Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova – Il regista Giancarlo Scarchilli svela curiosità e aneddoti sul docufilm
Il regista Giancarlo Scarchilli e il critico cinematografico Steve Della Casa svelano curiosità e aneddoti sul docufilm.
Perché Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova è una grande e sorprendente rivelazione capace di oscurare tutta la restante produzione filmica sul pensiero Pasoliniano? Lo svelano il regista Giancarlo Scarchilli, il critico cinematografico e direttore artistico del Torino Film Festival, Steve Della Casa e i produttori del film, Giampaolo Letta e Morena Gentile.
È curioso e interessante riflettere sul fatto che Medusa abbia scelto e deciso non soltanto di collaborare alla realizzazione di Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova, sostenendolo appieno, ma anche e soprattutto di distribuirlo in sala, prevedendo un numero di sale oltretutto decisamente importante considerata la sua natura documentaristica, dalla forma e dai linguaggi certamente televisivi e quasi sempre ignorati dalla sala. Sappiamo infatti molto bene che gran parte della produzione cinematografica di genere documentaristico difficilmente trova distribuzione sul grande schermo, acquistando invece visibilità su piattaforme dedicate, oppure generaliste quali Mubi, Netflix, Amazon Prime, Disney+ e via dicendo.
Fortunatamente tutto questo non riguarda Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova, poiché il docufilm di Scarchilli, nonostante una limitata finestra distributiva di soli tre giorni (dal 5 al 7 marzo) gode di un’ampia distribuzione cinematografica in termini di visibilità e apporto produttivo/distributivo.
Presentato dapprima nel corso della 40° edizione del Torino Film Festival presieduta e diretta dal critico cinematografico Steve Della Casa, presente in conferenza stampa, Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova è finalmente pronto per la sala e il suo confronto diretto e atteso con il grande pubblico.
Scritto e diretto da Giancarlo Scarchilli, il docufilm comprende una ricchezza di contenuti davvero sorprendente, nei quali compaiono importantissime personalità della storia del cinema italiano, tanto di allora, quanto di oggi, come: Bernardo Bertolucci, Sergio e Franco Citti, David Grieco, Carlo Verdone, Daniele Lucchetti, Pupi Avati, Andrea Purgatori e Blasco Giurato, cui Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova è dedicato.
Nel corso della conferenza stampa, il regista Giancarlo Scarchilli, in compagnia del critico cinematografico e direttore artistico del Torino Film Festival, Steve Della Casa e i produttori del film Morena Gentile (MG Production) e Giampaolo Letta (Medusa) hanno raccontato con grande lucidità, commozione e approfondimento storico/critico differenti curiosità e annedoti. Ecco che cosa ci hanno svelato.
Un documentario che come il suo protagonista cambia le vite
Interviene per primo Steve Della Casa che riflettendo sul peso simbolico e contenutistico del docufilm di Giancarlo Scarchilli dice: “La prima volta che ho visto Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova l’ho considerato un lavoro incredibilmente appassionato, uno di quei docufilm d’altri tempi, in cui approfondimento storico sulla materia e amore per il racconto vanno a braccetto, senza mai prendere il sopravvento l’uno sull’altro. È proprio per questo che ho scelto di selezionarlo per il mio 40° Torino Film Festival, perché più di molti altri altri meritava quella finestra e quel pubblico festivalerio senz’altro interessato ad una delle figure più controverse della storia del cinema mondiale e non soltanto italiano, una di quelle figure realmente interessanti e fuori dal tempo. Un vero e proprio alieno capace di cambiare le vite di tutti quegli individui, maschi o femmine che fossero, incrociati lungo la strada, tra i set, le borgate, le piazze e le librerie. Così come Pasolini era in grado di cambiare le vite, anche questo meraviglioso docufilm di Scarchilli se ne rivela in grado, scavando incessantemente nella memoria pasoliniana e trovando sempre qualcosa di nuovo.”
Tutti hanno cominciato con Pasolini
Giancarlo Scarchilli, regista e sceneggiatore di Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova ha invece elaborato una riflessione estremamente emotiva, lucida e commovente sul ruolo che Pasolini ha in qualche modo avuto rispetto al suo ingresso nel mondo del cinema: “Io ho cominciato a lavorare nel cinema grazie a Sergio e Franco Citti, e cominciando a lavorare con loro due, sono immediatamente entrato in contatto con moltissime altre personalità destinate poco più tardi a fare la storia, imprimendo inevitabilmente stili ed estetiche fino ad oggi inarrivabili ed irripetibili come Bertolucci, Cerami, Ferretti, Grieco e molti altri. Man mano che conoscevo loro, scoprivo che ad unirli e renderli maestri era stato proprio Pier Paolo Pasolini, che servendosi della loro capacità unica, li aveva animati, glorificati e resi ciò che per tutti noi oggi sono, dei veri geni. Tutti hanno cominciato con Pasolini, anche io, proprio perché Pier Paolo era in tutto e per tutto un rabdomante del talento, capace di donare instancabilmente ai suoi colleghi e seguaci una amicizia profonda e con essa la sua filosofia, il suo pensiero e così anche la sua aristocratica semplicità. In questo modo di vivere si ritrovava il mio grande amico Sergio Citti ed io con lui. Il mio film però pur essendo inevitabilmente dedicato al duo Pasolini-Citti, deve la sua nascita e la sua realizzazione a Blasco Giurati che l’amico di una vita e che oggi non è più tra noi.”
Sul significato profondo di rabdomante del talento
Scarchilli ha aggiunto inoltre: “La riflessione probabilmente più corretta e lucida che oggi posso compiere sul Pasolini in quanto rabdomante del talento è questa: Pier Paolo avvicinandosi alle persone e ancor più agli autori e ai testi capiva quanta storia c’era al loro interno e assolutamente invisibili a tutti gli altri, e nel saperlo coglieva immediatamente ciò che in seguito avrebbe cambiato le cose. Pasolini sapeva diventare il futuro, leggendo meglio di chiunque altro la realtà che lo circondava proprio perché la leggeva fin nel profondo, fotografandola e inquadrandola nel suo dettaglio più intimo e celato e perciò sincero. Non è stato soltanto un pensatore come molti affermano, piuttosto è stato un uomo che ha fatto della sua intera vita una ricerca, vivendo del suo pensiero sempre e comunque senza abbandonarlo mai.”
Gli intellettuali sono morti con Pasolini
Proseguendo la riflessione sull’uomo ed entità Pasolini, Scarchilli ha osservato come con la morte di Pasolini il pensiero realmente e concretamente intellettuale si sia esaurito, divenendo altro. Ha detto infatti: “Per quanto mi riguarda, gli intellettuali sono morti con Pasolini e questo è indiscutibile. Proprio perché Pier Paolo era unico e sempre lo sarà, rispetto al suo essere così programmaticamente e definitivamente anomalo, alieno, unico e spiazzante. La sua era un’analisi spietata, lucida e appassionatamente disperata rispetto a tutto ciò che in quel momento stava accadendo nella società, tanto italiana, quanto globale. Pasolini era una finestra che si apriva per raccontarci qualcosa che paradossalmente avevamo sotto gli occhi, ma che di fatto non riuscivamo a vedere. Sono convinto che se oggi Pier Paolo fosse tra noi, farebbe un uso dei social geniale, senza precedenti. Che peccato non poterlo vedere”.
Perché era corretto produrre questo film
Il produttore Giampaolo Letta (Medusa) rispetto alla scelta di produrre questo film ha detto: “Ciò che ha convinto Medusa a produrre questo docufilm è stato l’ascolto faccia a faccia delle storie incredibilmente interessanti, sincere e di grande ispirazione che Giancarlo Scarchilli aveva in serbo da anni e che ha scelto di raccontare a noi e non ad altri. Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova è un progetto importante, rischioso e interessante che però abbiamo scelto di supportare con grande impegno, portandolo per tre giorni in più di cento sale. Il suo punto di vista è originale e inedito proprio perché si rifà non a dei testi scritti, piuttosto a delle voci e testimonianze a noi vicinissime, vere e proprie confessioni in amicizia e aneddoti. Giancarlo Scarchilli poi è un autore così colmo di amore, poesia, trasporto e preparazione, non potevamo in nessun modo lasciarlo solo e poi siamo i primi a portare sul grande schermo un prodotto come questo e ne siamo assolutamente fieri”.
Cui si aggiunge poi il breve pensiero di Morena Gentile (MG Production) che ha detto: “Devo essere assolutamente sincera, quella con Giancarlo Scarchilli per me è la prima esperienza produttiva in assoluto. Mi ha cambiata tantissimo e così come ha detto Giampaolo di Medusa, anche noi di MG siamo profondamente e totalmente fieri di aver aiutato a produrre e sostenere questo meraviglioso docufilm”.
Pier Paolo Pasolini: Una visione nuova è in sala dal 5 al 7 marzo, distribuito e prodotto da Medusa ed MG Production, in collaborazione con Rai Cinema ed Istituto Luce Cinecittà.