Maddalena Stornaiuolo si racconta tra Mare fuori 4, scugnizzi da salvare e curiosità, “ci facevano imitare i versi degli animali”
Attrice, acting coach, dialogue coach e regista, Maddalena Stornaiuolo ha dato prova di essere un’ottima interprete e di saper lavorare davanti e dietro la macchina da presa. È infatti in produzione il suo primo lungometraggio. Maddalena Stornaiuolo ha già vinto il Nastro d’Argento Premio Speciale e numerosi riconoscimenti, con i suoi 2 cortometraggi, intitolati rispettivamente Sufficiente e Cordiandoli. Fondatrice di una scuola di recitazione e dialogue coach su alcune delle più amate serie tv italiane, Maddalena Stornaiuolo ha esordito proprio sul piccolo schermo, nella fiction ‘O professore e da lì la sua carriera è decollata senza battute d’arresto. L’attrice è inoltre il volto di Maddalena, agente di polizia dell’IPM, la sua omonima personaggio di Mare fuori. Apparsa nel corso della terza stagione, la ritroveremo nella quarta e forse scopriremo anche qualcosa in più sul suo passato. Determinata, coraggiosa, audace ed empatica, Maddalena è un personaggio completo e funzionale al racconto, che ha entusiasmato i fan e che si è fatta amare dal pubblico sin da subito. Sono molte le caratteristiche che rendono Maddalena una figura nuova all’interno dell’IMP, che non assomiglia a nessuno degli agenti già presenti all’interno: lei rispetta le regole, segue la legge, non concede qualsiasi cosa, perché ha comunque un’etica del lavoro molto forte. Al tempo stesso entra in confidenza e si affeziona ai ragazzi e alle ragazze delle quali si prende cura e sa che a volte lasciar correre non vuol dire per forza andare contro le regole. Mare fuori continua quindi a sorprendere con l’aggiunte non solo di temi, ma anche di personaggi sempre diversi, nuovi e sfaccettati, capaci di esprimere altre sensazioni ed emozioni e di fare dello show quindi un prodotto sempre più universale. Volto anche di serie tv come I Bastardi di Pizzofalcone, e di film Gelsomina Verde, Il sindaco pescatore, tra i lavori di dialogue coach di Maddalena Stornaiuolo sono presenti quelli sul set di L’amica geniale e La vita bugiarda degli adulti, e in veste di acting-coach quello sul set del film Fortuna. Ecco di seguito la nostra intervista all’attrice.
Quando e com’è nata la tua passione per la recitazione?
“È nata per caso, ho iniziato perché ero molto timida. Parlare di fronte agli altri mi imbarazzava, diventavo rossa facilmente e quindi mi sono iscritta a un corso di recitazione. Lì si lavora molto sull’improvvisazione, e ricordo che ci facevano imitare i versi degli animali. Non nego che all’inizio non è stato facile, era complicato e ho pensato più di una volta di lasciar perdere. Mi ricordo che un giorno sono tornata a casa ed ero decisa a non tornare più al corso, ma ho sentito come qualcosa dentro di me che mi diceva di provare ancora. Dopo ho iniziato ad appassionarmi. Credo di essere stata molto fortunata, perché dopo il primo laboratorio sono stata subito presa per la serie ‘O professore, collaborando quindi con Canale 5 e recitando con Sergio Castellitto e Luisa Ranieri. Avevo 16 anni e ho passato un mese intero sul set. Avere la possibilità di lavorare con attori così grandi mi ha fatto capire che volevo veramente entrare in quel mondo“.
Tu sei anche dialogue coach, quanto è importante secondo te la lingua in serie tv, come anche Mare fuori, dove l’accento è identificativo di un luogo e di un ambiente.
“È fondamentale, è importante che il tuo personaggio sia credibile. Vale per il siciliano, come per il romano, il calabrese e qualsiasi altro accento. Ho lavorato come dialogue coach sul set de L’amica geniale, e La vita bugiarda degli adulti ed è stata un’esperienza veramente meravigliosa. Lavorare con Valeria Golino, stare dietro la telecamera e capire quanto è vero che un prodotto non è mai solo recitazione e basta. Affrontare un set vuol dire interfacciarsi con una serie di difficoltà; anche relativamente alla sceneggiatura: devi scandire bene le battute, capire se per esempio c’è il rischio che tu ti possa bloccare su alcune consonanti che ti creano dei problemi o su parole che fatichi a dire rispetto ad altre“.
Tu sei co-fondatrice della scuola La Scugnizzeria. Com’è nata l’idea e come questo progetto è diventato realtà?
“La Scugnizzeria è nata in un momento di stop forzato. Era un sogno che coltivato da tempo, e tra un set e l’altro e una tournèe e l’altra, ci capitava spesso di dover lasciare un laboratorio, ricordo specialmente quello fatto con i bambini. È stato veramente un lutto quando è finito, i bambini spesso ed è stato un momento davvero molto triste. Quando sono rimasta incinta non potevo lavorare spesso, mi sono dovuta fermare. E poi mi sono messa a lavorare, a cercare dei luoghi adatti. Accogliere gli scugnizzi, e quindi ragazzi che magari a scuola sono stati sospesi, vengono spesso buttati fuori dalle classi, hanno difficoltà a casa, dove cercare l’ascolto da parte dei genitori è complicato, è come lavorare con quelle persone che nessuno vuole. La scuola nasce in un territorio che non offre moltissimo, prima era un luogo deserto. La Scugnizzeria è un qualcosa che è andata oltre le aspettative, abbiamo iniziato in sei e adesso abbiamo difficoltà a contenere le varie classi: le richieste aumentano sempre di più e stiamo cercando di allargarci per poter lavorare bene. È un progetto che mi è sempre stato molto a cuore e che dà vita ad un alto livello di qualità di recitazione. Sono laboratori che danno la possibilità di immaginare un futuro insieme“.
Relativamente a Mare fuori, Maddalena è una donna empatica e determinata. È ligia al dovere, ma anche lei si sente vicina ai ragazzi ed è spesso dalla loro parte. Tu come descriveresti il tuo personaggio?
“Esattamente così. È un personaggio che ho amato follemente dal primo momento. Quando è arrivato Ivan e mi ha parlato di lei, l’ha descritta come una secondina rigida e ferrea, ma ha detto che gli sarebbe piaciuto che fosse anche morbida. Maddalena è empatica e lo è anche con le detenute più complicate. La sua sintonia è una carta vincente, perché è autorevole, non autoritaria, se crede che concedere un beneficio possa aiutare le detenute, lo concede, senza mai sfociare nell’illegalità, perché agisce per un fine comune. È un personaggio che mi ha dato molte soddisfazioni. Io inoltre ero fan di Mare fuori prima di recitare nella serie e entrare a far parte di un prodotto di cui sei spettatrice è una di quelle grandi sorprese che non capitano sempre. Maddalena è una donna matura, è sempre più pronta a mettersi in gioco, mi sento di dire che non starà più ferma a guardare qualcuno che tenta, prova e riesce in qualcosa. Affronterà situazioni sempre più complicate“.
Abbiamo infatti lasciato Maddalena durante una scena drammatica sul finale del sesto episodio. Però poco prima di quel momento abbiamo avuto un accenno sulla sua vita privata. Quindi forse stiamo per scoprire qualcosa in più su di lei.
“Purtroppo non posso rispondere a questa domanda. Posso solo dire che è un personaggio che esprime la sottile differenza che intercorre tra educatrice e guardia penitenziaria“.
Da attrice di Mare fuori a cosa credi sia dovuto il successo della serie?
“Credo sia dovuto a tanti fattori. La sceneggiatura ha di per sé una scrittura molto potente, con vari momenti molto forti. È una serie che riesce a far immedesimare il pubblico anche con i personaggi più oscuri. Penso ad esempio al finale della seconda stagione, quando Totò abbraccia Carmine, è una scena straziante che fa porre delle domande, fa ragionare sul destino segnato che ha il personaggio di Totò. È una serie che fa piangere, fa capire che ci sono tante persone da salvare e che meritano una seconda possibilità. Spesso siamo portati a chiudere gli occhi e a non ascoltare questo tipo di drammi, perché sono lontani da noi. Spero che anche la quarta stagione possa creare dei dibattiti. So che i primi sei episodi hanno già fatto discutere per il fatto che molti ragazzi il giorno dopo il primo febbraio non sono andati a scuola perché hanno deciso di fare la notte per vedere come riprendeva il quarto capitolo. Questo dovrebbe farci chiedere cosa li affascina. Credo che si possa imparare molto anche delle serie tv e dai prodotti che appassionano oltre che dai libri aperti sui banchi: ci si confronta con tematiche scottanti, con temi con i quali i ragazzi possono avere difficoltà a parlare con i propri genitori e che possono esprimere invece a scuola con gli insegnanti“.
Maddalena è anche molto positiva e spesso disponibile nel permettere ai ragazzi di vivere i propri rapporti umani, specialmente quelli amorosi. Lascia del tempo nei pochi momenti in cui si incontrano Rosa e Carmine, Kubra e Pino, come se capisse che forse sono quei rapporti e le relazioni con gli altri a poter salvare questi ragazzi. L’amore che salva è poi un tema di Mare fuori. Secondo te cosa pensa il tuo personaggio della possibilità di questi ragazzi di entrare in contatto tra loro?
“Pensa che sia importantissimo, che confrontarsi sia talmente fondamentale da portarla a fare degli strappi alla regola, in particolare con Rosa Ricci. É interessante che Maddalena non crei queste situazioni, ma quando accadono e le viene richiesto di chiudere un occhio capisce che deve farlo e lo fa. Sa che confrontarsi con il prossimo può dare una svolta e prendersi finalmente quel mare fuori che pervade tutta la serie“.
Hai diretto 2 cortometraggi e sei al lavoro su un lungo, com’è stato passare dietro la macchina da presa?
“Anche questi progetti sono nati per caso. Era iscritta al laboratorio alla Scugnizzeria, quello di produzione e regia, come allieva, gli insegnanti erano Vincenzo Marra e Gianluca Arcopinto. E i cortometraggi nati così, come saggi finali, come conclusione di un percorso di laboratorio. Il produttore mi ha chiesto di curare la regia insieme a un altro allievo e per me è stata una sfida perché non l’avevo mai fatto. Mi sono messa alla prova, era solo un saggio di fine corso e anche questo debutto alla regia è andato poi oltre tutte le aspettative. Quando lavori dietro la macchina da presa riesci ad avere il controllo e la gestione di tutto ciò che accade, dall’aspetto attoriale a quella danza che si genera tra gli operatori, le luci, ciò che immagini già montato con il suono in post produzione. Vedi quindi la realizzazione di un mestiere fantastico, come un’estensione della recitazione. È una grande responsabilità che arriva dopo tanto studio. Sul lungo stiamo ancora a lavoro, mi sto prendendo il tempo che mi serve, stiamo scrivendo la sceneggiatura, abbiamo pensato agli attori e a dove girarlo, ma il progetto è ancora all’inizio“.
Da fan di Mare fuori avevi un personaggio preferito?
“Direi Naditza, mi è dispiaciuto che non ci siamo mai incontrate, quando io sono entrata a far parte della serie lei aveva molte scene in esterni. Da fan l’ho trovata un personaggio molto divertente, mi faceva sorridere, e il fatto che sia andata via mi è dispiaciuto molto“.
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