Intervista a Kevin Costner e al regista di Criminal, Ariel Vromen
“La ragione per la quale si fanno dei film è quella di lasciare una traccia, una memoria…”. Esordisce con queste parole Kevin Costner durante l’incontro con la stampa romana. L’affascinante attore si è presentato in compagnia del regista Ariel Vromen, autore del thriller Crimal di cui è protagonista insieme a Ryan Reynolds, Tommy Lee Jones, Gal Gadot, Gary Oldman, Michael Pitt.
Il film, in uscita nelle sale il 13 aprile distribuito da Notorious Pictures, mette al centro la storia del defunto agente della CIA Bill Pope, i cui ricordi vengono trapiantati nel condannato a morte Jericho Stewart, a fine di completare la sua missione e sventare una minaccia internazionale.
Intervista e foto a Kevin Costner e al regista di Criminal, Cariel Vromen
“Credo che ognuno di noi abbia visto dei film che poi ci sono rimasti impressi… Quelli che ci hanno insegnato a baciare per esempio! Generalmente quello che cerco di fare è interpretare e creare dei personaggi che non verranno dimenticati. È questo quello che abbiamo fatto con Criminal, credo ci siano delle scene che vi rimarranno impresse“.
Il film in questione mette al centro il potere della scienza. Secondo lei quest’ultima dovrebbe avere dei limiti o è lecito qualsiasi esperimento?
“Credo che ci debbano sempre essere dei limiti… anche sulla quantità di ciò che beviamo” – aggiunge sorridendo – “credo però anche che la scienza posa essere la nostra migliore possibilità. A me personalmente non farebbe piacere dimenticare le persone a cui ho voluto bene e che mi hanno voluto bene, o luoghi in cui sono stato… La sera quando ci mettiamo a letto i ricordi sono come un cuscino e noi ci adagiano su di essi. Ma chiedetelo a Vromen: è lui che ha fatto questo film quindi può dirci meglio cosa è successo!”
Ariel Vromen: “Adesso è dura spregiare ciò che ha detto Kevin!” – ha detto il regista con una smorfia e un tantino di commozione – “Acquisire nuovi ricordi, il vissuto di qualcun altro, mi ha attirato così sono andato a vedere un po’ le ricerche e ho visto che molte di esse si basano sulla cancellazione dei brutti ricordi… Il bello è che a rimanere impressi sono i ricordi più forti, infatti nel film ad essere trasferiti (dalle mente di Billy a quella di Jerico) sono i ricordi emotivi. Cosa significa allora per un uomo che non ha mai provato sentimenti: amore, disperazione, paura… trovarsi all’improvviso a provare tutto? La memoria è una cosa complessa e la nostra vita e ciò che ricordiamo“.
C’è qualcosa che vorrebbe dimenticare?
Kevin Costner: “Credo che non ci sia differenza tra me e voi, a parte forse la fama.” – risponde – “I miei errori sono importanti tanto quanto i miei successi. È difficile rispondere… Spesso non vogliamo rivelare a chi amiamo la parte cattiva di noi stessi, perché non vogliamo perderli e così tendiamo a nascondere il nostro lato negativo, anche se dovremmo dire tutto. Pure io ho dei rimorsi ma cerco di vivere la mia vita non in base a ciò che è stato, ma piuttosto cercando di non fare gli stessi errori. Io ad esempio non ero sicuro di voler fare questo film, pensavo che non fosse buono interpretare un criminale, quindi chiedere a Ariel cosa ha visto in me!“
Ariel, che tipo di killer ha visto in Kevin?
“In realtà non riesco a vedere nulla di criminale in Kevin, anzi potrei dire che è la persone che più si avvicina a un angelo tra quelle che conosco, però mi piace spingermi oltre e spingere una persona fuori dalla sua zona, dal suo solito campo d’azione. Ad esempio in A perfect world avevo visto in lui questa duplicità che sicuramente trova eco in Jerico. Se scegli qualcuno che il pubblico non si aspetta come cattivo hai più spazio per creare qualcosa di diverso; ti trovi davanti all’opposto e secondo me è più interessante dell’ovvietà”.
Il medico nel film dice ‘Senza emozioni la vita non avrebbe senso’. Cosa pensa di questa riflessione e, se potesse scegliere di chi vorrebbe avere la memoria?
“Mi piacerebbe sapere cosa pensa a volte mia moglie perché spesso non riesco a credere in quello che ha appena fatto, detto o quello che pensa che io abbia detto. Forse la vostra vita è perfetta, la mia no!“ – dice ridendo Kevin C. – “Credo che quando si ama qualcuno si corre un rischio, ma chi si ama non lo vive ma lo condivide. Perché ovviamente chi non ama non rischia anche perché noi facciamo così perché sappiamo che un giorno perderemo quella persona. Chi non ama non sperimenta il dolore e forse vive meglio… Almeno loro credono… Ecco allora che si, capisco cosa dice il dottore nel film”.
Il cinema ha sempre amato dottori pazzi ma in questo caso c’è un regresso. Quali sono le difficoltà della storia raccontata?
“Mi sono trovato di fronte ad una sceneggiatura molto complessa, anche perché c’erano delle cose che dovevi far capire agli spettatori, come l’hackeraggio dei ricordi oppure: chi è il cattivo, L’Olandese o lo spagnolo? Mi sono ispirato ai film degli anni ’70 e comunque il segreto è sempre quello di rimanere ancorati alla radice ossia al personaggio”.
“Rispondendo a una domanda che prima è stata fatta a Kevin su di chi vorrei avere i ricordi… Io amo il cinema italiano e, visto che non ho una moglie, mi piacerebbe avere la memoria di Fellini“.
Quando entri in un personaggio è complicato uscirne?
Kevin Costner: “Sono partito dall’aspetto fisico, all’inizio del film ho i capelli lunghi e la barba, che sono miei eh. La scena in cui sono in galera pensavo fosse la prima da girare invece la prima è stata quella della camera da letto, quindi ho lasciato Cariel che avevo i capelli lunghi e sono entrato nella cabina del trucco con Mario, un italiano che porto sempre con me, è un vero artista, quindi lentamente ho iniziato a perdermi. Ma dov’è Mario? Chiamatelo! – Quando avevo il collare in prigione credevo che avesse migliorato la mia voce. Dov’è Mario? È felice di essere tornato in patria ma io lo riporto con me!”
Criminal affronta la tematica del terrorismo, quindi è anche vicino al periodo che stiamo vivendo.
Ariel Vromen: “Sicuramente viviamo in momenti difficili in cui ognuno crede di cambiare il mondo, chi attraverso la religione o con fucili e pistole e altri attraverso il terrorismo informatico. La ragione per la quale abbiamo scelto di affrontare il terrorismo informatico è perché i pericoli sono più grandi. In ogni caso mentre giravamo soni entarti nel sistema operativo della casa di produzione e in quello del Pentagono, quindi questo ci fa capire quanto siamo vulnerabili. Se poi potessi esprimere la mia fantasia… Mi piacerebbe cambiare la mente di queste persone che ci minacciano, inserire nella loro mente dei bei ricordi… Perché il punto è quello: riuscire a creare un rapporto, come nel caso di Jerico. Dovremmo essere noi i primi ad aprirci noi loro confronti… Strano che questa venga detto da un israeliano”.
Kevin Costner: “Sono amareggiato per questa situazione e mi chiedo che sta succedendo al mondo? Non ho la saggezza necessaria per sapere cosa fare e sono arrabbiato perché ognuno può minacciare chiunque. Ma non sono stati fatti progetti? Non si è andato avanti?”
L’incontro, nel quale alla fine ha fatto irruzione anche il tanto cercato Mario, si è concluso col Nastro d’Argento a Kevin Costner da parte di Laura Delli Colli.