Audrey Diwan e Anamaria Vartolomei: La scelta di Anne – L’Événement “non è solo un film sull’aborto” [VIDEO]
Intervista a Audrey Diwan e Anamaria Vartolomei regista e protagonista del film vincitore del Leone d’Oro a Venezia 78.
“È un film che parla dell’aborto clandestino e attraverso questo tratta della volontà, della libertà di cambiare classe sociale, di continuare gli studi, di poter provare piacere sessuale, sono tutti argomenti che girano intorno”, così Audrey Diwan ci ha raccontato il suo discusso film La scelta di Anne – L’Événement vincitore del Leone d’Oro a Venezia 78, in sala dal 4 novembre distribuito da Europictures. Una rappresentazione realistica e dolorosa che colpisce dritto allo stomaco se si pensa che in tanti paesi del mondo ancora oggi l’aborto è illegale e le donne devono sottostare alle regole imposte dalla società e dal patriarcato. Per questo il film di Diwan appare come necessario per riflettere sui diritti fondamentali delle donne (e non solo) che spesso diamo per scontati e che son frutto di numerose battaglie del passato.
Tratto dal libro autobiografico di Annie Ernaux, il film racconta l’insostenibile calvario che deve vivere una giovane donna negli anni ’60 per interrompere una gravidanza indesiderata: isolata, oltraggiata e umiliata Anne è disposta a tutto per non perdere la sua libertà di scelta, per vivere la vita che ha sempre desiderato e che un bambino in quell’epoca e a quell’età le avrebbe impedito di fare. L’intensa e talentuosa Anamaria Vartolomei interpreta Anne:
“Sono stata animata per tutta la lavorazione del film da una grande collera – ci ha spiegato l’attrice – quando mi sono resa conto della violenza che comporta questa realtà. La mia più grande sfida è stata quella di rappresentare questo personaggio in modo giusto. Dovevo incontrare Annie Ernaux ma per via del lockdown non siamo riuscite a farlo e inizialmente mi sono molto dispiaciuta, ma poi mi sono detta che forse era meglio così perché questo mi ha dato la possibilità di adattare il personaggio per farne quella che io ritenevo una rappresentazione giusta”.