nella creazione dei costumi, ideati dalla costumista Christine Wada, che si adattano sapientemente all’ambientazione data alla serie.
Nelle scorse settimane, il reparto costumi è stato più volte menzionato, grazie alle innovazioni apportate e confermate dagli stessi attori della serie: basti pensare alle recenti testimonianze dell’interprete di Sylvie, Sophia Di Martino, grata a Christine Wada per essere andata incontro alla sue esigenze di allattamento durante le riprese, e non solo. A tal proposito, abbiamo avuto modo di intervistare Christine Wada in persona, alla quale abbiamo chiesto alcune curiosità sulla realizzazione di determinati outfit di Loki.
Loki: Christine Wada sull’ideazione dei costumi della TVA
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Nella serie vediamo il Dio dell’Inganno scontrarsi con un’agenzia particolare, di cui non avevamo mai sentito parlare nei precedenti film appartenenti al Marvel Cinematic Universe: la TVA (Time Variance Authority), un’istituzione che ha il potere di controllare e gestire le varie anomalie temporali. Considerando che nella serie si percepisce una sorta di modernariato futuristico, dalla scenografia e dagli oggetti di scena fino ai costumi, abbiamo chiesto a Christine Wada cosa l’abbia ispirata nell’ideazione dei costumi della TVA e se, nello specifico, abbia fatto riferimento a stati burocratici non liberali come la Germania dell’Est.
Ecco cosa ha risposto Wada:
Mmm, non direi. Più che altro direi che nello show abbiamo cercato di ottenere più un look alla Mad Max e alla Mad Men. Volevamo rappresentare l’America [whitewashed] degli anni 50-’60 e una specie di beatitudine aziendale. Non direi di essermi ispirata alla Germania dell’Est, volevo che fosse qualcosa di neutrale. Volevo che uscisse fuori una TVA senza volto, neutrale e in qualche modo genderless [senza genere]. Più che altro l’obiettivo era creare questo ambiente aziendale utopico e potente degli anni ’50, in fin dei conti quello che viene descritto tramite la TVA: fondamentalmente, all’inizio, la TVA è costantemente in missione per mostrare un messaggio positivo ovvero quello di proteggere la timeline.
Christine Wada: “Ecco come ho creato il costume di Sylvie in Loki”
In seguito, non potevamo non chiedere qualcosa inerente all’argomento che ha scatenato internet qualche giorno fa: il costume di Sylvie. Quest’ultimo è stato creato da Christine Wada per permettere all’attrice Sophia Di Martino di poter allattare, senza troppe difficoltà, durante le riprese. È stata la stessa attrice a ringraziare la costumista una settimana fa, tramite un post pubblicato su Instagram. Per tale motivo, abbiamo chiesto a Wada come le sia venuta l’idea di creare delle cerniere nascoste sul costume, che lasciassero scoperto il seno al bisogno, e quanto sia stato difficile adattarsi a questa normalissima esigenza.
In pratica ho fatto la prima riunione con Sophia due settimane dopo che aveva avuto il bambino. È veramente un momento di vittoria mondiale per una madre. Penso che, non solo come professionista del cinema, ma anche come essere umano, speri di poter rendere le persone intorno a te esseri umani di successo grazie a quello che fanno. La penso così non solo in ambito lavorativo, ma nella vita in generale. Realizzando che avrebbe dovuto indossare un’armatura, la prima cosa che ho fatto tornando dall’incontro con lei è stata confrontarmi con il mio incredibilmente talentuoso team, per capire in che modo Sophia potesse allattare velocemente tra una ripresa e l’altra. Nessuno avrebbe perso, incluso il suo bimbo.
Che tu ci creda o meno, in realtà è stato un processo complicato, perché bisognava trovare una parte del costume che comunque le rendesse comodo il tutto, che non non si vedesse al di sotto dell’armatura, a cui potesse accedervi nel modo più appropriato possibile. E bisognava tenere anche conto di come il suo corpo sarebbe cambiato. È stato un viaggio. Spero che sia passato il messaggio che volevo dare, perché penso che il mondo dovrebbe essere così, che noi dovremmo vivere e dovremmo pensarla così. Sono felice di essere parte di tutto questo e spero che questo possa sollevare una sorta di pensiero preventivo in tutti su come potremmo semplificare la vita degli altri, che è qualcosa di davvero facile, specialmente quando hai i mezzi per fare qualcosa che può essere generoso per le persone che hai a fianco.
Christine Wada: “Solo Tom Hiddleston può rendere interessante qualcosa di così genderless come il dolcevita”
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Dopo il terzo episodio, intitolato Lamentis, Internet è letteralmente esploso per il semplice dolcevita indossato da Loki proprio nel momento in cui viene confermata la bisessualità del personaggio. A tal proposito, abbiamo chiesto a Christine Wada cosa l’abbia portata alla realizzazione di questo tipo di costume.
Volevo che il costume fosse diverso da qualsiasi cosa si fosse mai vista nel mondo di Loki e ho pensato che se c’è una persona che può rendere interessante qualcosa di tanto genderless come il turtleneck [dolcevita] quella è proprio Tom Hiddleston. Ha preso qualcosa di così riconoscibile, trasformandolo in qualcosa che entrambi i sessi possono indossare.
Christine Wada e la sfida di creare i costumi per i diversi Loki
Per concludere, considerando che Wada ha ricevuto la nomination Costume Designers Guild Excellence in Contemporary Film per il suo lavoro nel film Le amiche della sposa (Bridesmaids) diretto da Paul Feig, le abbiamo chiesto quale sia stato il costume che si è più divertita a creare nel corso della sua carriera.
Questa sì che è una domanda interessante. Per quanto riguarda la televisione, e quindi per questo lavoro nello specifico, direi che mi sono divertita molto nel creare i costumi dei diversi Loki che ci sono nella serie. È stato molto divertente addentrarsi nella storia del personaggio, trovare parti della storia a cui volevamo ispirarci, adattare i costumi ai diversi Loki e poi costruirli realmente da zero. Siamo usciti fuori dagli schemi per creare questi costumi ed è stato grandioso, è stato uno ‘scontro’ tra tutte le mie diverse competenze. Direi che la creazione dei costumi dei diversi Loki ha rappresentato sicuramente un bel momento di panico nella mia carriera.