Intervista a Rä di Martino su Controfigura: “Volevo vedere la storia al di fuori della finzione”
Un viaggio nell'arte e nella vita di Rä di Martino, la regista di Controfigura
Rä di Martino è una regista romana, che prima ancora di dedicarsi a film, documentari e corti è prima di tutto un’artista, la quale realizza moltissime mostre in giro per il mondo, in particolar modo dedicandosi ad istallazioni e fotografie. Reduce dalla 74 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con Controfigura, Rä di Martino ci ha concesso un’intervista per parlare di lei, dei suoi progetti futuri e soprattutto del suo ultimo film, Controfigura, un film che va al di là della definizione di genere, un film in cui finzione, realtà, making of e backstage si mischiano in un’unica opera. Nel film sono presenti anche Valeria Golino, Filippo Timi e Corrado Sassi, così come tanti membri della crew.
La prima cosa che abbiamo chiesto a Rä di Martino è proprio sul suo essere artista oltre che regista, in particolar modo ci interessava sapere se si rapporta in modo diverso alla realizzazione di un film rispetto ad altri tipi di opere.
“Io non mi sento diversa quando sono artista o regista, resto sempre me stessa, sicuramente però sono due mondi diversi ed il metodo e le strutture produttive richieste sono differenti. Come artista lavoro da sola con l’opera che realizzo, per un film, essendoci anche una procedura diversa, lavoro con collaboratori, è più un lavoro di squadra e il film come genere si differenzia, essendo per certi aspetti più narrativo, ma io rimango me stessa.”
Controfigura è un’opera meta-cinematografica che riflette sul cinema, sul ruolo dell’attore, della controfigura e che si mostra dal di dentro. All’interno però c’è anche il remake di un film americano The Swimmer, che vedeva protagonista Burt Lancaster. Abbiamo chiesto a Rä di Martino, cosa l’abbia interessata nella storia di The Swimmer, perché voleva fare un remake proprio di questo film?
“Ho sempre voluto fare qualcosa su The Swimmer, è un film assurdo, da un certo punto di vista sbagliato e dislocato, le battute sono assurde, non è il classico film hollywoodiano. Nasce da un racconto breve di John Cheever, ma come film è molto strano. Proprio in questa sua assurdità mi ha interessato.”
Controfigura è un’opera complessa che dona molti spunti di analisi e riflessione, cosa ti ha spinta al voler fare un’opera meta-riflessiva che si interroga su se stessa tramite The Swimmer?
“Ho avuto la possibilità di lavorare per un lungo periodo a Marrakech e di conoscere di più questa città, che per la sua cultura araba si contrappone in qualche modo alla cultura americana, ma allo stesso tempo mi ha ricordato alcuni artefatti e aspetti dell’America. Non è l’America perché è una città molto antica, eppure ci sono luoghi isolati, dove nascono alberghi di estremo lusso e ricchezza, all’improvviso. Così ho anche scoperto che c’erano molte piscine e ho deciso di riprendere la storia di The Swimmer e renderla mia, farla più italiana. Volevo raccontarne la crisi dei personaggi, della controfigura e del film stesso. Inoltre volevo raccontare anche la mia crisi, la mia difficoltà nel lasciarmi andare alla finzione, raccontare una semplice storia o un remake, non mi veniva. Volevo vederla al di fuori della finzione.”
Come è stato partecipare al Corto Dorico Film Festival?
“L’esperienza del Corto Dorico Film festival, è stata molto piacevole e sono molto contenta. In generale l’esperienza ai Festival è molto bella, ci si confronta direttamente con altri registi, attori, con un ambiente interessante.”
E per concludere ci piacerebbe sapere quali sono i tuoi progetti futuri?
“Per il futuro ho in progetto diverse mostre e in estate girerò un film a Roma sulla città stessa, che si ispira vagamente al film L’Imperatore di Roma del 1987, ma non è un remake, è solo un’ispirazione che tengo presente. Inoltre sto incominciando, con altre persone, a scrivere un film di finzione, ma siamo ancora agli inizi.”