Il cast di Suburra – La serie a Venezia 74; Michele Placido: “la tv italiana deve cambiare”
La rivoluzione di Numero 8, le aspirazioni di Claudia Gerini e la mentalità cangiante di Michele Placido. Ecco cosa trapela su Suburra - La Serie a Venezia 74
Il 6 ottobre arriva la prima produzione italiana targata Netflix: Suburra – La serie (qui la recensione) è il potere corrotto che si aggira per le vie di Roma. A presentarla oggi alla 74ª Mostra del Cinema di Venezia i registi Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi insieme al cast, agli sceneggiatori e ai produttori. La domanda iniziale posta agli sceneggiatori, e probabilmente quella che si sarà posta anche il pubblico, richiede spiegazioni sulla scelta di fare della serie Netflix un prequel del film di Stefano Sollima. La risposta? Maggiore libertà!
La scelta nasce da un’operazione compiuta da noi sceneggiatori perché volevamo essere liberi di raccontare i personaggi In questo senso quindi un prequel ti dà una certa libertà per mostrare come sono cresciuti. [I protagonisti della serie] sono più giovani perché volevamo dare l’idea del personaggio romano inserito in un racconto di formazione. Rispecchiare anche la fame millenaria di un cittadino romano che deve diventare adulto.
Gomorra, Romanzo criminale, questa la nuova serialità che trova il suo appiglio nel nostro pubblico. Michele Placido, tu che ha lavorato per anni nel campo della televisione noti grandi cambiamenti nel modo di creare prodotti per lo spettatore?
Sì è cambiato molto e bisogna che continui sempre a cambiare la propria mentalità, dobbiamo essere meno autori e più produttori. La tv italiana deve cambiare, anche la Rai sta prendendo una nuova via. Devo ammettere che mi sono sentito spiazzato all’inizio, ma è questa la strada che bisogna intraprendere e sono felice di aver preso parte a questo progetto.
Certo c’è grande libertà creativa, ma come avete fatto a rimanere dentro la storia di Roma? Avete trovato difficoltoso confrontarvi con l’attualità?
Suburra – La serie ci ha dato sicuramente un grande stimolo creativo, per quanto riguarda Roma in particolare abbiamo studiato la sua storia, l’abbiamo immagazzinata, ma alla fine anche dimenticata per lasciare modo di analizzare questi ragazzi e i conflitti che li muovono e rendono incredibile la storia. Per noi è stata linfa creativa e speriamo interessi il pubblico.
Nel cast di Suburra – La Serie anche Claudia Gerini che ha spiegato alla stampa l’importanza di questa sua interpretazione dicendo:
Ho combattuto per avere questo ruolo per via delle sfumature che poteva aggiungere alla mia carriera. Sono stata felice di lavorare con questo cast e con questi tre registi. È la storia di formazione di questi personaggio, un viaggio emozionale per tutti loro. Il mio personaggio è una donna in Vaticano, quindi qualcosa di raro, e possiede l’ambizione di espandere anche lei il suo potere su Roma. È una donna di talento, si per quel che riguarda il mondo finanziario che la sfera delle relazioni, della Roma che conta. Sono stata molto contenta del risultato finale, Suburra – La serie è un prodotto molto forte e ironico.
Alessandro Borghi, nel film Suburra di Stefano Sollima interpretavi numero 8, che qui ritroviamo con qualche anno in meno. Come è stato reinventare il proprio ruolo?
È stata una grande possibilità perché ho avuto modo di smontare numero 8 e andare a ricostruire un personaggio che ancora non aveva bene in mente il concetto di potere, ma soprattutto della sua gestione. È l’inizio di un processo che poi lo porterà al film.
Per i produttori, quanto è diverso lavorare per creare una serie di produzione Netflix?
Fare queste nuove serie ci diverte tantissimo sempre, nello specifico lavorare con Netflix è entusiasmante per il suo essere globale, non ha categorie per quanto riguarda l’aggancio nazionale. Netflix richiede che si lavori con qualcosa di autentico e legato a qualcosa di vero culturalmente, dall’altro però parla a tutto il mondo. È stato un lavoro molto intenso ed istruttivo.