Elisabetta Villaggio racconta il vero “Fantozzi”: mio padre? Non era snob e si annoiava con gli stupidi
L'autrice ha presentato il suo ultimo libro, un saggio dedicato alla vita professionale e personale del padre, in occasione del BAFF – B.A. Film Festival.
In occasione del BAFF – B.A. Film Festival, che ha luogo dal 8 al 12 novembre 2021 presso Busto Arsizio, Elisabetta Villaggio ha presentato il suo nuovo saggio, intitolato Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio. Tramite le testimonianze delle persone che hanno preso parte alla realizzazione dei film di Fantozzi, il volume si propone di costruire una memoria storica di questa saga cinematografica.
Tramite la condivisione delle sue esperienze personale, insieme con le testimonianze delle persone che gli sono state vicino, l’autrice cerca inoltre di costruire un ritratto umano di Paolo Villaggio. In questa nostra intervista abbiamo voluto parlare con l’autrice di entrambi i mondi, quello personale e quello pubblico, che compongono Paolo Villaggio.
Paolo Villaggio e Ugo Fantozzi
Come abbiamo accennato, il libro si propone pima di tutto di raccontare al pubblico chi era Paolo Villaggio e, nel farlo, prova ad andare oltre la maschera del personaggio di Fantozzi. La genesi del volume è però legata alla storia di questo personaggio. Al riguardo Elisabetta Villaggio afferma: “Non ho pensato al pubblico sinceramente, ho deciso di scriverlo a gennaio 2020, anche perché era un po’ di tempo che mi chiedevano aneddoti legati alla realizzazione di Fantozzi e io tante volte non sapevo rispondere. Quindi ho pensato che sarebbe stato carino costruire una memoria storica della sua realizzazione. Non so se c’è stata una necessità specifica all’inizio, ma man mano che lo scrivevo mi sono reso conto che sarebbe stato interessante coinvolgere anche gli attori e i tecnici nella creazione di questa memoria storica.
Per quanto riguarda invece la narrazione della sua sfera privata, l’autrice afferma: “ho raccontato mio padre com’era privatamente, per come io, che ero bambina, ho percepito questa sua ascesa alla celebrità, che era qualcosa che lui voleva. per quanto riguarda la sfera pubblica ho parlato solo di Fantozzi perché nasce dall’opere letteraria di mio padre ed è quindi un’opera personalissima, negli altri film, sia quelli comici che quelli realizzati con i grandi autori, è stato soprattutto un attore.”
Il mondo di Paolo Villaggio secondo la figlia Elisabetta
Uno degli aspetti trattati dal saggio è quello del rapporto che Paolo Villaggio ha avuto con i suoi collaboratori. Questo non è sempre stato semplice e, tramite la lettura del volume, apprendiamo che in alcune occasioni il carattere riservato dell’interprete di Fantozzi lo ha portato a essere percepito come distante e snob. Riguardo a questo aspetto Elisabetta ha affermato: “Lui in realtà non era snob per niente, anche se con le persone con il quale lavorava magari non ci andava a cena fuori, anche se poi con Tognazzi e Gassman ha stretto un rapporto. Certo, con i suoi collaboratori ricorrenti, come Reder o la Mazzamauro, non ha mai stretto amicizia, forse perché aveva bisogno di prendere le distanze dal suo lavoro.”
Uno dei passaggi del saggio che colpisce particolarmente è quello che racconta il rapporto amicale che ha unito Villaggio a Clemente Ukmar e Stella Battista, rispettivamente controfigura e sarta di scena, che hanno contribuito alla realizzazione del volume con la loro testimonianza. Riguardo a questa relazione, che è durata per l’intera durata della loro vita lavorativa, l’autrice ci ha dichiarato: “innanzi tutto lo hanno seguito in tutto il suo percorso lavorativo. Si fidava molto di loro, erano persone molto carine e amorose nei suoi confronti. Agivano spontaneamente e non per tornaconto e questo lui lo percepiva. Tra le altre cose, erano tutti e due professionisti molto bravi e i registi erano felici di averli sul set. Si fidava di loro e sapeva che non avrebbero fatto uscire nessun pettegolezzo. Ci sono alcuni aspetti della sfera personale di mio padre che anch’io ho scoperto solo adesso grazie al dialogo con Stella.”
Sono note le frequentazioni che Paolo Villaggio ha avuto all’interno del mondo dello spettacolo e il saggio si occupa anche di queste, concentrandosi soprattutto su quella che lo ha legato a Fabrizio De André. Al riguardo, la scrittrice ha detto: “Fabrizio lo conosceva sin da piccolo, perché i rispettivi genitori erano amici e hanno fatto le vacanze insieme. Erano due emeriti sconosciuti, due giovani della borghesia di Genova che frequentavano l’università, che non percepivano neanche la possibilità di lavorare nello spettacolo e si sentivano dei pesci fuor d’acqua. Entrambi studiavano legge ma odiavano l’idea di fare gli avvocati e avevano la passione per l’arte, erano degli autori. Genova la sentivano ostile rispetto a quello che volevano fare loro”.
Prosegue parlando delle altre relazioni importanti del padre: “gli altri li ha conosciuti sul lavoro. Si sono trovati. Con Gassman si sentivano molto affini, si sfidavano e si dicevano spesso l’un l’altro: ‘sono più intelligente io’. Con Tognazzi si divertivano molto. Fuori dalla sfera dello spettacolo, un suo caro amico è stato Paolo Fresco, che è tutt’ora in contatto con noi. Mio padre era anche un po’ selettivo: voleva le persone intelligenti, perché gli stupidi lo annoiavano”.
Uno sguardo al cinema contemporaneo
In conclusione, abbiamo chiesto a Elisabetta Villaggio un parere sul cinema italiano contemporaneo. L’autrice, oltre a riferirci il suo pensiero, ha voluto condividere un’opinione del padre: “io trovo che in questo momento ci siano sia autori che attori bravissimi. Sorrentino è un grandissimo autore, che mi ha rivelato di amare molto il lavoro di mio padre. A lui piaceva Checco Zalone, ma non ha avuto modo di vederlo al cinema. Credo che di lui apprezzasse la comicità surreale. Io trovo bravissimi Favino, Germano e Servillo. Credo siano attori di livello internazionale. Tra i più giovani, mi piace molto Alessandro Borghi”.
Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio è edito da Baldini + Castoldi ed è in commercio a partire dallo scorso 30 settembre 2021. Il volume è composto da 160 pagine e contiene le testimonianze di numerosi personaggi del mondo del cinema che, negli anni, hanno lavorato insieme a Paolo Villaggio. Raccoglie inoltre i commenti di alcune figure legate alla vita privata del compianto autore comico.