La Ragazza nella Nebbia in Home Video – Intervista a Ekaterina Buscemi
In occasione dell'uscita in DVD del film La Ragazza nella Nebbia di Donato Carrisi, ispirato al suo omonimo best seller, abbiamo intervistato la giovane attrice Ekaterina Buscemi, che con passione ed emozione ci parla del suo breve ma intenso ruolo, colonna portante dell'intera narrazione
“Poi un giorno mi ha scritto Donato Carrisi e assieme abbiamo realizzato i nostri sogni”. La favola di Ekaterina Buscemi, la giovane attrice dai capelli rossi e gli occhi verdi, interprete della sedicenne Anna Lou Kasttner in La Ragazza nella Nebbia, è iniziata così.
Dopotutto il cinema è sogno e non ci sono parole più pure e oneste di queste per esprimere la grande passione che unisce Ekaterina a questa immensa arte, portandola ad esaltare con sincerità il profondo legame che unisce la sua passione alla relazione con il reale, rendendo possibile la concretizzazione di un sogno. Un sogno che ha unito sia il regista e scrittore Donato Carrisi sia la giovane debuttante in un thriller apprezzatissimo dalla critica e dal pubblico.
In occasione dell’uscita della versione Home Video del film abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con l‘attrice che, attraverso considerazioni, ricordi e aneddoti, ci ha raccontato alcuni dettagli del film La Ragazza nella Nebbia, facendoci inoltrare anche nelle sue emozioni e nei suoi sogni. Parlando dell’opera cinematografica che segna il suo debutto sul grande schermo e sul suo rapporto col regista Donato Carrisi, la Buscemi ha detto:
“Lavorare al mio esordio per Donato Carrisi è stata un’esperienza meravigliosa, lui è uno scrittore straordinario che ha esordito sul grande schermo, incoraggiato da produttori del calibro di Maurizio Totti e Alessandro Usai nel riproporre un genere che era stato abbandonato dal cinema italiano; a conti fatti penso si possa affermare che questo coraggioso progetto sia riuscito a meraviglia, superando le più rosee aspettative. Il merito naturalmente va anche a un cast d’eccezione sul quale il regista Carrisi ha avuto carta bianca e del quale ho avuto l’onore di far parte come unica esordiente, per giunta in un ruolo così importante. Non nascondo di aver chiesto a Donato il perché della sua scelta così decisa di puntare su un volto nuovo fra tante attrici professioniste valutate nei casting, la risposta è arrivata dall’uso che faccio della fotografia, la mia altra grande passione, su me stessa e attraverso la quale il regista mi ha trovato e scelto, a suo dire, per l’espressività e l’intensità della mia immagine e per la forza che ha trovato nelle mie fotografie; non smetterò mai di ringraziarlo per la grande opportunità che mi ha dato.”
Qual è stato il tuo primo impatto di fronte alla macchina da presa e come ti sei relazionata con essa?
“Il primo impatto con la macchina da presa mi ha tolto letteralmente il fiato, un set cinematografico è altra cosa rispetto a un set fotografico e sono rimasta impressionata dalla quantità di persone e strumentazioni impiegate nel corso delle riprese. La vera novità per me è stata trovarmi all’interno di un progetto così grande e ovviamente lavorare con professionisti e attori di quel calibro.”
In La Ragazza nella Nebbia non abbiamo modo di farci un’opinione personale sulla figura di Anna Lou, poiché è svelato allo spettatore solo ciò che gli altri protagonisti sanno e rivelano di lei. Tu come descriveresti il tuo personaggio e che opinione ti sei fatta di lei?
“Ho conosciuto Anna Lou tra le pagine del libro di Donato, il suo è un personaggio molto ben caratterizzato con la particolarità che lo spettatore in un certo senso è portato a inseguire la sua immagine in modo indiretto per quasi tutto il film, al netto delle scene clou che la vedono protagonista e sulle quali ovviamente non voglio spoilerare niente. Si tratta di una ragazzina dolcissima di 16 anni, cresciuta in una famiglia dalle solide convinzioni religiose. Ama gli animali e la natura, è sportiva e le piace pattinare, è proprio quella che si potrebbe definire una brava ragazza, pura direi e senza ombre o segreti nella sua limpida esistenza nel tranquillo paesino di montagna di Avechot. Senza volerlo ci assomigliavamo già molto ancora prima di conoscerci.”
Il cast è ricco di attori molto importanti come Jean Reno, Toni Servillo, Antonio Gerardi, Alessio Boni. Hai avuto modo di interfacciarti con loro? Ti va di raccontarci qualche aneddoto simpatico avvenuto sul set?
“Avere la possibilità di conoscere e collaborare con un cast del genere mi ha arricchito tantissimo dal punto di vista personale, professionale e culturale. Devo dire che ho avuto la fortuna di conoscere una serie di professionisti straordinari che mi hanno insegnato tanto e mi hanno fatto sentire veramente parte di una famiglia. L’attore col quale ho lavorato di più è stato Alessio Boni che, con la sua grande professionalità unita a una recitazione di certo impeccabile, ha saputo infondermi grande tranquillità e sicurezza; mentre recitavo insieme a lui, il mitico ciak ha scandito il mio primo “buona la prima”, mi hanno detto che non succede spesso agli esordi, è stata una grande soddisfazione ricevere un applauso spontaneo sul set e i complimenti degli attori e del regista, mi emoziona a pensarci ancora oggi. E poi Toni Servillo, Jean Reno, Antonio Gerardi, Lorenzo Riquelmy e tutti gli altri, vorrei poter raccontare un aneddoto con ciascuno di loro, ma mi rendo conto sia difficile farlo in un’intervista, una cosa in più però la voglio dire su un rapporto speciale che è nato sul set, ovvero, la mia amicizia con un’attrice che personalmente stimo tantissimo: Daniela Piazza, la mia mamma nel film. Mi ha dato tanti consigli e mi è sempre stata vicina, un vero e proprio punto di riferimento oltre che un’amica meravigliosa.”
Il film tratta una storia di cronaca fittizia che rispecchia fatti che ormai quotidianamente attirano l’attenzione dei media e della stampa. Cosa ne pensi di questa eccessiva mediatizzazione che condiziona e incide radicalmente sull’opinione pubblica?
“Penso che l’eccessiva e morbosa deriva mediatica che si genera intorno a fatti di cronaca, spesso nera, sia un tema certamente attualissimo. La varietà delle fonti media, alle quali si abbevera il grande pubblico al giorno d’oggi, è molto meno controllabile rispetto a quando a farla da padrone nell’opinione pubblica erano principalmente le grandi testate giornalistiche, per questo penso che solo attraverso un’applicazione rigorosa della deontologia professionale da parte dei giornalisti accreditati e la chiara identificabilità delle fonti possano permettere al pubblico di orientarsi nella maniera più selettiva possibile.”
Il cinema è una macchina potente, cosa ti ha spinta a intraprendere questo percorso professionale?
“La recitazione per me rappresenta un continuo confronto con me stessa, ho scoperto che mi piace mettermi nei panni degli altri. A essere sincera, mi hanno sempre detto fin da bambina che sarei stata portata per fare l’attrice, non ci credevo, pensavo lo dicessero per gioco, […]. Adesso Donato è candidato al prestigioso Premio David di Donatello e io sono così orgogliosa di lui.”
Se ne puoi parlarne, al momento hai in cantiere altri progetti cinematografici o televisivi?
“Ho ricevuto diverse proposte per delle parti che mi interesserebbero e ho fatto qualche provino, però su questo tema, per ora, preferirei non aggiungere altro per ragioni puramente scaramantiche. Colgo però l’occasione per ringraziarvi di cuore per questa bella intervista sulla vostra testata che seguo sempre con grande interesse.”