Intervista a Gassmann, Cortellesi e al cast di Gli ultimi saranno ultimi
Gli ultimi saranno ultimi: intervista ad Alessandro Gassmann, Paola Cortellesi, Massimiliano Bruno
Domani arriverà nelle sale l’ultimo lavoro cinematografico di Massimiliano Bruno: Gli ultimi saranno ultimi ha molte delle carte in regola per diventare uno dei prodotti italiani meglio consumati nelle sale quest’anno, partendo dal fatto che la 01 Distribution lo farà uscire in ben 300 copie sul territorio nazionale. Mettiamoci anche il fatto che è una pellicola che si discosta dall’archetipo cinematografico che ci si poteva immaginare da Bruno ed ecco che diventa un film quasi inaspettato, frutto di un percorso formativo della carriera (e non solo) del regista:
Ognuno di noi ha varie facce con le quali è costretto, prima o poi, a venire a contatto. Per me questo film è un’esigenza, racconta della reazione, un tema che sento molto “Mio” in questo periodo. Inutile negare che sono stato aiutato dall’apporto di attori fantastici: lavoro con Paola (Cortellesi) dal 1997, abbiamo iniziato insieme nei piccoli teatri di provincia e questo è un ennesimo atto d’amore artistico reciproco; senza contare il fatto che è anche co-sceneggiatrice del film. Ho avuto il piacere di rincontrare Gassmann, attore straordinario e grande amico ed ho avuto la fortuna di lavorare con attori con cui non avevo mai lavorato prima e che sono stati molto importanti per la mia crescita artistica. Uno su tutti: Fabrizio Bentivoglio.
Una pellicola in cui si sente preponderante la forza di volontà che spinge il personaggio di Luciana (Paola Cortellesi) a battersi per i suoi diritti di persona con una dignità, fino a spingersi oltre il limite massimo della razionalità e proprio lei ci racconta che:
La domanda che ci eravamo posti già nove anni fa per la scrittura del testo teatrale e di nuovo adesso per la rielaborazione cinematografica è: Qual è il limite? Anche leggendo notizie di cronaca, ci rendiamo conto del fatto che non sono sempre i “criminali” a fare del male e spesso non riusciamo a capacitarcene. Luciana non perde solo il lavoro ma anche la dignità e, subito dopo, i suoi affetti: una situazione che la catapulta fuori dalla realtà innescando in lei un senso di rivalsa; non le basta più la sua vita “da pecora” e trova nella sua disperazione la forza per non lasciarsi andare.
Già, perché si tratta della rielaborazione in chiave audiovisiva di un testo teatrale. Un rapporto, quello tra cinema e teatro, non sempre fortunatissimo ma che negli ultimi tempi sembra si stia consolidando con esiti positivi.
Quando scrivo un testo teatrale non penso mai che possa diventare un film. Ci sono tantissimi copioni che diventano film bellissimi ed ho avuto anche modo di scrivere cose che poi ho rivisto al cinema. Penso che alla base della riuscita di un film riadattato dal teatro ci sia non solo bisogno di scrivere una buona storia, quanto la consapevolezza del fatto che si vada incontro ad un evitabile stravolgimento di essa, basti pensare che il personaggio che a teatro fungeva da narratore è completamente assente sullo schermo, serve il coraggio di buttare via ciò che hai fatto a teatro. Si decide di farne un film quando ci si rende conto che è una cosa che riguarda la maggior parte delle persone molto da vicino. Nel 2005 la crisi non si era ancora assestata, adesso tutti ne abbiamo subito le conseguenze e poi c’è il senso di denuncia: non è accettabile vivere in una società in cui il mettere al mondo una nuova vita può diventare una condanna.
La “reazione” è la vera colonna portante della narrazione di questa storia, un sentimento che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, inevitabile cercare di affermare il contrario; abbiamo chiesto al cast di raccontarci il loro personale rapporto con questo sentimento fondamentale ma pericoloso.
Massimiliano Bruno:
Sto reagendo adesso in tanti ambiti personali ed artistici. Ho cominciato a dire quei “No” che non avevo mai pronunciato ed il film è arrivato proprio al momento giusto aiutato dalle persone giuste: insieme abbiamo affrontato un tema molto difficile perché la natura umana è propensa a sopportare tutto ma l’anaffettività ha la potenza di farti sentire quella solitudine dalla quale reagisci o con la quale soccombi.
Alessandro Gassmann:
A causa di un mio problema caratteriale sono sempre stato abbastanza incline a questo tipo di sentimenti. Non ho mai sopportato le imposizioni e le ingiustizie e lo sapete bene anche attraverso i miei account social.
Paola Cortellesi:
Per certi versi mi sento un po’ simile a Luciana, lei è una di quelle che torna a casa e pensa “Avrei dovuto dire…”. È una che ci ripensa, rimugina e se avesse saputo reagire piano piano, dicendo realmente ciò che avrebbe voluto nelle singole occasioni magari non sarebbe arrivata a rasentare la follia.
Fabrizio Bentivoglio:
Io, invece, ho sempre detto tantissimi “No”, ma sono contento di aver detto di sì a questo film!
Oltre al cast era presente anche Fulvio Lucisano: l’ottantasettenne che insieme alla figlia Federica, ha in mano le redini della casa di produzione IIF e con le sue parole ci piace concludere questo incontro col cast di Gli ultimi saranno ultimi:
L’unica cosa che posso dire è che ogni volta che vedo questo film, non posso fare a meno di commuovermi!