Intervista a Marco Giallini: ‘a volte è bello dire papà’
Abbiamo incontrato Marco Giallini in occasione dell’Ortigia Film Festival e, dopo una chiacchierata informale, ne abbiamo approfittato per intervistarlo. La nostra conversazione è stata trasmessa in diretta attraverso Periscope, contornata dalla titubanza di Marco che continuava a ripetermi: “ma sicura che sto coso registra?”.
In ogni caso, pare che ce l’abbiamo fatta e molti di voi ci hanno seguiti direttamente su Twitter. Per gli altri, invece, eccovi qui la nostra chiacchierata con uno degli attori più gettonati del cinema italiano, il simpaticissimo e talentuoso Marco Gaillini!
Allora Marco, parlaci del tuo ultimo film, Se Dio Vuole, per la regia di Edoardo Falcone. Come ti sei trovato col cast? Sappiamo che sei anche diventato amico di Gassman!
Si ma c’ero già diventato amico in Tutta colpa di Freud! Se Dio Vuole è un film che, nonostante Falcone, ovviamente scherzo – dice ridendo –, mi ha dato veramente tanto. È andato bene sia al botteghino che come critiche. Quando l’ho visto mi è piaciuto molto. Tra le commedie è una delle migliori che ho fatto, anche perché: non sono io! Ma non è bravura eh, è che se mi metti il camice da chirurgo mi prende così!
Quindi in una vita parallela potresti fare il chirurgo?
No, magari no
Tu sei passato dal noir alla commedia, poi sei stato il volto del Terribile in Romanzo Criminale e molto altro… ma qual è stato il giro di boa? Quale ruolo ti ha portato al successo?
Svariati film, prima ne avevamo fatto già almeno una trentina. Poi con Io, loro e Lara ho avuto la candidatura al David e Romanzo Criminale, Posti in piedi in Paradiso ho avuto la candidatura come miglior attore protagonista, che in un film di Verdone ci può anche stare; ACAB… poi Tutta colpa di Freud e poi non ho più saputo controllare la situazione – ride -. Perché poi sai, non sei più un bambino e allora… finché sei ragazzo ci fai caso… io oramai mi ero abituato ad essere si conosciuto, ma comunque non in questo modo, insomma una popolarità che alle volte vorresti anche farti una chiacchierata con qualcuno e non ce la fai, perché non sai più con chi parlare e… Se Dio vuole (si tira fuori citando il suo ultimo film, con una smorfia sul volto che è tutta un programma!)
Facciamo un passo indietro: 1998 con L’Odore dlela notte di Caligari a cui tra l’altro l’OFF dedica un focus. Che ricordo hai di Caludio?
Un fratello, una persona di un’altra categoria. Una persona di cinema intelligentissima, sensibile, forse un po’ troppo. Adesso tutti lo ricordano, parlano di lui come se fosse lo Scorsese italiano ma in realtà, senza mettere la croce su nessuno, ha sofferto troppo per fare il cinema, tra l’altro ha fatto pochi film… e ci dovevano pensare quando era vivo. Claudio meritava di più
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Farò un film drammatico che uscirà a settembre, Storie sospese, ci siamo io e Maya Sansa, con Alessandro Tiberi, Giorgio Colangeli, insomma gran bel cast per un film in cui ho anche fatto un corso di arrampicata in modo da non avere controfigure. Nel film sono un opeario e questo mi ha ricoradto un po’ mio padre, l’ho fatto pensando a lui… dico papà perché è bello dì papà qualche volta. Lui faceva l’opeario, ma l’operaio vero, non l’impiegato.
Poi esce Loro chi? dove ci siamo io ed Edoardo Leo. Poi a settembre un film con Paolo Genovese e Valerio Mastrandrea… torno a lavorare con Valerio che è un mio amico ed è anche il padrino di mio figlio.
Cinematographe ha una sezione dedicata all’incontro tra cinema e cibo, quindi ti chiedo: qual è il tuo piatto preferito?
Eh pure lì mi prendi bene perché sono una buona forchetta, poi sono andato anche a Identità Golose a Milano così mi sono fatto gli chef amici, magari mi fanno pagare di meno! Tra i piatti preferiti direi pesce crudo, l’ho scoperto a 40 anni però mi piace!