Intervista a Roan Johnson: regista de I delitti del BarLume
Si è conclusa pochi giorni fa la terza stagione de I delitti del BarLume (recensione) che ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico. Noi di Cinematographe abbiamo avuto modo di intervistare il regista Roan Johnson (di cui ricordiamo anche le precedenti pellicole I primi della lista e Fino a qui tutto bene). il quale ci ha raccontato interessanti dettagli su quello che avviene dietro le quinte di questa bella realtà della televisione italiana e su cosa ci possiamo aspettare per il futuro. I fan delle avventure del Viviani, di Tiziana e dei quattro “bimbi” ospiti fissi del bar non rimarranno delusi.
Dentro al fenomeno I delitti del BarLume: una chiacchierata con il regista Roan Johnson
1) Gli ascolti della terza stagione de I delitti del BarLume, con più di un milione di spettatori complessivi a puntata, sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. Ti aspettavi un successo di tale portata?
Speravamo che ci fosse una buona tenuta degli ascolti, ma non ci aspettavamo questo risultato da record. Il dato più incredibile è la permanenza del 73% a puntata, cifre che solitamente vengono raggiunte da Masterchef e qualche puntata di Gomorra. Per intenderci, un blockbuster americano mediamente fa dal 40% al 50%. Siamo veramente molto contenti, perché evidentemente il ritmo delle puntate e la miscela del giallo con l’intreccio dei personaggi hanno portato a fare affezionare gli spettatori e a farli rimanere fino alla fine degli episodi.
2) Due punti di forza della serie sono la spontaneità e la naturalezza con cui i personaggi interagiscono fra loro. Quanto di ciò è merito del lavoro in fase di sceneggiatura e quanto invece è frutto dell’improvvisazione degli attori?
C’è un grande lavoro di sceneggiatura, che passa varie fasi. Io e gli altri sceneggiatori, cioè Ilaria Madeddu, Davide Lantieri e Carlotta Massimi, ci rimbalziamo i copioni, coinvolgendo nel processo di scrittura anche lo scrittore dei romanzi a cui è ispirata la serie, Marco Malvaldi, la Palomar e la stessa Sky. Avviene quindi un raffinamento progressivo delle storie, delle trame e dei dialoghi. In tutto questo c’è anche un grande apporto da parte degli attori, in particolare da Filippo Timi e Alessandro Benvenuti, che sono a loro volta registi e autori. Nelle prove, andiamo poi a tagliare le scene un po’ come farebbe un sarto prima di fare indossare un vestito, in modo che calzi a pennello. Proprio per via di questo grande lavoro in fase preliminare fra scrittura e prove, l’improvvisazione in sé è ridotta al minimo e quando arriviamo sul set nel 90% dei casi non avvengono più modifiche.
3) Ci racconteresti qualche aneddoto o episodio divertente accaduto sul set?
Ci sono tantissimi aneddoti ed episodi divertenti avvenuti sul set, ma quello più incredibile è probabilmente uno di questa stagione. Due mesi prima dell’inizio delle riprese, Marcello Marziali (Gino Rimediotti nella serie) mi ha chiamato per dirmi che a causa di un intervento era senza voce, ma che nel giro di 2-3 settimane sarebbe tornato tutto a posto. Quando è arrivato il momento di cominciare a girare però, Marziali era ancora quasi completamente afono. Abbiamo quindi dovuto riscrivere una sorta di sottotrama che spiegasse che il problema della voce di Gino Rimediotti era dovuto alla sorella che gli teneva l’aria condizionata sempre accesa. Questo evento negativo poi si è rivelato una grande opportunità, perché il personaggio di Marziali in questa stagione ha un grosso peso (in particolare nella puntata Il telefono senza fili) e con questo piccolo problema è diventato ancora più divertente.
4) Soffermiamoci sui personaggi: a chi o cosa ti sei ispirato per crearli? Ti riconosci in uno o più di loro?
I personaggi fondamentalmente prendono vita già nelle pagine dei romanzi di Marco Malvaldi da cui è tratta la serie. Io e Marco siamo entrambi di Pisa, siamo tutti e due classe ’74 e abbiamo frequentato gli stessi posti, quindi abbiamo una sorta di presepio vivente comune in testa, che è quello della fauna pisana. Per me era molto facile leggere sulla pagina dei personaggi che prendevano forma in delle persone vere e proprie; alcune di loro probabilmente io e Marco le abbiamo conosciute veramente.
5) Questa terza stagione si è conclusa in maniera alquanto turbolenta. Possiamo sperare in un tuo ritorno nella cittadina di Pineta per una quarta stagione? E se sì quando?
Noi crediamo molto nel ritorno nella cittadina di Pineta per una quarta stagione, e visti i risultati possiamo sperare di farla al più presto. Di solito giriamo a Marciana Marina a giugno e luglio perché sono logisticamente i mesi migliori, con una grande vitalità attorno al bar che ci aiuta a rendere il paese di Pineta vivo.
6) Parlando della tua carriera invece, sappiamo che a breve arriverà in sala il tuo nuovo film, Piuma. Ti va di parlarcene?
Abbiamo girato Piuma in autunno, appena finite le riprese e il montaggio de I delitti del BarLume. Per la prima volta non ho girato in Toscana, e nello specifico in provincia di Pisa, come in tutte le mie altre esperienze da regista: Il terzo portiere, l’episodio da me diretto di 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo, I primi della lista e Fino a qui tutto bene erano ambientati a Pisa, e la stessa cittadina immaginaria di Pineta de I delitti del BarLume è chiaramente Marina di Pisa. Piuma è ambientato a Roma, dove vivo da 15 anni, città che mi ha adottato e che credo ormai di conoscere nel territorio e nella sua umanità.
7) Quali sono invece i tuoi progetti futuri?
Spero di continuare a lavorare sul BarLume, dove si è creato un rapporto di fiducia e familiarità con Palomar e Sky (che hanno anche coprodotto il film Piuma), e anche su altri film. È molto difficile calcolare il futuro della propria carriera, credo che bisogna fare un passo alla volta e raccontare di volta in volta ciò che più ci preme, lasciandosi anche ispirare (come nel caso del BarLume) da temi che non sono propriamente nelle nostre corde, ma che proviamo ad adattare e fare nostri.