Intervista a Giordano Maselli, compositore di Hybris
Un profondo legame con la musica fin dai tre anni, ecco ciò che caratterizza artisticamente Giordano Maselli, compositore di Roma, che ha realizzato la colonna sonora dell’horror dai tratti thriller Hybris, uscito nelle sale lo scorso 28 maggio. Come tutti i ragazzi che hanno partecipato al progetto di Hybris, anche Giordano è molto giovane: classe 1991, è all’ultimo anno di Composizione al Conservatorio di Musica di Santa Cecilia di Roma, dove si misura anche con la musica applicata. Dopo aver studiato batteria da piccolissimo, «ho iniziato a fare il musica seriamente a nove anni, quando ho messo le mani su un pianoforte». Giordano è polistrumentista: «principalmente pianista/tastierista e bassista, per lavoro ho poi imparato a suonare diversi strumenti, dal Bouzouki, alle chitarre (di tutti i tipi) ai flauti, alle percussioni, sintetizzatori, eccetera», strumenti che potete anche conosce e ascoltare sul suo canale YouTube, dove potete trovare inoltre i video di alcuni suoi lavori. Abbiamo intervistato Giordano Maselli per conoscere meglio il suo legame con le colonne sonore e come ha lavorato per le musiche di Hybris.
Giordano, raccontaci com’è iniziata la tua passione per le colonne sonore.
Il mio legame e amore per le colonne sonore è iniziato nel 2001, quando sono andato a vedere Harry Potter e la Pietra Filosofale: reputo tuttora John Williams uno dei più grandi maestri di questi tempi. Il giorno dopo essere andato al cinema ho comprato il disco della colonna sonora, lo sentivo decine di volte al giorno. Inoltre mi sono appassionato alle colonne sonore anche grazie a mio zio, Fabio Pignatelli (bassista dei Goblin, Venditti, eccetera), che per me è come un secondo padre, la maggior parte delle cose che so me le ha insegnate lui. Sono cresciuto insieme ai Goblin, vedendo nascere in tempo reale le colonne sonore di Dario Argento e ascoltando i loro dischi.
A quale genere di progetti hai già preso parte?
Spesso lavoro con Matteo Bruno (che ha curato la fotografia di Hybris), che ha una società di videomaker che si chiama Slim Dogs. Abbiamo lavorato a molti progetti insieme, dagli internazionali di tennis, a spot di automobili, eccetera. Generalmente scrivo le musiche per i suoi video di Cane Secco (come è noto su YouTube), è un’amicizia che va avanti da molti anni ormai ed è stato lui ad aver fatto il mio nome alla Mirelatives Pictures (la produzione di Hybris). Ho fatto un po’ di tutto, spesso pubblicità e documentari, raramente sigle (mi è capitato di fare la sigla di Itinerari di Caccia e Pesca di Sky). Adoro fare le musiche per i cartoni animati, me ne sono capitati un paio finora ed è veramente la cosa più divertente di questo mestiere, non hai praticamente nessun vincolo stilistico, e devi seguire le immagini con sincroni perfetti, è veramente divertente sia da scrivere che da eseguire.
Lo scorso anno hai partecipato al 48 Hours Film Project a Roma, un contest in cui ogni team deve realizzare in due giorni un cortometraggio secondo degli schemi che vengono assegnati. Sul tuo canale YouTube c’è un divertente VLOG che hai realizzato e che mostra la fatica, ma anche l’entusiasmo della situazione – e ovviamente anche la soddisfazione, visto che la tua colonna sonora è stata premiata. Com’è stato partecipare? Lo rifaresti?
[Ride] Sì, lo rifarei anche domani! È stata una bellissima esperienza, abbiamo partecipato con la Mirelatives Pictures, realizzando un cortometraggio di 7 minuti muto, interamente musicato dall’inizio alla fine. Un lavoro mostruoso se si pensa che la musica è stata ideata, scritta, incisa, missata e masterizzata in meno di 15 ore. Però, come in tanti casi, lavorando sotto pressione si scrivono cose molto belle, e sono fiero che la giuria se ne sia accorta: sono stato premiato da Ian Anderson [leader dei Jethro Tull] come miglior colonna sonora. Ian Anderson poi mi ha voluto incontrare dopo il suo ultimo concerto a Roma, e c’è la possibilità che suonerà un brano che ho scritto per un disco che sto realizzando in questo periodo.
Passiamo a Hybris: come sei entrato nel progetto? Hai iniziato a comporre la colonna sonora una volta che il film è stato girato, oppure hai anticipato il processo creativo, magari leggendo la sceneggiatura e facendo un giro sul set?
Sono entrato in contatto con la Mirelatives Pictures tramite Matteo Bruno. Durante le riprese del film ancora non avevano deciso chi avrebbe curato la colonna sonora, mi è stato fatto una sorta di provino, ho dovuto musicare un teaser sui 90 secondi, e poi hanno scelto me. Non sono mai stato sul set, ho iniziato a pensare alla musica una volta che le riprese erano finite. Inizialmente, dopo aver letto la sceneggiatura, ho parlato a fondo con Giuseppe Maione, il regista, per capire come lui immaginasse la colonna sonora. Avevamo idee abbastanza diverse: io avrei voluto delle sonorità piuttosto tipiche horror, lavorando su pochi temi, lui invece voleva qualcosa in stile ligetiano, più ricco di effetti orchestrali, ma dato che non avevamo il tempo necessario per realizzarla, né tantomeno un’orchestra a disposizione, ci siamo avvicinati più alla mia idea. I temi principali e le prime “variazioni” sono stati scritti prima del premontato, mentre in un secondo momento, dopo aver visto l’intero film più volte, abbiamo stabilito insieme a Giuseppe le melodie definitive, e da li è stato tutto in discesa.
La colonna sonora che hai composto per Hybris si riesce ad ascoltare perfettamente anche da sola, senza doverla necessariamente ricollegare al film, perché le tracce esplorano diverse sonorità e ci offrono quindi più sfumature di significato. Quali sono stati i generi a cui hai fatto più riferimento per realizzarla?
Hybris è un film che ha molti cliché horror: c’è la motosega, la baita nel bosco, i disegni infantili, eccetera. Volevo in parte rispecchiare questa peculiarità nella colonna sonora: doveva essere originale, ma allo stesso tempo ricordare sonorità horror già conosciute. Dracula di Bram Stoker (musiche di Woiciech Kilar), The Ring (musiche di Hans Zimmer), Dead Silence (musiche di Charlie Clouser) e Non Ho Sonno (musiche dei Goblin), sono state le mie fonti di ispirazione. Ho ascoltato questi quattro album per diversi giorni ed ho studiato a fondo la partitura di Dead Silence per entrare al meglio nel mood, poi ho impiegato altrettanti giorni per rendere il tutto mio.
A quali strumenti ti sei affidato prevalentemente per la colonna sonora? Quali sono gli aspetti musicali principali di questo lavoro?
Hybris è un film piuttosto complesso da musicare, per la maggior parte sono dialoghi e lo spazio per la musica è poco. Il mio intento iniziale era di scrivere tutto per orchestra d’archi, ma il risultato, lavorando soprattutto con orchestre virtuali, non sarebbe stato soddisfacente. Quindi ho integrato l’orchestra d’archi con i sintetizzatori in modo da poter creare la giusta atmosfera, adatta sia per i dialoghi che per le scene “di sola musica”; perciò mi sono dedicato maggiormente a programmare timbri analogici che imitassero strumenti acustici per integrarli al meglio nell’orchestra. Creare suoni ibridi è una tecnica che uso abitualmente, spesso in questa musica si sentono in lontananza voci liriche, hang drum, armonici, cluster, vibrazioni infrasoniche: tutto ciò è stato realizzato con i sintetizzatori. Ho utilizzato chitarre acustiche per ottenere un suono morbido nella prima parte del film, mentre dalla scomparsa delle finestre fino alla fine predominano gli archi e un’aria molto più cupa, drammatica e acida. L’intera colonna sonora è formata da due temi: uno che simboleggia i ricordi, le false apparenze, la finta innocenza dei protagonisti, l’altro che rappresenta il male e la claustrofobia. La cosa più interessante nello scrivere Hybris è stata trasformare i temi principali in base agli eventi del film, per poi raggiungere il culmine verso la fine dove i due temi invertono il loro significato (l’innocenza si trasforma in malvagità e la perfidia diventa “amore fraterno”).
Da quando Hybris è uscito al cinema, le critiche che sono state rivolte alla tua colonna sonora sono sempre state positive: si parla di musica puntuale e avvincente, che imposta il tono e che è capace di creare tensione ed inquietudine. Come ti senti a sapere che il tuo lavoro può raggiungere un’ampia fetta di pubblico? Pensi che Hybris possa aprirti la strada verso nuove – e grandi – esperienze?
Hybris è stato per me l’inizio di una carriera nell’ambito cinematografico, non avevo mai lavorato ad un lungometraggio. È molto diverso realizzare una musica per un documentario, una pubblicità o un cortometraggio. Scrivere la musica per un film ti lega emotivamente alla tua creazione, ti dà la possibilità di suscitare emozioni e di esprimere un ragionamento musicale, non si limita a fare da sottofondo. Ovviamente vedere il tuo lavoro al cinema è un’emozione che pochi possono provare! È indescrivibile… Ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questa colonna sonora: Alessandro di Maio (mix e chitarra acustica), Fabio Pignatelli (mastering), Francesco Marini (violoncello), David Folchitto (batteria). Spero che Hybris possa essere anche una vetrina, non solo per me ma per tutti i ragazzi che ci hanno lavorato, è un film nato esclusivamente per passione e voglia di fare, quindi sì, spero possa aprirmi nuove strade! … Magari un altro film! [Ride]