Intervista a Veronica Pivetti: regista di Né Giulietta, né Romeo
In occasione dell’uscita di Né Giulietta, né Romeo, che vede il debutto alla regia di Veronica Pivetti. La pellicola tratta il tema dell’omosessualità in un’Italia ancora retrograda e inconsapevole, affrontando il periodo delicato dell’adolescenza, quella di chi nasconde la propria identità. Per scoprirne di più abbiamo incontrato la regista Veronica Pivetti.
Veronica Pivetti racconta la sua avventura Né Giulietta, né Romeo che segna il debutto dell’attrice alla regia
Veronica Pivetti, come mai hai scelto Né Giulietta, né Romeo, con un tema così controverso come quello dell’omosessualità, per girare la tua opera prima?
Perché è una storia che valeva la pena di raccontare, mi è piaciuta molto fin dall’inizio. Volevo raccontare le dinamiche di una famiglia che cambia la sua prospettiva in seguito ad una rivelazione come l’omosessualità del proprio figlio.
Nel film vediamo che non solo si parla di società omofoba tra gli adulti, ma anche tra ragazzi, come mai secondo te?
La nuova generazione è figlia della vecchia generazione che influenza e danneggia con battutine sui gay ed osservazione maligne. Non c’è da sorprendersi quindi se anche tra i ragazzi spicca un’aggressività che non ci si aspetta.
Come è nato il desiderio di passare dietro la macchina da presa?
Era una cosa che desideravo da tempo. Dopo alcuni cortometraggi, modo in cui cominciano tutti quelli che sono interessati alla regia, mi sono resa conto che è un mestiere che mi piace tantissimo. È veramente difficile però, veramente. Nonostante volessi tanto fare questo lavoro mi sono ritrovata incastrata in molti problemi, ma sono soddisfatta della riuscita del film.
Anche lei come il giovane Rocco durante l’adolescenza ha avuto problemi con la sua famiglia?
Ovviamente, ma è quello che capita un po’ a tutti. Ancora adesso mi ci scontro! Ma la verità è che ci si vuole bene anche se il più delle volte si hanno visioni contrastanti.