Noi. Lino Guanciale e Aurora Ruffino sulla serie Rai: “la famiglia è la capacità di restare uniti”
La nostra intervista al cast di Noi, la serie Rai diretta da Luca Ribuoli, con protagonisti Lino Guanciale e Aurora Ruffino.
Abbiamo incontrato il cast tecnico e creativo di Noi, la serie in uscita su Rai Uno a partire da domenica 6 marzo alle 21.15. Adattamento della serie tv americana This is us, Noi è un family drama in sei puntate che racconta la storia di Pietro Peirò (Lino Guanciale) e Rebecca (Aurora Ruffino) – una giovane coppia degli anni ’80 – e quella successiva dei tre figli Claudio, Caterina e Daniele.
Durante il corso della conferenza stampa sono intervenuti il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, il Ceo di Cattleya Riccardo Tozzi, il regista Luca Ribuoli , lo sceneggiatore Sandro Petraglia e i protagonisti Lino Guanciale e Aurora Ruffino.
NOI è la versione italiana della serie americana This is us: il produttore Riccardo Tozzi, lo sceneggiatore Sandro Petraglia e il regista Luca Ribuoli spiegano come sia stato affrontato l’adattamento italiano.
Riccardo Tozzi: “This is us è una serie di grande qualità sotto tutti i punti di vista: la scrittura, la recitazione, la regia. Sapevamo dunque che era una cosa molto rischiosa ma abbiamo trovato nella Rai una valida compagna di avventura e abbiamo deciso con entusiasmo di lavorare su questa grandissima saga dei sentimenti familiari cercando di mettere in rilievo anche la storia del paese. L’obbiettivo principale era quello di renderla italiana soprattutto attraverso un lavoro molto profondo nella scrittura. Personalmente, nonostante sia un fan di This is us, mi commuovo molto di più vedendo la versione italiana perché ovviamente mi immedesimo di più nei fatti e nei personaggi e credo sarà così anche per il pubblico perché è una serie calda e avvolgente come un abbraccio.”
Sandro Petraglia: “Per quel che riguarda la scrittura se si parte da zero ovviamente bisogna inventare tutto: il soggetto, l’evoluzione del racconto eccetera. Qui evidentemente siamo stati avvantaggiati. L’aspetto più bello è che This is us ha avuto il coraggio di raccontare una lunga storia familiare, che si svolge per diverse generazioni, alternando il passato, il presente e fasce intermedie in modo originale: selezionando solo i momenti più cruciali delle storie. Non abbiamo avuto dunque il problema nel nostro adattamento dei momenti morti o delle scene di servizio (di raccordo): ci sono solo le scene principali che “servono” al racconto e possono essere drammatiche, come piene di ironia e felicità domestica. E queste scene ci raccontano il cambiamento dei protagonisti, durante le fasi diverse della vita in cui affrontano diverse sfide. Ci siamo divertiti. In questo lavoro abbiamo avuto problemi di abbondanza: Cattleya ha acquisito 18 puntate dagli americani e ne abbiano selezionate 12 eliminando le parti “troppo americane” o pleonastiche.”
Luca Ribuoli: “Il primo step in quest’opera di adattamento è stato affrontare il cast ma a parte quello, che è stato felicemente risolto, sentivo il vantaggio di un copione ben scritto di cui fidarmi. Come regista io ho fatto già diverse serie per la Rai ma questa è stata una salita pazzesca per me. Gli sceneggiatori hanno avuto un approccio giusto nei confronti del testo originale perché lo hanno rispettato senza la pretesa di aggiungere altro e così la regia ha cercato di sintonizzarsi esattamente con il racconto del progetto originale. Noi avevamo il compito semplicemente di renderlo anche un racconto italiano. Gli attori sono riusciti a immergersi nei sentimenti ed emozioni che questi personaggi sanno evocare e credo che il plot più coinvolgente sia il fatto che a 34 anni decidono di cambiare la loro vita: si parla del passaggio dalla vita adolescenziale a quella adulta. La cosa più emozionante di questi personaggi è proprio la loro volontà e coraggio di cambiare e di evolversi.”
Aurora Ruffino su Noi, la serie Rai adattamento di This is us
Aurora Ruffino racconta la propria esperienza nell’interpretare Rebecca: la madre capostipite della famiglia Peirò
Aurora Ruffino: “Ero già una fan accanita della serie americana quindi quando mi hanno chiamata per il provino ho provato felicità ma poi è subentrato il panico di non essere all’altezza. Successivamente l’ho presa con filosofia, ho smesso di pensare alla serie americana nel senso che l’ho considerata esattamente come un classico tipo Romeo e Giulietta e ho pensato ‘questa sarà la nostra versione’ e mi sono focalizzata sul lavoro e basta. Il coinvolgimento emotivo del set grazie al regista era tale che era impossibile non emozionarsi. Si è creato subito un bellissimo feeling, soprattutto con Lino. Rebecca, il mio personaggio, percorre un arco temporale che va dalla giovinezza alla vecchiaia e questo mi ha dato la possibilità di interpretare il personaggio a 360 gradi. Un lavoro immenso che ho affrontato pensando a persone diverse secondo le diverse fasi della vita: la ragazza ribelle e anarchica che incontra Pietro (Lino) e la spinge a cambiare e diventare una madre amorevole. In seguito diventa però troppo protettiva e a 40 anni entra in crisi perché i figli hanno ormai la loro vita. E infine a 60 anni si scontra con i sensi di colpa del suo passato.
Per me la famiglia è la capacità di rimanere uniti nonostante i problemi e i momenti difficili. E anche quando cerchi di fuggire ti rimane dentro l’attaccamento per sempre.”
Lino Guanciale racconta la propria esperienza nell’interpretare Pietro: il padre capostipite della famiglia Peirò
Lino Guanciale: “Anche io ho avuto paura quando mi è stata offerta l’opportunità di interpretare il personaggio di Pietro ma è normale per un attore sentirsi sempre inadeguato di fronte a un ruolo nuovo. Poi ho riflettuto come Aurora sul fatto che This is us è un grande classico della serialità mondiale, così come esistono altri classici che mi possono essere proposti. Esportiamo ed importiamo. In questo caso specifico si tratta di leggere noi stessi attraverso un classico proveniente dagli Stati Uniti. Ero comunque molto entusiasta della scrittura: della serie USA mi ha conquistato il dispositivo drammaturgico che va avanti e indietro nel tempo e proprio per questo non smetti mai di guardarlo perché ti incuriosisce sempre. Questo espediente ha dato nuova linfa vitale al family drama. Sono stato molto felice anche di lavorare con Aurora e Luca. Sul set abbiamo cercato soprattutto di evitare il sentimentalismo eccessivo e retorico e cercato di far sì che noi italiani ci potessimo immedesimare nei personaggi e nella storia.
La cosa che più mi ha commosso di Pietro, è questa sua purezza di intenti nel voler creare una famiglia con la persona che ama. È un ideale semplice che forse esisteva più in passato che oggi e che mi sembra una cosa bellissima: l’amore e la famiglia. Ed è bellissimo il fatto che Pietro che sia disposto a dare tutto se stesso per questo progetto di vita. Pietro è il padre che tutti vorrebbero avere ed essere ed è forte e nello stesso tempo fragile. I personaggi della serie sono archetipi di positività ma anche pieni di debolezze e imperfezioni. Raccontare un personaggio che è forte e al tempo stesso debole è stato difficile ma anche una sfida.”
Una riflessione sulla serialità italiana nel mondo. Riccardo Tozzi e Maria Pia Ammirati rispondono su quali siano i prodotti maggiormente richiesti e se c’è una tendenza verso gli adattamenti.
Maria Pia Ammirati: “In Italia non si sta andando verso gli adattamenti: si va verso un grande ventaglio di opportunità fra cui gli adattamenti sono una delle tante possibilità. Noi e Vostro onore sono solo due esempi di adattamenti ma c’è tantissimo altro ovviamente. Rai Fiction sperimenta tutte le possibilità e generi. Non guardiamo solo al mercato USA ma a quello europeo, asiatico e di tutto il mondo. Bisogna sfatare la mitologia che i paesi stranieri ci guidano: anche gli altri osservano il nostro lavoro e ci seguono. Gli adattamenti li fanno tutti. Bisogna fare tutto e questo va fatto proprio in questo momento in cui la serialità è la regina dei contenuti. Con Noi facciamo una versione tutta nostra di family drama all’ italiana che troverà consenso anche all’estero perché parla a tutti universalmente.”
Riccardo Tozzi: “È un momento felice di grande salute per la serialità italiana: il totale di esportazione ha superato i 100 milioni all’anno ed è in crescita continua. E la questione dell’adattamento segnala proprio il fatto che la serialità italiana è entrata nel mercato internazionale e infatti lo fanno anche gli americani da sempre. So infatti che esistono serie italiane che avranno adattamenti all’estero e anche americani, perché l’Italia è vista come uno dei punti di creatività più rilevanti in questo momento”.