Intervista a Matt Dillon su La casa di Jack, tra misoginia, icone e serial killer [VIDEO]
Di serial killer, iconografia e misoginia: ecco di cosa abbiamo parlato nella nostra intervista video con Matt Dillon La casa di Jack di Lars Von Trier.
Lars Von Trier torna al cinema. Dopo l’incertezza sulla data di distribuzione de La casa di Jack – dall’originale: The house that Jack built -, il 28 febbraio amanti e detrattori italiani del regista danese potranno finalmente giudicare con i propri occhi l’ultima insana trovata del narcisistico cineasta. Un storia che echeggia di mito e psicosi fin dalla sua prima proiezione al Festival di Cannes e che segue i dodici anni di un serial killer e di alcuni episodi che hanno caratterizzato il suo folle declino verso l’inferno.
La casa di Jack (The House That Jack Built): leggi qui la nostra recensione
Un artista fallito quello che Matt Dillon, protagonista della pellicola, sembra voler rappresentare, nonché maniera in cui lo stesso attore si riferisce al suo personaggio. Un uomo che, nella ricerca della perfezione, si è perso per i meandri dell’orrore umano, alla ricerca di quel materiale adatto che descrivesse la sua arte. È del valore dell’icona che tratta Von Trier ed è lo stesso interprete a parlarne nella nostra videointervista.
La casa di Jack – Intervista al protagonista Matt Dillon
Dalla tolleranza necessaria per approcciarsi a La casa di Jack al discorso sulla misoginia che tanto sembra impregnare i film del regista: un’intervista per esplorare cosa c’è dietro ad un serial killer e alla sua icona. Tutto quello che potete trovare qui su Cinematographe.