Sofia D’Elia è Alda Merini in Folle d’amore: “le passioni hanno un valore liberatorio”
Il 14 marzo 2024 va in onda in prima serata su Rai 1 un nuovo biopic. Dopo il successo di Margherita delle stelle, è il momento di Folle d’amore – Alda Merini, la fiction che ripercorre la vita della “poetessa dei Navigli”– una delle letterate che ha maggiormente caratterizzato il 900 italiano. Il film, liberamente ispirato al romanzo Perché ti ho perduto della scrittrice Vincenza Alfano e diretto da Roberto Faenza, è stato presentato al Torino Film Festival. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Jean Vigo Italia – che unisce nel cast Laura Morante, Federico Cesari, Rosa Diletta Rossi, Giorgio Marchesi, Mariano Rigillo e Sofia D’Elia (classe 2006) che interpreta Alda Merini adolescente. La giovane attrice e musicista che ha già lavorato con Faenza in Hill of vision (nel 2022), ha vinto diversi premi fra cui il riconoscimento per la migliore attrice protagonista per il corto Tutù di Lorenzo Tiberi, “migliore giovane attrice” al Heart International Film Festival e il “Best actress” al Fernando Di Leo Short Film Festival.
La nostra intervista all’attrice Sofia D’Elia che interpreta Alda Merini adolescente nel biopic targato Rai
Alda Merini è stata una poetessa con uno stile cristallino e graffiante. A soli 15 anni ha esordito come autrice. Ma com’era in quella fase della sua vita?
“Una ragazzina affascinata dalla poesia e dalla musica. Infatti amava trasformare con il pianoforte le sue emozioni in armonie […]. Purtroppo però prestissimo qualcosa distrugge la sua quiete e serenità, si scoprirà che soffre di un disturbo bipolare, e – a questa età – come dice lei stessa, incontra le prime ombre della mente. Alda era una ragazzina sensibile, malinconica, solitaria e soprattutto molto determinata. Il suo disagio mentale è diventato la sua fonte d’ispirazione“.
Come descriverebbe la preparazione di un ruolo?
“Prima di interpretare un ruolo sicuramente si parte da un’attenta lettura e analisi della sceneggiatura. Personalmente, la prima volta che leggo il copione cerco di farlo come se stessi leggendo una storia, da lì parte la conoscenza e la comprensione del personaggio. Gradualmente provo ad immedesimarmi, cercando di approfondirlo per cogliere il più possibile il suo carattere, la sua personalità e le attitudini. Quando si tratta di un personaggio realmente vissuto, leggo qualsiasi tipo di materiale e di fonti come articoli, interviste, racconti: tutto ciò che possa tornare utile per l’interpretazione”.
Sofia D’Elia sul suo personaggio: “Alda Merini faceva poesia non solo quando scriveva ma anche quando parlava. Ogni sua parola sprigionava un’energia unica“
Ma che cosa l’ha affascinata di più di questo personaggio?
“Il suo rapporto intimo con la scrittura, che diventa una sorta di terapia, di psicoanalisi ma anche un rifugio; era per lei il luogo in cui dare libera espressione a tutti gli stati d’animo, senza mai nascondere nulla. Faceva poesia non solo quando scriveva, anche quando parlava perché ogni parola che pronunciava sprigionava un’energia diversa, unica. Studiandola prima come persona, poi come poetessa o come personaggio nel film, ho avuto l’impressione che abbia sempre scritto per necessità e per nutrire la mente. Mi hanno affascinato quindi il suo mondo interiore profondissimo e il suo talento precoce”.
“Le passioni sono importanti perché fanno parte della nostra crescita, hanno senso e valore liberatorio“
Nella lirica A tutti i giovani raccomando Alda Merini invita a vivere l’esistenza in maniera piena, a partire dai banchi di scuola. Perché crede sia importante coltivare una passione e crearsi degli interessi sin da piccoli?
“Beh, tra la mia generazione ed i tempi vissuti da Alda credo ci sia una differenza che riguarda l’approccio verso la formazione e il futuro. La poetessa ha dovuto lottare per poter studiare in un liceo; i suoi genitori erano contrari al percorso che sognava e spesso leggeva, scriveva e frequentava i salotti letterari di nascosto. Oggi, tra noi giovani, spesso accade il contrario. Abbiamo tanti mezzi a disposizione e genitori con un grado di istruzione più elevato ma moltissimi adolescenti non si sforzano di capire in cosa sono più portati e in quale direzione andare […]. Per fortuna ce ne stanno moltissimi altri che hanno un atteggiamento maturo e propositivo rispetto ai problemi ambientali e sociali, che vivono gli anni di scuola nella condivisione. Relativamente alle passioni, credo sia importantissimo fin da piccoli avere interessi, perché questi fanno parte della nostra crescita […], hanno un senso e un valore liberatorio“.
C’è una scena del film che ha amato particolarmente girare?
“In realtà, in tutte le scene ho provato delle sensazioni, e soprattutto delle grandi emozioni. Il film mi ha affascinato ed emozionato anche per il set, per le ambientazioni ed i costumi. Adoro, ad esempio, i costumi d’epoca, e il fatto che ogni ruolo arricchisca di nuove conoscenze. Questo poi è il secondo film in cui ho avuto l’onore di lavorare con il regista Faenza, e tutti i suoi consigli, scena dopo scena, sono stati preziosi“.
Intanto è stata scelta per interpretare un nuovo importante ruolo, in un fantasy horror… Un progetto che sarà diretto da Maximilien Dejoie. Potrebbe svelarci qualche dettaglio ulteriore?
“Mmm, si tratta di un film ancora in fase di preparazione, purtroppo è ancora tutto top secret… L’unica cosa che posso dire è che sono felicissima di aver conosciuto ed essere stata scelta dal regista Dejoie per questo ruolo, e per questo progetto la cui produzione è Albolina Film, MTP e Just a Moment con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte“.