Da Teresa Saponangelo a Drusilla Foer: intervista ai vincitori dei Nastri D’Argento 2022 [VIDEO]
Durante la cerimonia di premiazione dei Nastri d'Argento 2022, i vincitori ci hanno parlato delle loro speranze per la ripartenza del cinema italiano.
Si è tenuta questa settimana al MAXXI di Roma la cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento 2022, tra i maggiori riconoscimenti italiani, assegnati a tutti quegli addetti ai lavori che con il loro contributo e le loro opere hanno arricchito la stagione cinematografica appena trascorsa. Noi di Cinematographe eravamo lì sul “blue carpet” ed abbiamo chiesto ad alcuni dei vincitori il significato di serate del genere per il cinema nostrano, dopo un periodo di incertezze e al termine di una stagione che, facendo tutti gli scongiuri del caso, ha segnato una ripartenza per il settore.
Teresa Saponangelo, premiata come miglior attrice per È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, ci ha spiegato quanto questa cerimonia rappresenti un esempio di quello che potrebbe presto tornare ad essere anche il Festival di Venezia, magari già dalla prossima edizione: “Serate così significano momenti di grande ricarica. Sono momenti in cui tu prendi proprio forza, energia, e ti dici ‘Ok, questa è la strada giusta, stiamo facendo bene il nostro lavoro, speriamo arrivino delle cose altrettanto belle’. Sono tutti questi i pensieri che ci animano in questi momenti. Forse anche il riuscire a restituire noi stessi al pubblico. Mi piacerebbe che anche il Festival di Venezia tornasse ad essere così, cioè con una platea che possa vedere i suoi attori, senza paura di essere infettati, contagiati, ecc. Per cui restituire un po’ di noi stessi, degli artisti che fanno questo lavoro ma anche dei registi, dei direttori della fotografia. Insomma, un po’ del nostro mondo ad un pubblico di gente che non appartiene a questo ambito“.
Più ironica la risposta di Filippo Timi, premiato per il film Il filo invisibile, il quale non ha perso l’occasione di rivolgere i propri complimenti proprio a Teresa Saponangelo, sua amica e collega, sottolineando anche la gioia di riunirsi dopo anni di distanze: “Per me serate come queste significano moltissimo perché mi hanno invitato. Se non avessi vinto non sarei stato qua, quindi è molto bello (ride, ndr). Ed è bello per il cinema perché è un modo per incontrarsi e stare insieme. Ad esempio Teresa (Saponangelo, ndr), erano due anni che non la rivedevo ed io con lei ci ho fatto il primo film quando avevo 25 anni. Quindi è bellissimo rivederla adesso, vederla nel film di Sorrentino. Wow. La adoro, è bravissima“.
Nastri d’Argento 2022, Riccardo Milani: “Lasciamo le abitudini d’emergenza e torniamo al cinema“
Riccardo Milani è stato invece premiato ai Nastri d’Argento 2022 per le migliori commedie, Corro da te e Come un gatto in tangenziale 2 – Ritorno a Coccia di Morto. In questa occasione ci ha parlato delle sue speranze per il futuro (ricordiamo che il film con la coppia Cortellesi-Albanese è stato uno dei primi ad uscire solo ed esclusivamente nelle sale proprio per aiutare il settore a ripartire): “Serate così significano dare un segnale di ripartenza. Segnale che poi ovviamente bisognare dare al pubblico che deve trovare dei punti di incontro come questo ma soprattutto deve trovare dei film in sala e deve trovare le sale aperte. Il problema da settembre in poi credo sia questo: lasciare le abitudini del periodo d’emergenza, cioè comprare tutto da casa, film, cibo, abiti, e invece cercare di fare una vita normale. La vita normale è fatta anche dal cinema“.
Queste, invece, le parole di Tommaso Ragno, premiato per Nostalgia di Mario Martone insieme al collega Francesco Di Leva: “Secondo me significano molto rispetto al fatto che sono premi che vengono dati dalla nostra nazione, rispetto a quello che è questa arte, perché è un’arte prima di tutto, per quanto sia legata in parte anche al consumo. Quindi è una serata dedicata anche al senso profondo di poterlo fare, il cinema ed anche il teatro. Io sono un attore che sta in tutti e due i tipi di stage. Quindi penso che abbia anche questo significato. Non soltanto per la soddisfazione del proprio ‘narcisismo’, che comunque ci sta tutto, ma una cosa legata al cinema in generale, come arte“.