Non mi lasciare, per Vittoria Puccini la fiction Rai è “Una storia avvincente, ma dai risvolti attuali”
La conferenza stampa della prima fiction Rai del 2022, in onda dal 10 gennaio in prima serata su Rai 1.
Il palinsesto Rai vede protagonista la fiction d’autore anche nel 2022: dal 10 gennaio 2022 in quattro serate va in onda in prima serata Rai 1 Non mi lasciare, crime story in 8 puntate di Ciro Visco, co-sceneggiata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli. Nel cast Vittoria Puccini, che interpreta la protagonista Elena Zonin, Alessandro Roia e Sarah Felberbaum.
La storia, delicata nei contenuti e nella realizzazione artistica, si concentra su un’indagine portata avanti dalla polizia di Venezia seguendo un’inquietante pista pedopornografica che si dipana tra le spire del dark web e le calle della città lagunare.
Non mi lasciare: nella fiction Rai un argomento da svelare e raccontare
“Una bella sfida quella di rappresentare un argomento così delicato” afferma Ivan Carlei, vicedirettore Rai Fiction nella conferenza stampa odierna che l’ha visto protagonista insieme al resto del cast nella presentazione della fiction, “ma dopo quello che si senti e si legge sui giornali questo è un argomento che il servizio pubblico doveva affrontare, naturalmente non in modo violento, ma utilizzando i canoni della tensione e della bellezza della fiction. La televisione non deve rimuovere dei problemi, li deve al contrario mettere in luce”.
Un impegno che, dunque, deve coniugarsi al tema della rappresentazione, ma che comunque deve assumersi uno scopo divulgativo ed educativo, di fronte un tema così ostico e mostruoso che deve essere analizzato e affrontato il più possibile.
“Questa serie è diversa perché tocca un tema particolarmente importante e universale” continua Maddalena Ravagli, la sceneggiatrice di Non mi lasciare “in quanto l’infanzia rappresenta l’embrione della continuità della specie umana. Quindi per me e Leonardo Fasoli il lavoro è stato particolarmente delicato, sia nella ricerca di informazioni e documentazioni, sia nello studio delle realtà in cui si portano avanti le indagini di violenza”. “Si aveva la sensazione di andare incontro a un fiume di dolore e gli operatori che raccontavano come affrontavano le indagini erano anch’essi scossi da queste vicende”.
Il passaggio dalla cronaca alla cinematografia si carica di espedienti simbolici che trasformano le convenzionali storie di cruda attualità in narrazione costruita secondo gli stilemi della messa in scena. “Nell’aver assunto questo argomento abbiamo tentato di renderlo cinematografico”, queste le parole del regista Ciro Visco, “ l’abbiamo trasformato in una sorta di favola nera; nel momento in cui mi sono reso conto che tutte le parti dell’”orchestra” cinematografica avevano iniziato a funzionare tra loro, mi sono limitato a prendere questo argomento così nascosto e dargli luce, farlo vedere per come era. E semplificarlo: per arrivare a capire quale era il reale messaggio, ovvero quello di porre attenzione alle cose, soprattutto a quelle nuove e che non conosciamo”.
Venezia, terra di misteri e vicende controverse
Lo sfondo della vicenda investigativa è Venezia: Non mi lasciare, secondo le parole del produttore di Papermoon Mario Mauri, è la prima fiction italiana ad essere ambientata quasi completamente nel capoluogo veneto. “Siamo partiti da Venezia principalmente per realizzare un prodotto internazionale che potesse essere venduto anche all’estero, da una location che fosse amata e conosciuta in tutto il mondo. Venezia è decisamente una protagonista, ha un ruolo centrale nella narrazione e in tutta la storia”.
Una storia, quella della fiction, che seguendo le parole del regista è una narrazione ricca “di speranza, archetipica di un personaggio come Elena, certa di ottenere un risultato e la speranza di un bambino che rischia di scendere nelle profondità degli abissi, ma che grazie anche alla sua stessa forza riesce a congiungersi con la speranza di Elena per dare vita a strumenti che possano contrastare questa realtà”.
Vittoria Puccini, protagonista della serie, sembra essere molto entusiasta della scelta della Rai di dare voce ad una vicenda tanto attuale: “È una storia molto avvincente, ricca di tensione e colpi di scena, che spero possa appassionare gli spettatori. Mi sono innamorata fin da subito del personaggio di Elena perché è una donna determinata, coraggiosa e intuitiva. Ma al contempo è fragile, insicura: accanto al coraggio ha tante paure che derivano da accadimenti del passato e che non svela a nessuno e che si scoprirà solo alla fine della serie”. Alessandro Roia, interprete del vice questore Daniele Vianello e che affianca Elena Zonin nelle indagini, aggiunge alle parole di Vittoria Puccini una singola parola: contemporaneità. “Sono personaggi e storie dell’oggi, che coinvolgono tutti noi adesso, i personaggi non sono simulacri di un’idea, ma hanno una fragilità e sensibilità personale che va raccontata”.
Una storia attualissima, cruda e coinvolgente, che aspetta solo di essere dispiegata tra i canali di Venezia e le indagini di un caso di cronaca che sicuramente terrà gli spettatori incollati allo schermo.