Lei mi parla ancora: Pupi Avati, Renato Pozzetto e il cast parlano del film. “Una storia così seduce tutti”
Lei mi parla ancora riporta Renato Pozzetto al cinema e Pupi Avati ai racconti d'amore malinconici e senza tempo. Un film commovente a cui il cast si è legato con visibile passione.
Dall’horror padano all’amore eterno. Pupi Avati, all’età di 82 anni, non si ferma e continua a raccontare. Dopo le atmosfere de Il Signor Diavolo, uscito in sala nel 2019, il regista torna a un cinema di sentimenti. In questo caso, di amore e immortalità. Si intitola Lei mi parla ancora ed è tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio ed Elisabetta. L’adattamento, di Pupi e Tommaso Avati, scava nell’intenso racconto d’amore trovando soluzioni originali per dare volto ai ricordi di un uomo anziano rimasto senza la donna della propria vita.
A sorprendere in questa seconda produzione Sky Original, in prima assoluta su Sky Cinema l’8 febbraio alle 21.15, è un cast sorprendente. Spicca tra Fabrizio Gifuni, Stefania Sandrelli e Isabella Ragonese, uno straordinario Renato Pozzetto, tornato al cinema dopo sei anni di assenza. A colpire è il ruolo che Avati ha pensato per Pozzetto. Un personaggio commovente, avvolto nei ricordi, capace di muoversi tra flashback del passato, in cui è Lino Musella a interpretare il giovane Pozzetto, e lunghe memorie fasciate in pause e sguardi. Un’interpretazione nuova a cui Pozzetto risponde con emozionante prontezza.
Pupi Avati, Renato Pozzetto e il resto del cast parlano del film Lei mi parla ancora
Pupi Avati non nega l’approccio autobiografico con cui ha affrontato le vicende degli Sgarbi. In tal senso, Renato Pozzetto è chiamato a giocare il ruolo dell’alterego. “Durante il film ho voluto molto bene a Pupi”, racconta l’attore ammettendo di aver pianto alla prima lettura delle sceneggiatura. Il rapporto tra il personaggio interpretato da Gifuni, un non-più-giovane scrittore invitato a scrivere le memorie dell’uomo rimasto solo, e il soggetto del suo libro cresce sotto gli occhi dello spettatore grazie al felice incontro dei due attori. Pozzetto e Gifuni si stringono ai ruoli interpretando tempi e idee opposte, intrecciate nell’eternità di una storia d’amore che, ovviamente, è come tutte le altre ma come nessuna. “Una storia così seduce tutti”, afferma convinto Pupi Avati, sottolineando come Lei mi parla ancora abbia un audience ad ampio raggio: “Chiunque può vederlo ed emozionarsi, dagli 8 ai 97 anni, che poi è l’età a cui arriverò io”.
Lei mi parla ancora è un gioco di paradossi. Da un lato è la malinconia dei tempi andati, gli anni ’50 cari a Pupi Avati, “quando ‘per sempre’ significava qualcosa”, riportati all’oggi con “temi fuori moda come l’immortalità”, e dall’altro la speranza che un giovane possa riconoscervisi, nonostante tutto. Gifuni commenta quest’ibrido parlando di “irruzione del contemporaneo in un mondo novecentesco”, anche attraverso la poesia disseminata nel film tra citazioni a Pascoli e omaggi a Pavese. Il presente e i ricordi si incontrano in flashback dove la campagna ferrarese si impone sullo schermo. Qui cambiano gli attori e la giovane moglie di Pozzetto passa dal volto di Stefania Sandrelli, visibilmente emozionata nel raccontare la sua partecipazione al film, seppur frastagliata, alla giovane Isabella Ragonese, che invita a “credere in questa coppia, credere a questo amore, dimenticarsi di tutto”. Nonostante la morte della moglie apra il film, l’interpretazione della Sandrelli resta impressa. D’altronde, “una delle cose più belle del cinema sono i non detti e i non fatti”, e su questo Pupi Avati ricuce il testo di Sgarbi mostrando un’assenza, tornando al paranormale a lui caro per vivificare il potere dell’amore.
Chiara Caselli è Elisabetta Sgarbi in Lei mi parla ancora
Sull’adattamento di personaggi tratti dalla realtà si esprime Chiara Caselli, interprete della figlia di Pozzetto e ispirata a Elisabetta Sgarbi. La difficolta, racconta la Caselli, stava nel conoscere le fonte. Nella sceneggiatura, il suo personaggio appare come “la figlia”; un focus specificatamente legato al rapporto di sangue. Al contempo però, la Caselli ha deciso di approcciarsi a Elisabetta Sgarbi fingendo di non conoscerla, cercando di studiarla come un personaggio storico. “Coraggiosa, implacabile, lucidissima” sono i tre aggettivi con cui la riassume. Ma è Pozzetto a raccontare i commenti dei due Sgarbi, i quali l’hanno chiamato dopo la visione del film per ringraziarlo. “Sono stato felice, dalla storia si capiva il bene che hanno voluto al padre”.
Lei mi parla ancora, in programmazione su Sky Cinema alle ore 21.15 dell’8 febbraio. Disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV.