Susanna Nicchiarelli: “Nessun debito con la realtà per la mia Nico” – [INTERVISTA]
Susanna Nicchiarelli ci parla della sua protagonista nel suo ultimo film Nico, 1988, presentato nella Sezione Orizzonti al 74esimo Festival di Venezia
Apre i battenti di questa 74esima edizione del Festival di Venezia anche la Sezione Orizzonti e l’onore spetta alla regista e sceneggiatrice Susanna Nicchiarelli, intenta in un biopic da lei stessa definito “al rovescio” in cui racconta gli ultimi anni di vita della star degli anni Sessanta Nico. Dal titolo Nico, 1988, il film è stato realizzato in co-produzione con la società inglese Tiger Lily e presenta membri del cast internazionali. L’opera di Susanna Nicchiarelli prende come protagonista la cantante dei Velvet Underground nonché Musa di Andy Warhol e si tinge di tinte ombrose e dure. A Venezia la regista e sceneggiatrice del film racconta del trattamento apportato ai personaggi, sull’importanza delle testimonianze e su come la realtà non debba condizionare il fine cinematografico.
Susanna, quella del personaggio di Nico sembra la parabola al rovescio di qualsiasi star. Come mai hai scelto di usare questo approccio?
È al rovescio proprio perché avevo intenzione di non seguire i soliti cliché del biopic. Studiando Nico ho scoperto che il periodo in cui era più interessante, sia artisticamente che umanamente, era proprio quello in cui non era sotto ai riflettori. Ho lavorato molto creativamente sulla parte meno conosciuta, meno vista, ma ho cercato di basarmi bene anche sulle testimonianze fatte per il film. In particolare voglio ringraziare Ari, il figlio di Nico.
Susanna Nicchiarelli: “Nico non provava nostalgia per il suo passato luminoso.”
Che ne pensi di una delle più significative frasi di Nico che recita così “Sono stata in cima, ho toccato il fondo ed entrambi sono vuoti”?
È una frase che ha detto realmente. Prima non era neanche in sceneggiatura, ma dopo averla sentita varie volte nelle interviste abbiamo deciso di inserirla. Nico non provava alcun tipo di nostalgia riguardo al suo passato famoso. Un’altra frase che mi piace molto e che trovo dissacrante è quando le dicono quanto deve essere stato bello aver vissuto l’apice negli anni Sessanta e lei risponde “Non li ricordo molto, prendevamo molta LSD.”. Era un passato mitico per tutti, tranne che per lei.
Quanto hai preso dalla realtà per raccontare dei collaboratori di Nico?
Tutti erano ispirati a persone reali, ma molto abbiamo lavorato di fantasia. Come il manager di Nico, il quale è stato anche avvertito riguardo la produzione della pellicola. Non volevamo alcun debito verso la realtà, ci è andata meglio lavorando con l’intuizione. Pensiamo infatti che questo ci abbia aiutato molto nella costruzione dell’opera.