Prey: il regista del film parla del “dettaglio” che i fan di Predator dovrebbero notare
Il regista e il cast di Prey parlano del film prequel di Predator, in uscita il 5 agosto 2022 sulla piattaforma streaming Disney+.
Prey, il film prequel ambientato nell’universo di Predator, è disponibile su Disney+ dal 5 agosto. Per promuovere il rilascio dell’opera, il regista Dan Trachtenberg ed il cast hanno risposto alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa globale del lungometraggio. Nel corso dell’incontro, chi è intervenuto ha parlato della responsabilità derivata dal realizzare un nuovo capitolo di una saga così tanto amata, svelando inoltre degli affascinanti retroscena relativi alla produzione dello stesso.
Prey, Dan Trachtenberg torna alla regia per il prequel di Predator
Prey segna il ritorno di Dan Trachtenberg dietro la macchina da presa a sei anni di distanza dal suo primo lungometraggio, 10 Cloverfield Lane. Lo stesso regista ha spiegato quindi la scelta di tornare dopo un lasso di tempo così lungo e soprattutto perché ha scelto di farlo proprio con Prey “Perché adesso? Perché ci è voluto così tanto tempo per fare questo film. Ho iniziato a svilupparlo forse un anno dopo l’uscita di 10 Cloverfield Lane, film uscito nelle sale. E poi è avvenuta la fusione Fox-Disney. E tutte queste cose hanno davvero ritardato l’avvio della produzione. Ma l’ispirazione principale che c’è dietro il film è stata una sorta di confluenza di un paio di cose: volevo davvero fare un film che fosse principalmente basato sull’azione, raccontato soprattutto visivamente, ma non volevo che fosse solo intrattenimento, voler aggiungere cuore ed emozione. Volevamo che la storia si concentrasse su personaggi che normalmente non sono gli eroi del film, in modo che la visione del film potesse essere collegata all’esperienza che i personaggi vivono. Mi sono ricordato qualcosa della mia infanzia, quando cioè non mi era permesso guardare film con classificazione R, ed ero nel minivan sulla strada per un torneo di karate, e tutti i bambini di prima media aveva appena visto Predator. A me non era permesso di vederlo e mi hanno descritto l’intero film durante il viaggio. E l’unica cosa che mi è rimasta impressa è stata una rissa su un ponte sopra una cascata tra Billy, l’inseguitore dei nativi americani, e il Predator. E poi alla fine ho visto il film, anni dopo, e quella scena non è nel film. Abbiamo visto molti film incentrati su Arnold Schwarzenegger e quel tipo di eroe. Mi sono chiesto ‘E se concentrassimo un film su un diverso tipo di personaggio?’ e questo si è unito alla genesi del nuovo film“.
Per Dakota Beavers, Prey rappresenta la prima esperienza in un lungometraggio. L’interprete di Taabe ha quindi raccontato la sua vita prima che gli venisse proposto il film, quando cioè nella sua vita c’era principalmente la musica. “Ho sempre voluto recitare ma, onestamente, non pensavo davvero che fosse possibile perché non conoscevo nessuno nel settore“, ha dichiarato l’attore, aggiungendo: “Non sapevo come funzionasse. Stavo solo suonando e lavorando da TJ Maxx. Poi ho fatto il provino per questo altro film che è stato bloccato a causa dell’emergenza sanitaria. Non ho sentito niente per molto tempo e poi ho ricevuto un’e-mail che diceva ‘ehi, voglio che tu faccia l’audizione per questa piccola parte in questo film’. Non so perché mi abbiano assunto. Ma sono davvero felice che lo abbiano fatto. Ho imparato così tanto. Voglio dire, ognuno di questi ragazzi è stato fantastico e mi ha aiutato a sapere cosa significano le cose. Onestamente non sapevo nemmeno cosa facessero Dan e Jhane ma sono stati tutti così gentili e buoni con me. E ora voglio solo farlo per sempre, perché mi sono divertito tantissimo“.
Amber Midthunder: “Quando mi hanno scelta per il ruolo ho pianto“
Andando avanti con la conferenza, l’attenzione si è quindi spostata su Amber Midthunder. La protagonista di Prey ha quindi parlato delle difficoltà affrontate durante la produzione di un film che significa così tanto per così tante persone. “Non ho raccontato a nessuno la mia reazione immediata“, ha raccontato l’attrice, aggiungendo: “Ho fatto un provino per questo film, originariamente, all’inizio del 2020, prima della pandemia. Io e Dan ci siamo incontrati e poi lui è scomparso, un’esperienza simile a quella di Dakota. Dan è scomparso dalla mia vita per un po’, e poi è tornato. Poi il film ha ottenuto un titolo provvisorio e mi hanno chiesto di fare di nuovo l’audizione. L’ho fatta ma non sapevo esattamente di cosa trattasse il film. Poi qualcuno mi ha detto che era Predator ed ho pianto. E non avevo ancora ottenuto il ruolo! In realtà non erano lacrime positive, erano più lacrime di spavento per quanto il progetto apparisse grande. Poi ho letto la sceneggiatura per la prima volta. Ricordo di aver letto come 30 pagine che descrivevano solo la parte di azione. In qualche modo non mi rendevo conto di come sarebbe stato davvero bello alla fine, anche stare lì tutti insieme. Perché siamo stati in Canada per tipo sei mesi, quando il paese era chiuso per l’emergenza sanitaria e le nostre famiglie non potevano venire. Eravamo davvero solo noi“.
Ciò che senza dubbio colpisce di Prey è soprattutto la cura dei dettagli. La produttrice Jhane Myers ha quindi raccontato quanto sia storicamente accurato ciò che vediamo nel film. “Prey è il più accurato possibile dal punto di vista storico, perché se pensi all’epoca in cui questo è ambientato, non c’erano molte fotografie o dipinti. Questo per me è stato fantastico, perché ci ha dato un po’ di margine di manovra. Siamo stati comunque in grado di infonderlo davvero con tutte le cose dei Comanche, dal colore delle pitture al design, lo stile di combattimento, il linguaggio e via dicendo. Quindi per me è stato un sogno. Voglio dire, probabilmente non ci sarà mai un altro progetto del genere, a meno che non facciamo un sequel del prequel“. Per quanto riguarda l’esistenza di un eventuale dettaglio più piccolo a cui il pubblico dovrebbe fare attenzione, il regista Dan Trachtenberg ha detto: “Mi viene in mente una risposta leggermente meno significativa ma comunque divertente per i fan di Predator, che è il modo in cui Taabe, il personaggio di Dakota, viene tagliato quando viene tagliato. Avviene in un modo molto specifico“.
Ai protagonisti di Prey è stato poi chiesto come si siano trovati ad usare altre forme di armi, più antiche, per doversi occupare del Predator. Ha risposto Midthunder: “Quello era tutto ciò che gli indigeni avevano prima che tutto si mescolasse con la colonizzazione. Guardando indietro nel tempo, siamo sempre stati persone piuttosto piene di risorse, sia attraverso la strategia che attraverso l’uso delle armi. Per questo è stato bello avere Jhane, qualcuno specializzato nel popolo Comanche. Questa è la sua gente. Quindi avere qualcuno che si è specializzato in quella conoscenza e in quella storia è stato davvero speciale per me che ci sono entrata in contatto con quello, perché non sono Comanche. Sono Assiniboin. Quindi è molto simile a quello che hanno fatto i miei. Quindi è stato davvero bello prendere quel pezzo di storia e metterlo in un film come questo e farlo sembrare moderno come i film con armi ed esplosioni“. Il regista del film ha invece aggiunto: “Sì, una cosa che trovavo davvero interessante era preparare le acrobazie e le risse e cose del genere. Si tratta di molta precisione, velocità e movimento fisico. E ti mostra cosa possono fare i Comanche“.
Il regista di Prey spiega la scelta del titolo del film
Durante la conferenza stampa di Prey non poteva poi mancare un riferimento all’inseparabile cane che segue e difende la protagonista durante tutto il film. A tal proposito, Amber Midthunder ha raccontato: “Amo quel cane con tutto il mio cuore e la mia anima. Non so da dove venga. L’hanno presa due mesi prima di questo film. E lei aveva così tanta energia. Il suo nome è Coco. La maggior parte del tempo era a correre, girare ed essere così eccitata di stare con tutti noi. Quindi, come per me, per lei era un sogno“. Dan Trachtenberg ha poi spiegato la scelta del titolo, coraggiosa se pensiamo che sarebbe stato più facile inserire quel “Predator” che avrebbe attirato l’interesse di ancora più persone. “Ho inviato una email ad un dirigente della 20th Century. Sapevo che erano impegnati nella preparazione o nella produzione dell’ultimo film di Predator e questa mi sembrava un’idea troppo bella a cui aggrapparsi. E poi ho pensato che Prey abbia esattamente lo stesso doppio significato di Predator. Quindi il titolo può funzionare proprio come Predator. Poi in questo modo il film sembra un film a sé stante, che per me è sempre stato alla base di tutto quando penso a remake, adattamenti o sequel, ovvero sperare davvero che tu possa fare un film che sia un grande film di per sé. Che non dipenda solo dall’essere collegato ad un grande franchise per essere un buon film. Ed è quello che speravo potesse essere“.