Màkari 2: il cast svela le curiosità della fiction Rai, dalla “maschera” di Claudio Gioè a Camilleri
Ecco cosa abbiamo capito sulla seconda stagione Màkari, la fiction Rai diretta da Michele Soavi e ispirata ai romanzi di Gaetano Savatteri, durante l'incontro stampa.
Ritorna con una seconda stagione Màkari, la fiction Rai che l’anno scorso ha conquistato il cuore del pubblico italiano con la sua freschezza e comicità. Nella Sicilia del trapanese abbiamo fatto la conoscenza di Saverio Lamanna, Piccionello e Suleima, interpretati rispettivamente da Claudio Gioé, Domenico Centamore e Ester Pantano. La storia di questi personaggi ha saputo raccontare una Sicilia diversa, osservata da più angolazioni e sfumature. La serie è un omaggio al lascito di Andrea Camilleri, ne ripercorre la volontà di spezzare stereotipi e retaggi, di andare oltre la coltre di fumo che ha caratterizzato l’isola negli ultimi cinquant’anni. Gaetano Savatteri, i cui romanzi hanno ispirato la fiction di Michele Soavi, ha ribaltato la figura protagonista di quei luoghi, non più il poliziotto detective, ma un giornalista scrittore che tra penna e indagini riscopre le proprie radici. Ad affiancarlo in questo percorso troviamo l’anima comica di Màkari, Piccionello.
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Dal 7 febbraio su Rai 1, in un periodo post Sanremo, la serie riprenderà laddove si è conclusa la prima stagione, con la partenza di Suleima per Milano. Questo nuovo arco di episodi introdurrà nuovi personaggi, nuovi luoghi e tematiche dell’Italia di questi anni. Ne hanno parlato in conferenza stampa gli ideatori e il cast che, ancora una volta, si dichiarano fortemente legati al prodotto e alle relazioni profonde che hanno instaurato sul set. I colori della Sicilia ritornano con forza in una terra battuta dal sole, dove spiagge cristalline e un paesaggio incontaminato non si fanno solo contorno, ma personaggio anch’essi. Scopriamo ora cosa è stato rivelato in anteprima durante la conferenza.
Màkari e la ventata di leggerezza nelle case degli italiani
La prima a prendere la parola è Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, che si dichiara felice del grande successo della prima stagione con il 27% di share. “Un ascolto tale che ci ha permesso di poter pensare rapidamente ad una seconda stagione, bruciando anche i tempi”. La seconda stagione arriva infatti a poco meno di un anno dalla prima. Per la direzione Rai è motivo di orgoglio, in ragion del fatto che la risposta del pubblico si fa sempre più sofisticata. La direttrice chiude affermando che “Saverio Lamanna è un personaggio nuovo, e Màkari è riuscita a conquistare il nostro cuore”.
Dello stesso avviso è Carlo Degli Esposti, produttore della serie con la sua Palomar: “Abbiamo fatto una bella corsa, approfittando dell’allentamento delle restrizioni per la pandemia. In un momento complicato come quello che stiamo vivendo in Italia, Màkari porta una bellissima leggerezza nelle case del pubblico. In questa stagione abbiamo lasciato anche il Trapanese per spostarci nell’agrigentino, scoprendo nuove location”.
Dove finisce Claudio Gioè e dove inizia Saverio Lamanna?
Michele Soavi, il regista, afferma come si sia consolidato, per la seconda stagione, ciò che si era creato nella prima. Dalla sintonia sul set al coraggio della sperimentazione. La seconda stagione di Màkari sembra seguire le orme dell’esordio e andare oltre, rinnovandosi nella scelta dei territori e nella costruzione dei personaggi. Per Soavi la forza di questa serie risiede nella sua leggerezza: “I personaggi di Savatteri sono ritagliati in questo sublime territorio, e allo stesso tempo nascondono l’altra faccia. Màkari cerca di raccontare tutte le sfumature di cui è composta la parola mafia. Spesso il termine viene utilizzato come pretesto, come copertura o secondi fini. In realtà Savatteri, e di conseguenza noi, abbiamo cercato di scavare nelle bassezze dell’essere umano. Spesso dietro i gialli si nascondono delle storie misere, architettate da personaggi squallidi. Quest’altra faccia, non della Sicilia ma dell’essere umano in generale, è quella che affascina”.
Ed è in questo contesto che si muove il Saverio Lamanna di Claudio Gioè. L’attore si dichiara divertito dall’interpretare tale personaggio, in quanto molto distante dai ruoli interpretati negli ultimi anni. Màkari gli ha concesso l’opportunità di affacciarsi alla commedia, genere a cui da tempo voleva approcciarsi. Questo grazie anche al rapporto con Domenico Centamore e al suo comico Piccionello. Ma quanto c’è di Saverio Lamanna in Claudio Gioè? A rispondere è lo stesso attore, che afferma:
“Non so dove finisca Claudio e dove cominci Saverio, non mi ricordo chi lo disse, forse Ester (Pantano). È un po’ difficile, perché Gaetano Savatteri da bravo scrittore qual è, ha saputo descrivere un atteggiamento caratteristico di noi palermitani, che è appunto questa sorta di auto ironia, questa maschera per nascondere a volte dei drammi, delle ferite”.
L’attore descrive questo atteggiamento come un tratto distintivo dei siciliani, un qualcosa scritto nel loro DNA. Per Gioè è un meccanismo di difesa per celare le proprie debolezze, un po’ come succede al suo personaggio durante la seconda stagione. “Credo che sia un carattere simile al mio, quanto quello di altri palermitani. È uno dei personaggi che sento più vicini alla mia cultura e alla mia età”, afferma infine l’interprete di Saverio.
L’eredità di Andrea Camilleri e la volontà di andare oltre gli stereotipi
Alla domanda di quanto di Andrea Camilleri viva in Màkari, Gaetano Savatteri risponde: “Io penso sempre che non ci sarebbe Màkari se non ci fosse stato Camilleri. È stato un autore che ha aperto un nuovo racconto della Sicilia. Un racconto che usciva da un archetipo a lungo frequentato, che era quello di un’isola tragica, in bianco e nero. Perché era una regione specchio della propria storia degli ultimi cinquant’anni. Camilleri ci ha portato in una Sicilia più luminosa, dove c’è il lutto ma anche luce, umorismo e capacità di far sorridere. Grazie a lui la Sicilia è potuta diventare protagonista di una nuova narrazione, anche perché è cambiata. Lo stesso personaggio di Saverio deve fare i conti con dei modelli arcaici, per cui lui è geloso ma non deve sembrarlo, sennò apparirebbe come il solito siciliano sospettoso”.
Insomma, che sia su carta o in televisione, la storia di Saverio Lamanna è un monito al cambiamento; che questo sia in Sicilia o meno. È la risposta italiana ad una nuova narrazione, meno attaccata a vecchi archetipi e più improntata a seguire l’onda del cambiamento; sociale e culturale. La Suleima di Ester Pantano rientra appieno in questo discorso. Il suo personaggio non è solo una femme fatale, l’amore di Saverio. Il suo è un percorso proprio, scisso da quello di Saverio. Suleima è in continua crescita, soprattutto personale e lavorativa. La seconda stagione affronterà anche la gelosia di Saverio e l’arrivo di una new entry: il Teodoro interpretato da Andrea Bosca. Il personaggio viene descritto dall’attore come un architetto affermato, che ha viaggiato per il mondo e ora si trasferisce in Sicilia. È il datore di lavoro di Suleima, e questo darà vita ad un triangolo amoroso da cui Saverio si sentirà minacciato.
Durante la conferenza non ci viene svelato molto altro, quindi non ci resta che aspettare il 7 febbraio per scoprire cosa Màkari avrà in serbo per il pubblico.