Manuela Zero racconta Brotti: “È un progetto a lungo termine”
Il progetto comprende un cortometraggio, un album musicale e uno spettacolo teatrale, ideati, scritti e composti assieme a Davide Santi
La musica, il teatro, il cinema, il disco, lo spettacolo teatrale, il cortometraggio; ideato, scritto e composto da Davide Santi e Manuela Zero, Brotti! E non ridere che sei come loro! è un progetto che, calibrato sulla versatilità artistica dei suoi due creatori, va a coniugare tre differenti forme d’arte, facendole confluire in un unico racconto che, attraverso parole ed immagini, traduce in musica le storie di otto personaggi “storti, buffi, brutti e rotti”, storie di resilienza che guardano al dolore e al suo superamento, che testimoniano la risalita al seguito della caduta. Con Brotti, un mondo fantastico racconta la sofferenza e la meraviglia, racconta alcuni aspetti critici della società, filtrato da nessun tipo di pregiudizio, in una “girandola di vite meravigliosamente sfortunate“. Nata come disco, divenuta poi spettacolo e, infine, cortometraggio (prodotto dal giovane Amerigo Biadaioli), l’opera vede, come anticipato, la progettazione e realizzazione dei due amici e colleghi: l’attrice e il musicista messisi in gioco a 360 gradi.
Di seguito scopriamo le origini del progetto e la sua evoluzione, attraverso le parole della protagonista Emanuela Zero. L’attrice, ballerina e cantante, nata a Piano di Sorrento nel 1984, è un’artista formatasi presso la scuola del Teatro San Carlo di Napoli. Scelta, all’età di 17 anni, da Abel Ferrara per il suo film Go go tales al fianco di Willem Dafoe, arriva in televisione nel cast di Romanzo Criminale e al cinema con Loro, di Paolo Sorrentino, e Professor Cenerentolo, di Leonardo Pieraccioni. Tra i protagonisti di Quasi Orfano di Umberto Carteni, firma la colonna sonora del film, con il suo brano Attack, a cui poi lega la creazione del suo primo cortometraggio musicale, per la regia dello stesso Davide Santi, con il quale vince prestigiosi concorsi cinematografici. Nel 2017 è al fianco di Pippo Baudo a Domenica In e nel 2018 partecipa a Sanremo Giovani con Nina é Brava. Adesso, dopo tanti anni di gavetta ed una carriera fin qui segnata dall’avanzamento parallelo di tutte le forme d’arte in cui è specializzata, ha trovato la forza ed il sostegno per poter realizzare quell’ambizioso progetto da tempo nel cassetto, quel sogno portatosi dietro per anni e a lungo immaginato, fiduciosa della sua buona riuscita.
Leggi anche Davide Santi e i Brotti: “Un gioco fatto di esperienza e professionalità”
I Brotti di Manuela Zero e Davide Santi
Cosa significa per te portare qualcosa di così tanto tuo? Con cui hai la possibilità di esprimerti in tante forme d’arte diverse?
“È stato un obiettivo per tanto tempo, quello di riuscire a realizzare questa cosa, di riuscire a fare il mio lavoro attraverso il linguaggio che e io e Davide siamo riusciti a trovare; per me è stata una svolta enorme. È una grandissima soddisfazione e sono molto fiera di quello che abbiamo raggiunto”.
L’idea di sviluppare un progetto che comprendesse diverse forme d’arte, quindi, c’era fin dal principio o è arrivata in corso d’opera?
“Io nasco come ballerina, poi ho cominciato a studiare recitazione e musica; sono tutte cose che faccio da molto tempo e che ho portato avanti durante la mia carriera separatamente, ma c’è sempre stato il sogno di raggruppare le tre cose. Chi mi conosce bene sa che è da anni che parlo di questo progetto unico, però in Italia è difficile trovare una persona, come Davide, che creda nella realizzazione di un’idea come questa, così tanto contaminata. Quando l’ho incontrato, peraltro, non avevamo un’idea precisa di come realizzare il progetto, ma gli studi e la versatilità che sono dalla mia parte, ci hanno portato a creare quello che è Brotti, sostanzialmente la realizzazione di quel mio sogno”.
Questo progetto si sviluppa su forme d’arte differenti che prima confluiscono l’una nell’altra e poi prendono la loro strada. C’è una forma su cui ti senti più sicura? La quale pensi potrà avere una maggior presa sul pubblico? O ritieni che la forza sia proprio nell’unicità di Brotti?
“Io penso che la forza stia nell’unicità. Un disco come quello che noi abbiamo proposto a Spotify deve rispondere a logiche che gli sono lontane; quindi, sicuramente, la formula teatro sarà quella più facile da comunicare, però io sono convinta che il progetto abbia una sua forza quando lo proponiamo nella sua integrità, perché diventa unico, speciale.
Naturalmente poi in Italia si tende ad etichettare, a voler definire una categoria, però noi tentiamo, ci proviamo. Sono molto curiosa di vedere come va con l’uscita dell’album, che comunque vanta una distribuzione molto forte, e di capire che fine faranno queste canzoni all’interno del sistema digitale”.
Come ti sei trovata a lavorare con Davide?
“È stato molto facile perché abbiamo un gusto molto simile, quindi non ci sono tanti scontri, quando si cambiano le cose lo si fa perché entrambi abbiamo la sensazione di doverle cambiare. L’approccio è quello del gioco, il divertirsi con questo progetto che poi diventa qualcosa di molto preciso, di definito; è un approccio al lavoro unico, speciale, che piace ad entrambi. Davide è un regista che sta molto in ascolto, riesce a far emergere tutte le mie sfumature in maniera molto naturale e, in questa naturalezza, un’attrice si sente più a suo agio, vengono fuori cose che inizialmente neanche si immaginano. La nostra forza è che siamo una squadra, che siamo sullo stesso piano e che diamo sfogo alla fantasia per poi chiuderla dentro ad uno schema”.
La collaborazione come è nata?
“La collaborazione è nata perché volevo fare un disco e di Davide mi piacevano sia il gusto musicale, sia il fatto che non avesse lavorato con tantissimi artisti prima, e che quindi sarebbe stato, anche per lui, speciale. L’idea di avere un produttore in esclusiva era una cosa molto interessante e, infatti, secondo me noi portiamo un nuovo linguaggio che permetterà al pubblico di conoscere lui come produttore; sono certa che poi molti altri artisti vorranno collaborare con lui.
Quindi il tutto nasce dal disco, dopo è arrivata l’idea di inserire il racconto nella canzone, da lì nuovi personaggi e nuovi brani e così sono arrivati sia lo spettacolo teatrale che il cortometraggio”.
Futuri e destini
Qual è ora il destino che attende le varie parti del progetto?
“Il disco è fuori dal 27 settembre ed è stato preceduto, la sera prima, da un concerto nella mia Sorrento. Lo spettacolo teatrale debutterà all’Off/Off Theatre di Roma il 15 novembre, poi andremo al San Carluccio a Napoli e al Lumen di Firenze. In estate immagino e spero faremo molti live in giro per l’Italia. Inoltre, stiamo già pensando ad una serie da realizzare in un secondo momento e ad un altro album. Io sono convinta che questo sia un progetto a lungo termine”.
Brotti a parte, hai altri progetti tra le mani in questo momento?
“In questo momento sono su un set e sto girando un film di cui, però, ancora non posso parlare e poi sarò a teatro con Michele La Ginestra, come protagonista di una sua commedia, che mi impegnerà per circa un mese, poi continuerò a fare provini ma, in generale, quest’anno il mio obbiettivo principale rimangono i Brotti e mi dedicherò ad essi completamente”.
Leggi anche Manuela Zero oltre Cinquantadue: “L’arte da sola non basta”