L’Ultimo Sole della Notte: intervista a Matteo Scarfò e Andrea Lupia

Durante il Trieste Science+Fiction Festival 2017 abbiamo intervistato Matteo Scarfò e Andrea Lupia, rispettivamente regista e protagonista del film L'Ultimo Sole della Notte.

Presentato in anteprima nazionale al Trieste Science + Fiction Festival 2017, e pronto per essere proiettato al Cinema Teatro Flavio di Roma dal 20 al 26 novembre, L’Ultimo Sole della Notte è il nuovo film di Matteo Scarfò, con protagonista Andrea Lupia. Il film è ambientato in un futuro apocalittico e distopico, dove l’Italia è ormai coinvolta in un nuovo conflitto globale che sovverte e distrugge tutto ciò che davamo scontato all’interno della società civile. Di seguito l’intervista rilasciata durante il Festival triestino dal regista e dal protagonista di una pellicola sicuramente originale e spiazzante, che molto deve ai racconti di James Ballard, ma non solo!

Partiamo dal principio: Matteo, com’è nato L’Ultimo Sole della Notte?

“La genesi viene sicuramente da una parte dal romanzo Il Condominio di Ballard, che mi ha suggerito le prime immagini, le prime suggestioni, ma da lì mi sono allargato basandomi sulla realtà che ci circonda, sulla crisi del mondo occidentale. Ma voglio essere chiaro, il film è stato un divenire, non vi è stato un momento in cui ci siamo seduti e ci siamo detti “ok..adesso facciamo un film”. Basti pensare che la sceneggiatura, nella sua forma più grezza, risale al 2012, ma ha subito una continua evoluzione durante le riprese, cominciate poco più di un anno più tardi. L’Ultimo Sole della Notte però è stato completato in fase di post-produzione solo l’anno scorso; si è trattato di un percorso molto lungo e atipico. Voglio sottolineare come tutto cambiava, come altre idee si aggiungevano o venivano scartate durante la lavorazione…era tutto molto fluido.”

Si tratta quindi di un’opera fortemente connessa alla realtà attuale..

“Tantissimo. Anche perché in quanto calabrese-romano ho potuto toccare con mano nella mia vita l’atmosfera di solitudine diroccata e abbandonata in spazi ristretti che oggi il sud soffre per la fuga dei giovani dalla povertà. Di Roma invece ho ripreso l’alienazione, il perdersi in una città enorme, dove la vita quotidiana si incrocia con le esistenze dei reietti, dei poveri, dei dimenticati.”

 

Andrea, il tuo personaggio invece? Com’è partito il suo percorso di costruzione?

“L’idea fondamentale sul mio personaggio è scaturita da due direzioni nate assieme: da una parte l’ho fusa con il mio modo di essere all’epoca, permettendomi (nonostante la scarsa esperienza all’epoca) di interpretarlo molto meglio di come avrei potuto. All’epoca vivevo un periodo di forte disagio, a causa di una certa difficoltà congenita a livello personale per ciò che riguarda le mie capacità sociali per così dire!

Oggi è diverso ma all’epoca ero circondato da persone che mi erano molto ostili: Una sfortuna ma anche una fortuna, perché è servito molto nel costruire un personaggio che in realtà è una versione molto estremizzata di me. Ovviamente con le dovute proporzioni. Però il personaggio si è costruito molto basandomi con lo spazio, le scenografie, con gli altri personaggi, dal momento che in fondo è molto passivo, è quasi uno spettatore degli eventi.”

A proposito delle scenografie de L’Ultimo Sole della Notte abbiamo chiesto a Matteo Scarfò: com’è stata scelta?

“Il condominio di ‘ballardiana’ ispirazione è in realtà un condominio dove io ho vissuto. L’interno è sicuramente perfetto per ciò che avevamo in mente: un universo chiuso, ovattato, soffocante. Tieni conto che in realtà ormai si è spopolato, delle famiglie che ci abitavano non è rimasto nessuno. L’esterno invece (con queste strade distrutte, diroccate, ridotte a macerie) è semplicemente com’è il sud ancora oggi: un zona abbandonata a sé stessa. La sensazione di non-scenografia era voluta, o meglio il voler evitare di crearne di false ma usare ciò che avevamo attorno. In molti film di fantascienza la finzione di molte scenografie spesso rende il tutto finto, mentre volevo invece cercare un realismo totale da offrire allo spettatore.”

Dal punto di vista cinematografico, c’è qualche pellicola a cui ti sei ispirato?

“Si certo, tantissime a cui magari non ho pensato ma sono nel mio background formativo. Sicuramente il film di fantascienza politico-sociale, L’Ultima Spiaggia di Stanley Kramer del 1959, con il suo focalizzarsi su un mondo post-apocalittico dove le persone cercano vita e speranza in un mondo desolante ed oppresso. E’ un film fatto in sottrazione, sospeso, con dialoghi che ci parlano (come in L’Ultimo Sole della Notte) di uomini e donne che sono sul ciglio del baratro di una follia senza ritorno.”

A proposito di personaggi, come giudichi il tuo Andrea?

“È sempre pericoloso per l’interprete giudicare il personaggio, perché secondo me toglie molto alla qualità del lavoro. Da esterno, una volta finito, posso dirti che il protagonista è una persona che è dovuta passare attraverso due mondi (il passato ed il presente) per uscire dalla sua tomba, per poi decidersi se vivere davvero o restare in una bolla. Supera la sua introversione, il suo restare ai margini e fare decidere gli altri per lui, eppure io lo vedo come un personaggio comunque come un personaggio molto egoista, vile qualche volta. Nella vita di tutti i giorni non credo lo troverei molto simpatico!”