Jim Carrey a Venezia 74: “Ho avuto l’impressione di essere proprio Andy Kaufman”
Jim Carrey parla del documentario presentato a Venezia 74 Jim & Andy. The Great Beyon. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Toni Clifton.
Jim & Andy. The Great Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton. Un titolo lungo quello del documentario presentato a Venezia 74 sul legame tra Jim Carrey e lo stravagante comico Andy Kaufman, un esempio di metamorfosi umana, la testimonianza di quando ci si immedesima totalmente nel ruolo del proprio mito.
Come è nato il progetto delle riprese dietro le quinte durante il film Man on the Moon?
“È stata una cosa voluta da me. Di solito molte produzioni vogliono fare dei backstage, ma non mi sono mai sentito molto a mio agio in questo contesto. Di solito prendono loro delle troupe, ma non è mai divertente. Visto che in quel periodo erano Andy e Tony a prendere le decisioni, sono stati loro a scegliere di far svolgere questo lavoro all’ex fidanzata di Kaufman e al suo ex socio. Le riprese così sono diventate parte di qualcosa di speciale, al di sopra di tutto.”
Ti è mai capitato di immedesimarti così tanto in altri personaggi?
“Ho avuto l’impressione di essere proprio Andy mentre lui era me, eravamo insieme. A volte ho creduto di stare interpretando io me stesso! C’era sicuramente un alto livello di impegno in questo film. Io, Jim Carrey, non avevo potere decisionale.”
Visto che sei tu stesso il creatore dei tuoi personaggi, hai mai pensato di dirigere un film?
“Qualche volta l’ho pensato, ma ci sono persone che fanno questo come mestiere e sono molto più brave di me nello sviluppare idee. Se dovessi dirigere qualche film non ci reciterei.”
È vero che la Universal non voleva che venissero rilasciate le riprese del backstage?
“Sì, inizialmente si pensava di inserire questi spezzoni addirittura all’interno del film, ma l’Universal aveva una star da proteggere e non si è sentita di mostrarli. Andy Kaufman consisteva sempre un problema. Penso però che non avrebbero dovuto preoccuparsi, in ogni caso l’importante è che questo lavoro sia stato portato a termine.”
Come hai reagito quando hai saputo della morte di Jerry Lewis?
“È stato un colpo. Era un genio assoluto, aveva così tanti livelli, tanti strati e modalità diverse con cui recitare. Per quanto riguarda i miei gusti comici però non mi limito ai commedianti veri e propri, ad esempio mi è sempre piaciuto Marlon Brando. I grandi artisti hanno tutto e non negano nessun aspetto al posto di un altro.”