Matilde Gioli è Fernanda Wittgens nel film Rai: “Ho fatto un patto immaginario con lei”

Matilde Gioli ed il regista di Fernanda parlano del nuovo film RAI, in cui sarà raccontata l'incredibile storia vera di Fernanda Wittgens.

Si è tenuta questa mattina a Roma la conferenza stampa di presentazione di Fernanda, il nuovo film RAI con Matilde Gioli che andrà in onda martedì 31 gennaio 2023 su Rai1. Quella di presentare proprio oggi questa opera diretta da Maurizio Zaccaro non è stata una scelta casuale, poiché il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria e la storia vera che il film RAI si appresta a raccontare riguarda proprio uno dei periodi più tremendi che l’uomo moderno ricordi, durante il quale la figura di Fernanda Wittgens si è distinta in tutto il suo coraggio e la sua straordinaria umanità.

Matilde Gioli in Fernanda, il nuovo film RAI

Fernanda è un film coprodotto da Rai Fiction e Red Film, sceneggiato da Dario Carraturo e Guglielmo Finazzer. E proprio la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, ha introdotto la conferenza odierna, sottolineando l’impegno dell’azienda nel ricordare, oggi come sempre, quanto accaduto nella prima metà del secolo scorso, affinché quell’orrore non finisca nell’oblio ma continui a fungere da monito per le generazioni presenti e soprattutto quelle future. “Fernanda, interpretata magistralmente da Matilde Gioli, è oggi il simbolo della RAI per ricordare il Giorno della Memoria, un giorno importante che dovrà rimanere sempre un giorno importante“, ha dichiarato Ammirati, aggiungendo: “Credo che la memoria ci conduca nel bene, ci conduca nel buono che è in noi, e in Fernanda c’era tanto buono. Una vera eroina di altri tempi, una straordinaria donna che ha pensato di salvare non solo l’arte ma di salvare un mondo che si trovava nella catastrofe pura“.

La direttrice di Rai Fiction ha quindi spiegato come il film su Fernanda Wittgens rappresenti il primo tassello di un percorso attraverso il quale la RAI si impegna a raccontare alcune tra le donne più incredibili della storia italiana. “Fernanda è la prima donna di una collection che vedrà altre tre protagoniste femminili, ovvero Margherita Hack, Alda Merini e Tina Anselmi, che Rai Fiction ha deciso di preparare per celebrare le grandi figure femminili e per ricordare soprattutto alle nuove generazioni cosa sono state le donne, soprattutto alcune donne, in situazioni di estremo disagio come nel caso di Fernanda, che è stata non solo un’eroina perché ha salvato l’arte ed ha salvato ebrei dalla persecuzione nazifascista, e quindi ha fatto qualcosa che non tutti avrebbero fatto in quel momento storico, ma è stata straordinaria anche perché è stata una grande studiosa, è stata la prima direttrice della Pinacoteca di Brera. Oggi per noi donne contemporanee è facile celebrare la parità, la capacità di stare al passo con gli uomini nelle carriere, ma non era così negli anni ’30 e ’40, quindi lei è stata veramente un’eroina in tutti i sensi. Sono molto contenta del film e che Matilde abbia accettato la sfida di riproporsi con un personaggio così particolare, portando la sua freschezza, la novità, la gioventù, perché bisogna essere anche freschi quando si ripropone la storia

Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche il regista Maurizio Zaccaro, il quale ha parlato della parte più “romanzata” del film: “È stato un lavoro notevole. Sappiamo tutto di Fernanda per quanto riguarda il suo lavoro alla Pinacoteca di Brera, cosa è successo quando ha aiutato le famiglie ebree a varcare il confine con la Svizzera, ma non abbiamo mai saputo nulla di lei, dei suoi sentimenti. Quello che sapevamo è che da piccola il padre la portava a vedere le opere d’arte a Brera. E per me era molto bello questo trampolino di lancio, perché l’ho letto come una sorta di premonizione. Un padre che porta una bambina di 8 anni a vedere il Cristo Morto di Andrea Mantegna, e poi questa bambina diventa addirittura sovrintendente dello stesso luogo, la prima donna a ricoprire il ruolo, mi sembrava proprio una premonizione. E per questo motivo, in fase di scrittura, abbiamo deciso di cominciare dall’infanzia di Fernanda. La sua non era una famiglia strabenestante, erano tanti fratelli ed ha subito perdite notevoli, situazioni che non potevano non essere raccontate. Insomma, in fase di sceneggiatura abbiamo ricreato un po’ tutta la storia, tra realtà e finzione. Anche i rapporti con gli altri personaggi ci sono serviti affinché la storia stesse in piedi. Ma in fondo chi ci dice che nella realtà le cose non siano andate davvero così? Il personaggio di Giovanni (Eduardo Valdarnini, ndr) è un personaggio che ci siamo inventati perché serviva proprio a far capire l’importanza dell’arte: lei di cosa parla con Giovanni? Parla del valore dell’arte ed è chiaro che lei trasferisce la sua conoscenza ad un personaggio che in quel momento non sa niente di arte, che è lì giusto per fare l’operaio, per pulire le cornici dei quadri”.

Maurizio Zaccaro ha poi spiegato l’omaggio fatto alla città di Milano ed il lavoro svolto dal punto di vista degli effetti speciali, per ricreare al meglio il contesto in cui Fernanda Wittgens si è mossa all’epoca. “Il caso ha voluto che sia io che Matilde siamo di Milano e unendoci in questa storia ci è sembrato di fare anche un grande omaggio alla città, a quella che era la milanesità di Fernanda. Ho insistito per girare a Brera, non sarebbe stato lo stesso se lo avessimo ricostruito. È stato fatto anche un lavoro notevole di effetti speciali, perché i muri di Brera oggi sono tutti in tonalità utili per far risaltare i quadri, mentre nel film sono grigi come erano all’epoca. Grazie al sostegno della Rai sono poi riuscito ad inserire un frammento di una poesia di Quasimodo, ossia ‘Milano, agosto 1943’, che per me rappresenta una cosa molto particolare di quello che è successo in quel momento (agosto 1943 è stato proprio il momento in cui la Pinacoteca di Brera è stata distrutta e solo 8 sale si sono salvate, ndr)“.

Nelle note di regia, Maurizio Zaccaro ha citato una frase di Giorgio Strehler sull’importanza dell’arte nei periodo di crisi storica, che riportiamo di seguito: “Che cosa possiamo fare noi gente di teatro? Alla mortificazione di non poter opporre, in momenti simili, un qualsiasi gesto utile, di fronte alla dolorosa impotenza del teatro, o piu’ ampiamente dell’arte, di fronte alla violenza e alla follia, l’artista puo’ solo sforzarsi di continuare a fare bene il proprio lavoro“. A tal proposito, Zaccaro ha aggiunto in conferenza: “Questa frase riporta Fernanda a quella che è la realtà di oggi. Perché oggi, come nel 1943, spostiamo carrarmati come se stessimo giocando a Risiko, e la frase di Strehler è molto attuale, perché noi che pratichiamo l’arte non abbiamo armi per combattere la follia del mondo, noi dobbiamo fare bene il nostro lavoro. La bellezza e l’arte forse ci possono tutelare da tutto ciò”.

Matilde Gioli presenta la “sua” Fernanda: “Ho immaginato un dialogo con lei e le ho fatto una promessa

Matilde Gioli è Fernanda Wittgens nel nuovo film RAI - Cinematographe.it

Fernanda rappresenta poi la prima opera in cui Matilde Gioli ricopre un ruolo da protagonista assoluta. Un lavoro sicuramente diverso e più impegnativo, riguardo il quale l’attrice ha dichiarato: “È un lavoro impegnativo ed è stata la prima volta per me, sia interpretare un personaggio così importante che una protagonista assoluta. Perché io ho sempre partecipato a film con cast corali, in cui la responsabilità del film te la dividi un po’. In questo caso la responsabilità l’ho sentita molto forte ma è stato bellissimo, non vedo l’ora di rifare un’esperienza del genere. Quello che mi ha tenuto molto impegnata all’inizio è stata l’idea di dare volto, voce e corpo ad una donna realmente esistita. Ho sempre interpretato personaggi fittizi, inventati da sceneggiatori e registi. Si sente una responsabilità maggiore. Ho iniziato un dialogo immaginario con Fernanda in cui le ho promesso di rimanere il più aderente possibile alla realtà e di rispettare quello che lei è stata, con gli strumenti che avevo. Sono state fondamentali queste biografie su cui ci siamo basati, soprattutto L’Allodola di Giovanna Ginex, che è un’appassionata e studiosa di Fernanda Wittgens, e che è stata fisicamente sul set per controllare che Fernanda fosse davvero Fernanda“.

Matilde Gioli ha quindi continuato a raccontare il lavoro svolto per calarsi al meglio del ruolo di Fernanda Wittgens: “È stato fondamentale il lavoro fatto con Maurizio, il quale mi ha portato tutta una serie di informazioni su di lei. Al di là degli eventi realmente accaduti, mi riferisco ad informazioni fondamentali su chi fosse davvero Fernanda: come parlava, con che tono di voce, che espressioni faceva quando era delusa o quando era felice, quanto alzava la voce quando era arrabbiata, come camminava, come si pettinava. C’è stato un lavoro incredibile dietro e ci sono state talmente tante cose su cui lavorare che la preoccupazione iniziale è sparita subito. È stata un’esperienza che auguro a tutti quelli che fanno il mio stesso lavoro“.

L’attrice ha inoltre sottolineato l’importanza di raccontare una storia del genere in televisione: “La mia gioia più grande oggi è quella di poter portare e veicolare sugli schermi la storia di una donna che è stata un’eroina del ‘900. Ringrazio la RAI che ha deciso di iniziare questo percorso di racconto di queste donne, una scelta per niente scontata e molto coraggiosa, ed è utilissima così come è stato utile ciò che ha fatto Fernanda. Portare queste storie in TV e proporle ai giovani è un altro gesto utile per raccontare la bellezza di noi esseri umani“.

Successivamente, Matilde Gioli ha ricordato la straordinarietà ed il coraggio di Fernanda Wittgens, tale da spingerla a rischiare la vita non solo sua ma anche dei suoi famigliari, per difendere ciò in cui credeva: “Quello che mi ha colpito di questa donna, motivo per cui mi è rimasta molto dentro, è che questa donna cresciuta negli anni ’20 e ’30 del ‘900 nasce con una grande passione per lo studio dell’arte, non viene tanto incentivata dalla società in cui vive ma nonostante questo ha proseguito con dedizione e con la fame di dimostrare. E forse proprio questa fame di dover dimostrare qualcosa in più rispetto ad un uomo l’ha portata poi a fare questo percorso. Oltre ad una società che non la incoraggiava nei suoi studi e nelle passioni c’era anche la guerra, quindi si è ritrovata a difendere anche con il proprio corpo l’arte, letteramente. Lei si è recata fisicamente alla Pinacoteca per staccare e portare in salvo le opere. Nel film si vede che circonda con dei sacchi di sabbia le opere che invece non si potevano spostare. Sono cose che l’hanno messa a rischio. E poi la generosità e l’umanità che l’hanno portata a non poter stare ferma a guardare quello che accadeva con le leggi razziali. Nonostante lei non sarebbe stata toccata da queste leggi, perché poteva farsi i fatti suoi e sarebbe comunque sopravvissuta, decide di salvare delle famiglie di ebrei, rischiando la vita e la reputazione di un lavoro che aveva tanto desiderato. Fa poi un gesto che a me ha colpito tantissimo quando l’ho interpretata: si trova a dover mettere in pericolo la vita dei suoi famigliari. Devo dire che io, Matilde, in quel momento mi sarei fermata, perché se i miei cari sono a rischio, a quel punto divento egoista e non proseguo. Invece lei è andata avanti anche di fronte a questo rischio, non si è fermata perché era più forte di lei ed ha fatto qualcosa di straordinario per tutti noi. È una donna che va raccontata il più possibile”.

Maurizio Zaccaro: “Mi sono fidato sin da subito di Matilde Gioli

Matilde Gioli è Fernanda Wittgens nel nuovo film RAI - Cinematographe.it

Eduardo Valdarmini, interprete di Giovanni, ha parlato del suo personaggio, fittizio ma comunque in grado di evidenziare ulteriormente il valore dell’arte e di quanto messo in atto da Fernanda Wittgens. “Giovanni è un semplice operaio che si ritrova a lavorare alla Pinacoteca. Senza alcun interesse, anche perché non capisce ciò che ha intorno. L’importanza di Fernanda per questo personaggio è il coraggio, perché è vedendo un tale coraggio che Giovanni comincia a capire il valore della bellezza. Mi sono chiesto se Giovanni passerà la sua vita con una nuova consapevolezza sulla bellezza dell’arte, ma sicuramente assocerà sempre il coraggio dimostrato alla bellezza, un binomio inscindibile per lui. Il personaggio non esiste ma è comunque archetipale, rappresenta la resistenza, e l’insegnamento più importante di Fernanda è che attraverso il coraggio si può arrivare alla bellezza: questo credo sia il messaggio più bello che possiamo cogliere attraverso il personaggio di Giovanni“.

Infine, Maurizio Zaccaro ha ribadito il valore dell’interpretazione di Matilde Gioli, sottolineando il suo talento e ricordando i consigli che lui stesso le ha dato sul set di Fernanda: “Matilde è un’artista che si è messa a disposizione e si è caricata l’intero film sulle spalle (che vuol dire che è in scena dall’inizio alla fine, in ogni inquadratura, ed è una responsabilità enorme). Mi sono fidato ciecamente sin dal primo incontro con lei, ma anche durante la preparazione del film vedevo nello sguardo di Matilde qualcosa di nuovo, c’era qualcosa dentro di me che diceva ‘fidati di lei’. E io le dicevo ‘Lasciati guidare dall’istinto, dalla forza del cuore’, mi sentivo come Obi-Wan Kenobi però era la verità. Credo molto nel dare all’attore il proprio spazio, lo spazio di essere libero di agire nell’inquadratura come meglio crede. Ed ecco che in questo contesto Matilde si è rivelata un talento immenso che secondo me, per la sua giovane età, esploderà pienamente nel futuro”.

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