Raùl Arévalo: intervista al regista del film La Vendetta di un uomo tranquillo
La vendetta di un uomo tranquillo (recensione) è l’esordio alla regia di Raùl Arévalo, attore spagnolo alquanto celebre per la sua interpretazione nel film La Isla Minima; vincitore di ben quattro premi Goya – tra cui miglior film spagnolo dell’anno – La vendetta di un uomo tranquillo è un film che narra la storia di un uomo normale travolto inesorabilmente da una spirale di violenza senza fine. In occasione dell’anteprima stampa tenuta a Roma, il regista spagnolo ha rilasciato importanti dichiarazioni riguardo al film allo staff di Cinematographe :
Raul il tuo ultimo film tratta la riparazione di un dolore attraverso la violenza, pensi che quando si subisce un dolore, la vendetta sia l’unica forma di reazione ? Questa scelta stilistica da cosa deriva?
“Principalmente la mia ambizione era di rendere il tutto più realistico possibile, con una violenza cruda, accompagnata da un’inusuale vendetta, scarnificandola totalmente dal suo valore intrinseco. Tutto questo è stato raggiunto grazie all’aiuto del mio amico psicologo, co-sceneggiatore.
Fondamentalmente la nostra premura è stata quella di raccontare una storia di un uomo normale, isolato se vogliamo da una monotematica esistenza; vicissitudini e non solo lo mettono a dura prova facendolo coinvolgere in un’inesorabile spirale di violenza, che è variabile capace di passare dall’esplicito al tenue.”
La Vendetta di un uomo tranquillo vede come protagonista un poderoso Antonio de la Torre, empatico quanto basta con una morigerata stesura interpretativa. Come avete preparato insieme il ruolo e quali sono state le maggiori direttive che gli hai impartito?
“Parto da un presupposto. Lavorare con attori empatici, ma soprattutto avanzati con l’età, con un’ottima dose di esperienza è per me importante. Nel caso di Antonio parliamo di un grande amico con cui non solo ho amato lavorare ma anche discutere nel bene e nel male.
Per me è stato importante metterlo alla prova con un personaggio del tutto inusuale, manifestando – termine magari eccessivo – dei quasi volti ieratici . A me è piaciuto parlare di ciò che conoscevo; ho voluto raccontare una storia negli ambienti appropriati, creando una certa promiscuità fra attori professionisti ed attori improvvisati. Quello che conta, almeno per me, è ricercare sempre un punto di speranza nei film.”
Il tuo primo film nelle vesti di regista; pensi che avverrà nuovamente il passaggio alla macchina da presa e in caso fosse su cosa lavorerai ? Un auto-direzione magari…?
“A progetti futuri sto lavorando. Mi auspico di essere molto più celere nel trovare una casa di produzione visto le lunghe tempistiche che ho avuto per realizzare La vendetta di un uomo tranquillo. Se devo fare un nuovo film ovviamente guarderò alle co-produzioni europee o al massimo a quelle latino americano; aborro quelle statunitensi.”