L’Isola delle Rose: Sydney Sibilia e il cast parlano del loro sogno utopistico
Quello che abbiamo scoperto sull'atteso nuovo film di Sydney Sibilia L'incredibile storia de l'isola delle rose, originale Netflix e con un cast internazionale. In arrivo il 9 dicembre.
L’incredibile storia de l’isola delle rose arriverà su Netflix il 9 dicembre, con un cast intenzionale e una storia nostrana
È stata presentata alla stampa la nuova pellicola originale Netflix L’incredibile storia de l’isola delle rose, una co-produzione con la Groenlandia di Matteo Rovere e il servizio streaming per questa avventura tutta italiana, ma che arriverà al pubblico di tutto il mondo il 9 dicembre 2020. Una pellicola che, come ha ricordato il regista e co-sceneggiatore Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) sarebbe dovuta arrivare in sala, ma che gli eventi attuali l’hanno “marginata” al solo servizio streaming. Il film si basa sulla vera storia dell’ingegnere Giorgio Rosa e la nazione indipendente che ha fondato nel 1968 nel Mare Adriatico, al di fuori delle acque territoriali italiane: L’Isola delle Rose.
Ci troviamo nel 1968, l’anno della più tumultuosa e dirompente contestazione studentesca. Un giovane ingegnere di nome Giorgio Rosa (Elio Germano), con un grande sogno e un sorprendente genio visionario, decide di costruire un’Isola al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, nel mare di nessuno, e la proclama stato indipendente. Un’Isola d’acciaio, un mondo a parte, in cui la libertà individuale è il valore assoluto in cui vale una sola regola: niente regole! In questa impresa impossibile egli avrà al suo fianco un eterogeneo gruppo di complici: il suo migliore amico, un giovane imprenditore più propenso ai bagordi che all’azienda di papà, un misterioso naufrago in cerca di approdo, un animatore delle notti romagnole in cerca di una nuova vita e una ventenne romantica in cerca di lavoro. E poi Gabriella (Matilda De Angelis) la donna appassionata che Giorgio trascina nella sua ambiziosa avventura e nella sua vita. L’Isola delle Rose attira ben presto l’interesse della stampa e soprattutto di frotte di ragazzi da mezzo mondo, trasformandosi in mito, in caso internazionale e in un quasi insormontabile problema politico per il Governo italiano che non può tollerare la fondazione di un nuovo Stato in acque così vicine. Perché un’utopia che diventa realtà non può che avere conseguenze imprevedibili, al di là di ogni immaginazione. Nel cast troviamo anche Leonardo Lidi, Luca Zingaretti, Tom Wlaschiha, Fabrizio Bentivoglio, Violetta Zironi e Alberto Astorri.
Alla sceneggiatura troviamo Francesca Manieri che, insieme al regista, ha impiegato solamente un anno e mezzo per portare su carta questa storia che ha dell’incredibile. Non sono ovviamente mancate le dirette testimonianze del vero Giorgio Rosa, ancora in vita, ma Sibilia e Manieri ci tengono a ricordare che questo è un film, un’opera di finzione, seppur basata su una storia vera. Ecco le parole del regista Sibilia:
L’incontro con l’ingegnere, avvenuto anni fa, è stato il punto da cui sono partito per rivedere la vicenda al di là di quello che era stata, l’epopea di una guerra che l’Italia aveva vinto per fermare la mente libera di un uomo che non voleva fare altro che piantare una palafitta nell’acqua. Nei ricordi di ciò che è avvenuto, Giorgio Rosa si è lasciato più volte sfuggire che l’assurdità di quella battaglia stava proprio nel fatto che non c’era alcuna intenzione di andare contro il sistema, che semplicemente quel tratto di mare era libero, e che lui voleva utilizzarlo per i suoi studi di Ingegneria applicata all’estrazione di energia. Quanto può un’idea essere pericolosa? E quanto c’è di comico, tragico ed epico insieme che per un’oasi di pace fondata così al largo si possa scomodare il governo italiano, la commissione europea, e le multinazionali private?
Ma l’intera isola delle rose come è stata ricostruita? Ce lo spiega il produttore Matteo Rovere, andato fino a Malta per portare in vita le visioni del regista:
A livello produttivo il film presentava delle sfide assolutamente inedite. Prima tra tutte la ricostruzione del ’68, un film quindi in costume con la volontà da parte di Sydney di far vedere questa grandiosità, di portare lo spettatore fisicamente all’interno di un mondo che però doveva essere reale. Tutto ciò ha comportato l’utilizzo di un enorme numero di figurazioni, moltissimi veicoli di scena, ma lo scenografo Tonino Zera, grandissimo artista, ha messo insieme e dato corpo alla visione del regista. Abbiamo impiegato più di un anno per capire come realizzare fisicamente l’isola, non avevamo nessuna intenzione di realizzarla completamente in postproduzione. Dopo una lunga ricerca abbiamo trovato questi grandi tank, “infinity pool” che si trovano a Malta, e all’interno di queste piscine abbiamo costruito un edificio poggiato nell’acqua con la piscina che poi veniva di nuovo riempita, girando appunto praticamente dal vero. Posso affermare con certezza che questo film è stato il più complesso che io abbia mai contribuito a realizzare. La sfida era grande, avevo tutta la voglia di riuscirci e sono contento che ce l’abbiamo fatta.
Di grande rilievo in questa pellicola sono le donne che, come anche la sceneggiatrice Francesca Manieri puntualizza, sono il vero cardine di questa visione utopistica e il simbolo dell’isola. Matilda De Angelis interpreta Gabriella, una donna avventurosa che non ha paura del progresso, ma che comunque è ancora figlia del suo tempo. Un personaggio molto interessante, dalle mille sfaccettature. Violetta Zironi è invece Franca, una ragazza madre e single che non ha paura di rischiare tutto per la libertà. “Franca è il simbolo di questa avventura” ci rivela l’attrice che, nella sua isola utopica vorrebbe che ci fossero zero regole. “Anche io mi sono sentita fuori luogo in passato, mi è bastato cambiare città per sentirmi nuovamente libera”.
Ricordiamo che il film arriverà su Netflix il prossimo 9 dicembre.