Quo Vado? – Intervista a Checco Zalone, Gennaro Nunziante e cast
L’attesissimo nuovo film di Checco Zalone con la regia di Gennaro Nunziante arriva il 1 gennaio nelle sale italiane in più di 1300 copie distribuito da Medusa. Quo Vado? è la scommessa cinematografica che apre il 2016, riuscirà a reggere le aspettative dopo gli incassi stellari di Sole a catinelle? Leggete cosa pensano il protagonista e il regista della loro ultima opera, presenti a Roma per presentare il film insieme al resto del cast.
Il vostro nuovo film, Quo Vado?, sembra aver fatto un salto di qualità. Girate per il mondo, visitate posti meravigliosi, ed il contenuto esprime appieno l’Italia di oggi. Siete consapevoli del lavoro che avete intrapreso?
Nunziante: Cerchiamo sempre in tutti i nostri film di fotografare ciò che ci succede intorno, ma lo riportiamo sempre con grande rispetto anche per il pubblico che poi lo vede in sala. Penso che Quo Vado? abbia un’aria mondiale che ci aiuta così ad inquadrare bene la nostra nazione.
Zalone: La qualità forse è dovuta anche all’alto badget che questa volta ci sosteneva, ci è servito anche per uscire dalla nostra Puglia. E ci è stato utile per avvicinarci di più a quelle commedie all’italiana a cui aspiriamo tanto, senza la presunzione però di poter arrivare a quei livelli.
È solo un’impressione o in Quo Vado? ci sono veramente delle citazioni de La Grande Bellezza?
Zalone: Quindi qualcuno se ne è accorto! Non volevamo puntare il dito contro La Grande Bellezza, assolutamente, un film che ha vinto l’Oscar poi. Il fatto è che eravamo dalle parti del Gianicolo e ci è venuto in mente che sarebbe stato divertente se invece del giapponese svenissi io.
Una curiosità: nel film cerchi di abbattere molti luoghi comuni, ma su due punti proprio l’italiano non può cedere ossia l’affetto per Albano e Romina e per Sanremo, come fai vedere. Condividi?
Zalone: Forse sono anche i due punti che preferisco! Per altro quando si scrive un film lo si fa un anno prima, quindi il pezzo su Albano e Romina era fresco quando entrò in sceneggiatura. Per fare un po’ di gossip, una sera siamo stati anche invitati a cena dai due cantanti, e ci hanno portati in un posto dove neanche volevano farci entrare perché non eravamo ben vestiti. E devo dire che un po’ di sana emozione italiana ci sta quando li vedi lì insieme. Vedendoli uno pensa: questa è l’Italia! E così è nata l’idea di inserirli nel film mentre eravamo in Norvegia. Per la verità in sceneggiatura avevamo anche pensato di farmi incontrare con Albano nel bagno alla turca di un ristorante italiano, poi per problemi produttivi non ho potuto fare pipì con lui, per mio grande dispiacere.
Checco, il punto principale di Quo Vado? è l’agognato “posto fisso”, nella vita non hai mai pensato di trovarne uno?
Assolutamente! Fino a dieci anni fa era la mia massima aspirazione il posto fisso! Ho anche fatto un concorso da vice ispettore di polizia dove ovviamente fui scartato. Però ringrazio che sia andata così. Erano i miei genitori che mi inculcavano il valore del posto fisso, il lavoro in banca, il posto statale.
La parte girata al Polo Nord è straordinaria, come ripresa e come qualità. Come è stato girare in quei posti ed affrontare l’argomento della ricerca?
Zalone: Quella del Polo Nord è stata la parte produttivamente più complicata e dura. Prima di tutto bisogna ringraziare i ragazzi del CNR che aiutano la scienza, senza di loro non avremmo potuto girare questo film. Siamo andati in dodici in quei luoghi sperduti, la situazione era davvero poco agevole, e questi splendidi ragazzi ci hanno aiutato veramente. Forse loro rappresentano l’Italia migliore, sono lì a pochi euro a fare ricerca. Tra l’altro un ragazzo ci disse che la parte sulla ricerca che avevamo scritto era del tutto sbagliata, quindi ci hanno aiutato anche a riscriverla.
“Aspiravo al posto fisso circa dieci anni fa. Meno male che non l’ho trovato.”. Checco Zalone in Quo Vado? e la fortuna di essere lui.
Una domanda alle fantastiche attrici di questo film, Eleonora Giovanardi e Sonia Bergamasco, come è stato lavorare con Checco?
Bergamasco: È stato un bel salto per me lavorare in questo film. La cosa che mi ha convinta ad unirmi al progetto è stata la sceneggiatura che raccontava così bene l’Italia. Lavorare con Checco poi è un divertimento.
Giovanardini: Fare questo film per me è stato come ricevere un regalo. Per la parte che ho recitato, per i posti visitati e per le persone incontrate. Checco poi mi ha insegnato che anche al lavoro si può ridere.
Checco sei diventato papà ormai da qualche anno, come hai vissuto la lavorazione del film con i bellissimi bambini che vediamo?
Zalone: Nel cinema ci sono le tre B da evitare: bambini, barche e bestie. No scherzi a parte, è bellissimo, sono i più naturali, i meno costruiti davanti alla cinepresa. Abbiamo dovuto avere tanta pazienza, ma è andata bene.
Ma come si vive da Checco Zalone?
Lo trovo fantastico. Lo augurerei a tutti. Ora come ora sono un po’ in ansia anche per il grande incasso del film precedente con Gennaro, però è stato anche quello che ci ha spinto a fare di meglio. A noi andrà bene in qualsiasi modo si metteranno le cose, pochi o tanti biglietti staccati.
Che limiti vi siete dati nella realizzazione del film?
Zalone: Parafrasando il film, ci stava a cuore l’educazione, il buon senso. Ormai sembra quasi esserci la gara a chi è più scorretto e questo porta a battute tutte uguali. Non esiste un grafico con cui stabilire un limite, bisogna capirlo da soli quando il riso diventa offesa.
Nunziante: Nei nostri film non ci siamo mai permessi di trattare argomenti con volgarità. Spesso la comicità si basa sulla banalità che diventa perciò ridondante, eccessiva. Noi cerchiamo invece il curato, la nuova trovata. Il “politicamente scorretto” ormai è diventato vuoto di significato.