La vita bugiarda degli adulti: il cast svela le curiosità sulla serie, tra bugie e sessualità
Il cast e i produttori svelano alcune curiosità su La vita bugiarda degli adulti, su Netflix dal 4 gennaio 2022.
L’attesissima trasposizione seriale del successo letterario La vita bugiarda degli adulti edito da E/O nel 2019 e scritto dall’ormai conosciutissima e misteriosissima Elena Ferrante – cui dobbiamo il successo letterario e televisivo di L’amica Geniale – è finalmente in uscita. Netflix distribuirà la serie a partire dal 4 gennaio 2023.
In occasione della presentazione stampa della serie TV, in uscita su Netflix dal 4 gennaio 2023, abbiamo incontrato il cast, il regista, gli sceneggiatori, il produttore Domenico Procacci e la Vicepresidente delle serie Netflix italiane Eleonora “Tinny” Andreatta. Ecco quello che abbiamo scoperto sulla realizzazione della serie e sui retroscena rispetto al lavoro interpretativo
La vita bugiarda degli adulti: il nostro incontro con i produttori, il regista e il cast
La serie, scritta da Francesco Piccolo (romanziere instancabile e sodale sceneggiatore del cinema di Paolo Virzì e Francesca Archibugi) e Laura Paolucci (sceneggiatrice di Il colibrì e Amori che non sanno stare al mondo) e diretta da Edoardo De Angelis (Indivisibili e Il vizio della speranza), che firma la regia di ciascun episodio, è ambientata in una Napoli anni ’90 colorata, popolare, conflittuale e variegata e vede al centro della narrazione Giovanna, un’adolescente come tante altre che cresce tra insegnamenti mai del tutto coerenti, condotte morali probabilmente ambigue, menzogne e verità celate di due genitori che vorrebbero apparire perfetti e che un giorno sussurrando tra loro sembrano improvvisamente giudicarla per via degli scarsissimi risultati scolastici, trovando in lei una sorprendente ma non del tutto nuova somiglianza con quella zia dimenticata e cancellata non soltanto da tutte le fotografie, ma anche dalla memoria collettiva della famiglia di Giovanna, la temuta e insopportabilmente acida Zia Vittoria.
Perché i suoi genitori la definiscono brutta soltanto adesso? Che cos’è accaduto con la Zia Vittoria di tanto grave da poterla a malapena nominare tra le mura domestiche altolocate e intellettualmente comiche (e menzognere) di Rione Alto? Giovanna intraprendendo una profonda conoscenza di sé e del suo passato decide che è arrivato il momento di conoscere la verità.
Il parere di Netflix rispetto all’importanza dell’invenzione
La vicepresidente delle serie tv Netflix, Tinny Andreatta, ha parlato dell’importanza dell’invenzione e del rispetto del materiale letterario di partenza rispetto alla nuova serie: “Era fondamentale per me avere una squadra di veri fuoriclasse, spaziando dal talento e carisma di Valeria Golino, alla scelta di un cast stellare, puntando sulla strategia sempre più forte e vincente della ricerca dei nuovi talenti, questi giovani sempre più rari e complessi da scovare, che una volta identificati e posti nel contesto più corretto sono in grado di brillare e farsi valere. Per non parlare poi dell’importanza della scrittura, perché era un elemento ancor più importante trattandosi di un materiale narrativo già scottante di per sé. Quindi è stata fatta una ricerca rispetto alla voce e psicologia dei personaggi letterari, da reinventare successivamente per farli funzionare anche sullo schermo. Questo si intende per forza dell’invenzione pur mantenendo un grande rispetto nei confronti del materiale di partenza e di tutte le fasi del lavoro creativo. Elemento da sottolineare è chiaramente la regia visionaria, unica e personalissimo di Edoardo de Angelis, capace di evocare realmente certi e luoghi e spazi di quella Napoli così magica, potente e particolare che solo Elena Ferrante ha saputo creare e raffigurare. Quella di De Angelis è senza mezzi termini una regia coraggiosa e fortemente talentuosa che messa al servizio di questa narrazione ha saputo dar vita ad una serie incredibilmente originale e autentica“.
Il produttore Domenico Procacci sul rischio del confronto tra La vita bugiardi degli adulti e L’amica Geniale
“Il rischio del confronto era ovvio e temuto. Ecco perché ci siamo presi il nostro tempo per selezionare e identificare le personalità più corrette. La preoccupazione di partenza però è stata immediatamente messa da parte nel momento in cui De Angelis ha accettato di dirigere la serie, facendosi carico di un progetto così complesso e nuovo. Conoscendo il suo cinema mi era chiarissima una cosa, ossia che non avrebbe lasciato fuori il suo mondo e la sua visione da questo mondo, tanto quello della Ferrante, quanto il nostro (creato dagli sceneggiatori Piccolo e Paolucci), dando vita ad immaginari unici e particolari. Un fatto interessante però è quello della timeline e del legame realmente esistente tra l’universo di questa serie e quello dell’Amica Geniale. Entrambe le serie infatti convivono nello stesso mondo e contesto, solo in una differente linea temporale.“
Edoardo De Angelis – Che cosa significa trasporre dalla letteratura al cinema e serialità
“Spesso viene detto che effettuare una trasposizione letteraria per il cinema e la serialità è quanto di più complesso possa esserci per un autore, perché scomodo e sempre ansiogeno e minato da ansie, preoccupazioni, tradimenti ecc. Per quanto mi riguarda invece è stato estremamente semplice e piacevole. È stato molto bello conoscere l’universo letterario di Elena Ferrante sapendo di doverla portare sullo schermo. Parole che diventano fatti e gesti cinematografici e che ho scelto di mettere in scena con grande accuratezza, precisione, rispetto e inventiva. Adattare non è difficile. Quello che è difficile è intercettare la sensibilità e immaginazione altrui nel farlo. Ognuno di noi leggendo un romanzo viene toccato in modo differente rispetto a sensazioni, emozioni e via dicendo, questo fa sì che ognuno si crei delle personalissime idee e aspettative, che quasi mai corrispondono a quelle di altri. Non c’è stato timore da parte mia, e nemmeno coraggio. Il cimento era così meraviglioso da sorriderne e dire sì immediatamente. Il coraggio stava probabilmente nella scelta dei produttori rispetto al dire sì al mio di nome, e non io al loro.“
Il regista Edoardo De Angelis ha parlato anche del rapporto con la bugia, dicendo: “Vivo la bugia come uno strumento di lotta capace di piegare la realtà ai nostri desideri e volontà. Un paradosso molto stimolante è questo, e cioè che nemmeno io sapevo che zia Vittoria fosse una bugiarda, una mentitrice, è qualcosa che ho scoperto a metà strada e scoprirlo è stato davvero emozionante. Scoprire qualcosa solo alla fine, nonostante si ricopra il ruolo di autori è qualcosa sempre di assurdo e bizzarro e magico. Preferisco che lo sia comunque, che la zia sia bugiarda, perché non amo i paladini della verità, i menzogneri sono più affascinanti e interessanti”.
Mentre sul rapporto con l’autrice del romanzo ha dichiarato: “Il mio rapporto con Elena Ferrante è stato sempre di natura epistolare. Un’esperienza affascinante e singolare. Ho cominciato a vivere la Ferrante non come persona, ma come entità virtuale e letteraria, sempre affettuosa, seppur incredibilmente formale. Un’entità con la quale ho avuto anche dei momenti dialettici accesi e accaniti. Quello che posso rivelare è che non ha mai avuto istinto di conservazione del romanzo, anzi, profondo interesse e apertura rispetto alle nostre volontà e novità autoriali, accettando ogni proposta di trasposizione se discussa adeguatamente. Ha visto poi la serie comunque e subito dopo mi ha mandato una lettera molto bella della quale però non posso rivelare il contenuto”
Valeria Golino e il dilemma delle “grandi tette”
La Golino riflettendo sulle preoccupazioni interpretative e il dilemma del seno fin troppo importante del suo personaggio letterario ha dichiarato: “Raccontare come si prepara un attore rispetto al personaggio che interpreta è sempre molto noioso, che questi siano vicini o lontani rispetto alla sua identità e sensibilità. Per me è stato un lavoro certamente lungo, dedicato e importante rispetto alla costruzione di quel linguaggio così particolare, di quella fisicità, di quello stare nello spazio e soprattutto fare qualsiasi cosa per diventare lei, la zia Vittoria. È stato ansiogeno non lo nascondo. Mi sembrava di non esserci ancora, di non essere abbastanza. Edoardo De Angelis mi ha posto però di fronte a persone speciali che mi hanno aiutata e hanno fatto sì che io potessi muovermi senza difficoltà o imbarazzo. Il timore più importante era legato all’aspetto del seno del personaggio che interpreto. La Ferrante nel romanzo ne elogia la grandezza, sottolineandola più volte e quindi la domanda che mi sono posta fin da subito è stata: come facciamo rispetto a queste grandi tette?”.
Andando a fondo sulla sua Zia Vittoria, la Golino ha rivelato: “Aggiungo però due parole sulla zia Vittoria. Lei è tenera e arcigna al tempo stesso. Ha questa libertà di poter essere anche esageratamente sguaiata che la rende unica, questa spinta che vive verso il brutto, la volgarità, il trucco eccessivo e via dicendo. Lei è mentore – pur sbagliando con sé stessa e su sé stessa – di una ragazzina che conduce volente o nolente verso qualcosa di non troppo giusto, di carnale e selvatico. Lei è un personaggio così diverso da quelli che io ho interpretato fino ad oggi, così differente rispetto a tutto ciò che mi sarei aspettata leggendo il romanzo.“
Sul suo rapporto con la bugia invece ha detto: “Mi ricollego al tema della serie e dico che un bravo attore non recita la bugia, la vive quotidianamente, essendo bugiardo di natura. Nonostante questo io non ho mai letto Zia Vittoria come bugiarda. Proprio perché rispetto e credo nella bugia come qualcosa di necessario da usare, certo, non eccessivamente, altrimenti diventa mitomania e quella non mi è mai interessata. Di una cosa sono convinta, l’onestà a tutti i costi non è mai qualcosa di edificante”
Giordana Marengo: la costruzione del personaggio e le difficoltà inaspettate
Per Giordana Marengo invece la serie segna l’esordio sul grande e piccolo schermo: “Il mio è un percorso particolare credo. Non avevo mai pensato di fare una cosa del genere e soprattutto non avevo mai pensato di poterla fare, di riuscirci ecco. Un’amica di mia madre però ha deciso un giorno come tanti di mandare una mia fotografia ad una responsabile casting, sono stata contattata, e ho bevuto una Coca Cola con Edoardo De Angelis che mi ha provinata senza farmelo capire, facendosi vedere e conoscere davvero e spingendomi a fare lo stesso con lui e per lui. Abbiamo evitato in questo modo l’ansia e l’agitazione dei classici provini cinematografici. Quando ho saputo di esserci riuscita per me è stato bello, emozionante, incredibile… ma è qualcosa che a parole è complesso da definire, proprio non ci riesco. Quello che so è che una volta sul set, cominciato il lavoro sul personaggio e sulla seria, non volevo più saperne di tornare a casa. Ricordo sempre il primo giorno, al palazzo delle prove, non ci eravamo ancora incontrare, Valeria Golino è venuta verso di me e mi ha abbracciata, aiutandomi tanto. La scena della serie più bella la condivido infatti proprio con lei, quella dello spremiagrumi che spero piaccia anche a voi così come è piaciuta a me”
Pina Turco riflette sul legame esistente tra sua madre e Nella, il ruolo che interpreta nella serie: “Quando penso al mio personaggio, Nella, mi viene da dire soltanto una cosa, per me è stato estremamente semplice da concepire, perché somigliava moltissimo a mia madre. Aveva tutte le sue caratteristiche, dunque un’umanità che conoscevo davvero bene. Una donna forte, comprensiva e presente che commette però l’errore di moltissime donne di qualche anno fa, mettendo la sua felicità nelle mani di altri (del marito), pagandola cara, perché poi quando si affida la propria felicità e vita nelle mani di altre persone e non nelle proprie la si paga sempre cara. Il mio è stato ad ogni modo un viaggio davvero intimo che ho amato tanto. Un percorso sicuramente intenso, ma mai complicato.”
La legittimazione della bugia e la scrittura della serie
Alessandro Preziosi e Andrea, la bugia che irrompe sulla realtà quotidiana, confondendosi tra cinema, vita e serialità: “Il mio Andrea è un personaggio con parecchie ombre e asperità. Non ne ho interpretati tanti altri come lui, il senso profondo di quello che prova però è chiaro, c’è comprensione da parte sua, profonda comprensione e allo stesso tempo legittimazione della bugia, menzogna prolungata e talvolta insensata. La legittimazione della bugia e del male è per me qualcosa di così moralmente e ambiguamente interessante da esplorare, tanto nella letteratura, quanto a teatro e nel cinema e da adesso anche nella serialità televisiva. Le bugie sono inevitabilmente parte di noi, talvolta una cosa sbagliata, talvolta una cosa meravigliosa. Sono sbagliate quando spinte oltre un limite estremo, perché poi sono quelle più pericolosamente e facilmente smascherabili. Sono meravigliose quando create e pronunciate per proteggere qualcuno, per fare del bene, o almeno provarci. La forza autoriale e registica di Edoardo fatta di così tanti colori e poi di neri e nerissimi ha smascherato questa grande bugia fin da subito, sorprendendomi e rivoltandomi come un calzino. Le contraddizioni del mio personaggio sono così profonde da rispecchiarsi totalmente nelle mie, quelle che vivo quotidianamente a cavallo tra realtà, cinema e letteratura”.
Francesco Piccolo e Laura Paolucci sulla scrittura della serie hanno invece discusso sull’importanza del contesto sociale e politico, pressoché inesistente nel romanzo della Ferrante: “La serie è ambientata negli anni ’90. Chi ha letto il romanzo sa però che la Ferrante non si interessa granché alla linea di analisi sociologica e politica del periodo che racconta e la sua storyline, perciò non è mai davvero precisa e solida. Questo perché la Ferrante si intessa quasi soltanto all’analisi psicologica e all’universalità del racconto. Noi abbiamo deciso di operare lo stesso taglio narrativo, pensandolo però come fosse una favola nera. Ci sono piccoli spostamenti che causano grandi, se non enormi catastrofi nella vita dei personaggi”.
Sul metodo di scrittura hanno rivelato: “Durante la scrittura, proprio per immergerci appieno in quelle atmosfere, abbiamo ascoltato molta musica mandata da Edoardo De Angelis, così appassionato e preciso rispetto alla scelta dei toni e delle tracce di colonna sonora. Per fare un solo esempio, abbiamo ascoltato tutto ciò che Peppino di Capri ha fatto per mesi e abbiamo cercato poi di fare lo stesso con molti altri gruppi. La potenza della musica risiede nel fatto che è sempre pronta a riportarti nel momento esatto in cui l’hai sentita, come fosse un elastico. Abbiamo lavorato perciò sui topos e sugli elementi classici di quel periodo, partendo per esempio dal centro sociale, all’epoca qualcosa di davvero mitico e per certi versi leggendario. La suggestione più grande era proprio questa, prendere a piene mani dai ricordi di quel periodo, dai romanzi, dalla musica e dal cinema, portandoli al presente”.
Il tema della sessualità in La vita bugiarda degli adulti
Piccolo e Paolucci affrontando la questione della sessualità come taboo e timore creativo hanno spiegato: “Uno dei temi più scottanti era ovviamente la sessualità. La Ferrante è una scrittrice molto diretta ed esplicita nel suo racconto della sessualità, anche se non è mai scabrosa. La nostra scrittura è andata proprio in quella direzione quindi, raccontando la sessualità come qualcosa di necessario, esistente e reale, senza scadere mai nella volgarità e nello scabroso. Abbiamo cercato di non risultare mai morbosi rispetto a queste dinamiche perché non era affatto nelle nostre intenzioni e nei nostri desideri. Sicuramente è stato complesso e scomodo se così si può dire perché è qualcosa che poi finisce nelle mani del regista e degli interpreti. È sempre necessario muoversi con cautela, nonostante questo, anche la nostra serie, come il romanzo di partenza, mostra e racconta la sessualità senza alcun timore”
Non resta che attendere il 4 gennaio 2022 per scoprire il contenuto dei prossimi episodi.