Lidia Vitale si racconta oltre Maschile plurale: dai diritti LGBT all’ecologia, “Pensa che potere ha il cinema!”
Abbiamo intervistato Lidia Vitale, su Prime Video con Maschile Plurale e a teatro con uno spettacolo dedicato ad Anna Magnani.
La conosciamo bene per alcuni dei ruoli che l’hanno resa nota al cinema: il magistrato Giovanna Carati ne La meglio gioventù e Giovanna ne I nostri ragazzi, ma l’abbiamo apprezzata anche in Suburra di Stefano Sollima, in Esterno notte di Marco Bellocchio e in Ti mangio il cuore. Più di recente nel film Vangelo secondo Maria, per la regia di Paolo Zucca. L’abbiamo beccata in salita dal mare, dopo essersi concessa un momento di puro relax. Con l’attrice romana Lidia Vitale abbiamo fatto una piacevole chiacchierata, in occasione dell’uscita di Maschile plurale, di Alessandro Guida: una tenera commedia queer – il sequel di Maschile singolare – che è disponibile dal 20 giugno 2024 su Prime Video. Nel film la poliedrica Lidia interpreta il personaggio di Gaia Trevis: una scomoda e prestigiosa critica gastronomica.
Abbiamo avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con Lidia Vitale, che interpreta la scomoda Gaia Trevis in Maschile plurale
Lidia Vitale: “Io penso che il processo artistico sia un processo evolutivo. Quando l’universo mi propone qualcosa io sono solita dire di sì, con un atteggiamento di accoglienza, perché ogni volta che affronto un personaggio c’è una parte di me che cresce“.
Sei un’artista poliedrica, che ama mettersi alla prova con le diverse forme dell’arte. Lo fai di più per sfidare te stessa o per un desiderio sfrenato di esplorare nuovi settori?
“Io penso che il processo artistico sia un processo evolutivo. Per dire, quando non lavoro creo il mio tonico con le rose del terrazzo… Secondo me l’atto creativo è un qualcosa che ti mette in contatto con te stesso. Almeno io, ho bisogno di mettermi a creare qualcosa: è un’esigenza innata. Per i progetti che approccio, quando me li chiedono, dico quasi sempre di sì, a parte quando proprio non mi piacciono o penso che non mi tocchino o arricchiscano in nessun modo. Però la maggior parte delle volte, quando l’universo mi propone qualcosa io sono solita dire di sì, con un atteggiamento di accoglienza, perché poi ogni volta che affronto un personaggio c’è una parte di me che cresce“.
Stai riportando in scena il tuo spettacolo teatrale, Solo Anna, dedicato ad una personalità artistica impegnativa, con doti di interprete spiccatamente drammatica. Cosa si prova ad immedesimarsi con la grande Anna Magnani?
“Porto in giro questo spettacolo che è nato all’Actor Studio nel 2012 da tredici anni. Ogni tanto qualcuno me lo chiede. In questo caso me l’ha chiesto il Wood Bar, che è questo locale nel bosco, in Cinecittà; e il motivo per cui ho accettato è stato proprio perché Anna aveva un rapporto potente con la natura come ce l’ho io. Andare lì mi porta ancora più a contatto, inoltre è bello portarlo in scena in un bosco nella città. Eppoi questi ragazzi sono meritevoli di attenzione, perché hanno piantato 300 alberi. C’è un motivo preciso per cui porto questo spettacolo lì, perché il tema dell’ecologia è fra quelli che mi stanno a cuore“.
Lidia Vitale parla del suo ruolo in Maschile plurale: “i diritti LGBT, come tutto ciò che riguarda i diritti umani, mi interessano”
D’altro canto queste doti drammatiche non mancano a Gaia Trevis, una donna con un piglio tutto suo, che interpreti nel film di Alessandro Guida, Maschile plurale. Perché hai accettato questa parte? Questo personaggio ti assomiglia?
“Io penso che nella grande drammaticità di Anna ci sia anche una grandissima autoironia. Anna non avrebbe mai potuto essere la donna che era, se non fosse stata anche molto autoironica. Per essere donne forti bisogna avere anche una gran dose di autoironia. La parte per il film di Alessandro Guida l’ho accettata perché avevo visto Maschile singolare e avevo visto lo sforzo produttivo che avevano fatto questi ragazzi, che finalmente vedevano la possibilità di realizzare un secondo film. Ho voluto sostenere questo progetto, al di là del ruolo. Eppoi mi sono divertita. I diritti LGBT, come tutto ciò che riguarda i diritti umani, mi interessano. E Gaia Trevis è un po’ la rappresentante ostica eterosessuale all’interno di quella comunità, ma poi si ricrede!”.
Tra emozioni, risate e commozione il film riesce a convincere perché è “pulito”, mette insieme tutto il delicato registro che i legami portano con sé e suggerisce in qualche modo che, anche se il passato può diventare una risorsa, bisogna guardare al futuro. Come si trova il proprio posto nel mondo, secondo Lidia Vitale?
“Essendo profondamente fedeli a se stessi, ciò regala una grande gioia di vivere e una grande opportunità di crescita. Vivere veramente in coerenza con ciò che si desidera richiede una forte dose di coraggio. Non si può piacere a tutti. Tutti abbiamo paura, tanti non fanno certe cose, non fanno certe esperienze, non si lanciano in certe avventure. Paura ce l’abbiamo tutti! Ma vince l’azione”.
Sembra che gli scienziati stiano studiando come registrare la nostra attività onirica per poi rivederla in video, ma per il momento è fantascienza. Se un giorno potessimo proiettare il tuo più grande sogno come un film, che titolo avrebbe?
My life is my dream becoming true, e io questo lo faccio già! E poi, sai, non è fantascienza, io la chiamo energia. Anche il cinema ha questa capacità. Albert Einstein diceva che la mente crea la materia: un’immagine che persiste nel tempo poi si manifesta nella realtà. Pensa che potere ha il cinema! Non a caso è chiamata la settima arte, perché le arti hanno proprio questo potere dell’immaginazione, che può influenzare la realtà. E oggi più che mai ne abbiamo bisogno, e quindi bisogna sognare alto.