Superluna: intervista a Carmen Pommella, la Nunzia di Mare fuori
L’attrice Carmen Pommella torna al cinema dal 16 maggio 2024 con il film Superluna, presentato alla scorsa 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma, ad Alice nella città e terzo lungometraggio scritto e diretto da Federico Bondi. Prodotto dalla Vivo film in collaborazione con Rai Cinema e Tarantula, Superluna racconta della piccola comunità di Isolarotonda, colpita da un terremoto che non miete vittime, ma che costringe ognuno degli abitanti a dover lasciare le proprie case. Tra di loro la piccola Viola, 10 anni, che vede quel sisma tanto devastante come un “amico” che l’ha costretta a stare fuori, a vivere più a contatto con la natura, scoprendo angoli inesplorati e che la porterà anche a doversi interfacciare con il mondo degli adulti che ora vivono tutti insieme. Tra gli interpreti di Superluna, l’attrice Carmen Pommella, nel ruolo della benzinaia, personaggio identificato, come tutti, con la propria professione. Sono infatti presenti nel cast Antonia Truppo nel ruolo della Parrucchiera, Vincenzo Pirrotta nei panni del Benzinaio, Adriano Chiaramida che interpreta il Maresciallo, Gabriele Spinelli nel ruolo del Muratore, insieme a Francesca Raffone e Olivia La Terra Pirrè che prestano il volto rispettivamente alle bambine Viola e Anna.
Carmen Pommella ha iniziato una brillante carriera dopo aver studiato canto e danza e dopo essersi diplomata all’Accademia d’arte drammatica del Teatro Bellini di Napoli. Iniziando nel 1998 sul palcoscenico, nel 2018, con all’attivo 39 rappresentazioni teatrali, tra cui 3 musical, Carmen Pommella recita nel film La tenerezza di Gianni Amelio. L’anno successivo prende parte al film Martin Eden, di Pietro Marcello, presentato alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, e dove, accanto a Luca Marinelli, veste i panni di Maria. Un personaggio fondamentale nella storia e che rimane impresso nella mente del pubblico: una donna che il protagonista conosce in treno, madre di 2 bambini e che rappresenterà anche per lui una figura materna, con la quale condividere vari momenti della propria vita. Recitando anche in pellicole come Piove, È stata la mano di Dio e Finalmente l’alba, Carmen Pommella ha regalato performance indimenticabili anche sul piccolo schermo, dove la sua carriera ha avuto inizio nel 2007 con La nuova squadra, riprendendo poi senza mai arrestarsi nel 2016. È infatti l’anno di Gomorra, seguito da L’amica geniale, Le indagini di Lolita Lobosco e La storia, tra le più note e seguite serie tv italiane. Tra queste Carmen Pommella è anche tra gli interpreti principali di Mare fuori, attualmente una delle poche figure presenti sin dalla prima stagione e che tornerà nella quinta. Volto di Nunzia, è tornata nel quarto capitolo, dopo una pausa che è durata un’intera stagione, la terza. Tra il 2023 e il 2024 l’attrice ha inoltre preso parte a Mare fuori il Musical, altro grande successo nell’universo della serie che è ormai da tempo un vero e proprio fenomeno internazionale. Ecco di seguito l’intervista all’attrice Carmen Pommella.
L’intervista all’attrice Carmen Pommella, interprete del nuovo film di Federico Bondi Superluna e che tornerà nell’attesa Mare fuori 5
Com’è nata la passione per la recitazione iniziando dal canto e dalla danza?
“Quasi per caso: facevo lezioni di canto, ho conosciuto un ragazzo al Teatro Bellini di Napoli, ho fatto un provino ed è andata bene. C’era, studiando canto, qualcosa che mi aveva attirato sin da subito nella recitazione. Da piccola amavo cantare, mi divertivo e recitavo bene le poesie. Frequentando poi corsi di danza sono entrata in contatto con quella disciplina tipica del ballo e ho fatto molti stage. Mi piace il movimento e l’espressione del corpo, e con la recitazione, appassionandomi dopo l’accademia al teatro d’espressione, ho ritrovato quest’importanza del movimento. Ho recitato molto in teatro che è la mia passione, mentre al cinema sono poi arrivata successivamente, nonostante avessi già fatto delle esperienze per il grande schermo. In più ho iniziato con Pietro Marcello, che è una persona straordinaria, un dei più grandi artisti con i quali ho avuto a che fare. Credo di essere stata fortunata, perché, proprio con Marcello, una delle mie prime esperienze d’attrice al cinema è stata con Luca Marinelli. Sono molto fatalista, ci ho messo passione e impegno, e penso che le cose se devono accadere accadono. Per me è andata così. Un pò per merito e un po’ per fortuna sono salita su questa giostra“.
Parlando del film Superluna, per certi aspetto, anche se in maniera diversa, ricorda un po’ La vita è bella, relativamente alla tragicità vista dagli occhi di un bambino. C’è questa suggestione su questo mondo unico e speciale che i bambini hanno dentro di sé, proprio dell’infanzia, che poi svanisce con il tempo, e che dà la possibilità di trovare sempre il gioco in ogni cosa, di stupirsi e imparare.
“Sì, Superluna ha molte suggestioni poetiche, è un film molto delicato. E sì, effettivamente c’è un rimando al film, in generale a come nella pericolosità della tragedia nascono l’amore e l’amicizia. Nella solidarietà dei grandi avviene un po’, come il fiore di loto, una rinascita. E questa nasce dai sentimenti più basilari. C’è un amore di fondo in questo film e ne sono molto contenta. È stato inoltre il primo film per cui non ho fatto un provino, sono stata chiamata da Federico Bondi per partecipare. Una scelta fatta anche sotto l’aspetto umano, quindi per me rappresenta un momento fondamentale. Come se non bastasse ho anche recitato con una delle mie migliori amiche, Antonia Truppo. Abbiamo ritrovato la nostra insegnate di recitazione, Simona De Santis… Quindi Superluna è stata proprio un connubio di situazioni e incontri. Abbiamo inoltre girato in provincia di Rieti, dove c’è la mia casa storica di famiglia. Quindi una serie di alchimie stranissime. Credo che la ricorderò come una delle mie esperienze più belle“.
Sempre riguardo a Superluna, è un racconto di un microcosmo che si ricostruisce. Anche il fatto di chiamare molti personaggi attraverso la propria professione è un modo di ricreare piccole comunità all’interno di una più grande, che costituisce tutti gli abitanti che aspettano di tornare alla normalità. E ciò che accade insegna a tutti qualcosa, ognuno di loro, in modo diverso, cresce.
“Sì, assolutamente sì. Nei piccoli paesi, nelle piccole comunità spesso ci si chiama così, ci si dimentica del nome e si diventa il benzinaio o il panettiere. Quest’idea di Federico è stato un tassello in più, trovo che sia un ragazzo fantastico con una grande sensibilità. Fare un film così delicato e importante al tempo stesso è straordinario.
Relativamente al tuo personaggio in Superluna, come lo descriveresti?
“La benzinaia è una donna che ha un rapporto conflittuale con i suoi famigliari. È una persona molto
fragile, non vede subito una vera prospettiva, però poi nella ricostruzione di alcune situazioni, lei crede davvero che si possa vivere tutti insieme. È un personaggio diverso dall’aspetto e dalla concezione più comune di femminilità. Essendo la più fragile, per me è anche la più sensibile e la più tenera. Sembra che come figura si sviluppi poco, ma è fondamentale nel lavoro del personaggio“.
Passando invece al cinema, lavorando con vari registi, c’è qualche film e qualche ruolo al quale sei particolarmente legata e se sì, perché?
“Maria di Martin Eden, me la porto dietro da sempre. Per me è come una metà di Carmen, di me. Con quell’esperienza ho capito tante cose: in che direzione poteva andare il mio mestiere e le mie caratteristiche. Conoscendo Pietro Marcello e parlando con Luca Marinelli, ho realizzato cosa potevo ricavare da Carmen, e Maria me la porto sempre dietro, anche a teatro. È proprio l’espressione di quel senso materno e di protezione che ho ritrovato in altri personaggi. Anche per esempio in Finalmente l’alba, dove interpreto una madre più dura e più determinata, una donna romana degli anni ’50, anche lì c’è sempre dietro quel senso materno. Anche dal punto di vista della carriera, da Martin Eden e dall’incontro con Pietro sono partiti tanti lavori. Quindi devo tutto a Maria e a quell’esperienza“.
E invece per le serie?
“Mare fuori. Adesso facendo il musical insieme ad altri interpreti della serie ancora di più. Io ho partecipato sin dall’inizio, quando c’era Carmine Elia, che era un regista molto più duro rispetto ad Ivan Silvestrini, che è stato più accogliente. Però è dall’inizio che siamo stati come una grande famiglia. Anche se sono una delle più veterane, non ricopro un ruolo fondamentale, Nunzia ha sempre preso e sta prendendo i suoi spazi. Non sono potuta essere presente nella terza stagione perché avevo altri impegni ed è stato un grande dispiacere non poter partecipare. Però quando ti capitano delle cose bisogna anche saper lasciare andare altro. Quindi quando poi la produzione mi ha voluto di nuovo, confermandomi che il personaggio funziona, non potevo che essere più contenta. La prova del nove è stata durante la tournée del musical. Mi sono resa conto che per il pubblico il mio ruolo era fondamentale: quando uscivo dal teatro sentivo che acclamavano Nunzia, chiamandola per nome. E questa è stata una delle più grandi soddisfazioni: quando fai poco, ma diventa tanto per il pubblico, per un attore è sempre straordinario. Basta dire una battuta e dirla bene e Nunzia è diventata simpatica, materna, a volte anche grossolana, ma sempre forte“.
In Mare fuori, il personaggio di Nunzia è stata infatti la prima educatrice a conquistare il pubblico, è amata dalle detenute, è andata via e poi quando è tornata è stata accolta con grande entusiasmo. È come se gli altri educatori siano tutti un po’ figli di Nunzia relativamente al suo essere materna, ma anche al suo dover essere un’educatrice.
“Si Nunzia è come una mediatrice, è accomodante, è un personaggio che non è stato sviluppato come altri educatori, non so se è prevista quest’apertura, ma io sono contenta anche se rimanesse nella sua zona di comfort. Fa del bene, ed è presente anche se fa poco. È una figura che risulta simpatica e in lei c’è un pò di quel personaggio di Maria che mi porto sempre dietro. È buona, riesce ad entrare in contatto, a capire i ragazzi e le ragazze, ad esempio il bellissimo rapporto che aveva con Naditza e che si instaura anche con Alina. Quindi al di là della speranza che il personaggio si possa aprire, nel suo piccolo spazio è comunque fondamentale“.
La quarta stagione di Mare fuori segna un po’ uno spartiacque: molti personaggi vanno via e ne conosceremo di nuovi. Cambia il regista e la sceneggiatrice.
“Sì, è proprio uno spartiacque. Io sono contenta di riprendere il ruolo con un nuovo regista, quindi facendo un’esperienza diversa. Perché anche se la produzione e gli attori sono stessi, quando c’è un nuovo regista e una nuova sceneggiatrice c’è sempre un rapporto e un registro diverso. Ne eravamo consapevoli sin da subito e lo abbiamo visto anche quando abbiamo letto la sceneggiatura. In Mare fuori alla fine non mancano mai colpi di scena, è una serie capace di tenerci sempre sulle spine e spesso le reazioni che abbiamo noi quando leggiamo il copione sono le stesse che poi hanno il pubblico“.
In Mare fuori hai un personaggio preferito?
“Naditza, sono legata a tutte le scene che ho girato con Valentina Romani. Sono momenti che spesso durano poco, ma che ci dicono tutto di Nunzia“.
C’è una scena in particolare alla quale sei legata?
“Quando Naditza corre nelle scale dopo che ha litigato con Filippo e io rincorro lei, la scena è a rallenty, c’è questo abbraccio coinvolgente tra le due in cui non ci diciamo nulla, e quello è stato uno momento più belli. Dura poco, pochissimo, ma in quel abbraccio è racchiuso tutto di Nunzia, tutto di Naditza e tutto sul loro rapporto“.