The Hateful Eight: foto e intervista a Quentin Tarantino
Prima dell’anteprima italiana di The Hateful Eight nel mitico Teatro 5 di Cinecittà Studios, si è tenuta la conferenza stampa del film, che ha visto fra i partecipanti, oltre all’immancabile Quentin Tarantino, il maestro Ennio Morricone e gli interpreti Kurt Russell e Michael Madsen. Fra risate, aneddoti e qualche momento toccante è stata un’ora che ha fatto la gioia dei cinefili presenti.
The Hateful Eight: secondo lo stesso Tarantino un Le iene in chiave western
Quentin Tarantino ha ripercorso la propria carriera, enfatizzando la sua predilezione per personaggi che possiedono grande dimestichezza nel fingersi una persona diversa da ciò che sono. Questa tendenza viene portata all’estremo proprio in The Hateful Eight, in cui diversi personaggi mascherano più volte la loro vera natura, ma è sempre stata presente nel suo cinema, in particolare nei personaggi di Shosanna Dreyfus e Bridget Von Hammersmark in Bastardi senza gloria. Il regista è poi passato a parlare diffusamente di quest’ultimo film, che ha definito molto teatrale, riconoscendo il debito di riconoscenza verso La Cosa. La pellicola di John Carpenter ha infatti ispirato Quentin Tarantino per Le iene, di cui secondo il regista The Hateful Eight è una rilettura in chiave western. Tutti e tre i film si basano inoltre su personaggi intrappolati nella stessa stanza senza potersi fidare l’uno dell’altro.
Non è mancato un accenno alla polemica #OscarsSoWhite creata da Spike Lee, con particolare riferimento alla mancata candidatura di Samuel L. Jackson, nonostante la sua strepitosa performance in questo film. Tarantino ha elegantemente glissato sull’argomento, limitandosi a dire “Ovviamente mi dispiace che Samuel non abbia avuto la candidatura, perché secondo me la meritava. Per quanto riguarda il boicottaggio invece, io non sono stato nominato, ma se lo fossi stato sarei comunque andato.”
Quentin Tarantino si è poi soffermato sul personaggio di Jennifer Jason Leigh in The Hateful Eight, spiegando che fin dall’inizio il personaggio è stato concepito per una donna, in modo da complicare la situazione, le emozioni e anche la visione del film da parte dello spettatore. Il regista ha poi specificato che le continue percosse subite dal personaggio impersonato dall’attrice non sono causate dal suo sesso, ma dal suo carattere in relazione a quello del personaggio di Kurt Russell, che deve tenerla in costante soggezione per evitare che si dia alla fuga.
The Hateful Eight: foto e intervista a Quentin Tarantino, Ennio Morricone, Kurt Russell e Michael Madsen
Interrogato sul senso politico di The Hateful Eight, Quentin Tarantino ha detto: “Quando io mi sono messo a scriverlo non era un film politico, lo è diventato quando ho messo per la prima volta la penna su carta e ho cominciato a scrivere. Quando i personaggi hanno cominciato a dialogare e a discutere di com’era la vita dopo la Guerra Civile, mi sono reso conto che c’erano dei riferimenti alla situazione politica attuale fra democratici e repubblicani. Durante la lavorazione del film poi, sono accaduti eventi politici e sociali che hanno reso la storia sempre più pertinente all’attualità. Semplicemente a volte sei fortunato e riesci a trovare un legame con quello che accade nella realtà.”
Interrogato sul suo personaggio, Kurt Russell ha invece dichiarato: “Quentin Tarantino tesse sempre una ragnatela nei suoi film. A me è piaciuto interpretare un personaggio che riguarda direttamente l’America. In tutto il mondo era risaputo che in questo Paese anche la persona più indifesa e insignificante aveva diritto a un giusto processo e a un giudice che lo giudicasse onestamente. Il mio personaggio vuole in qualche modo onorare questa pietra miliare del sistema giudiziario americano”.
Le parole più toccanti della conferenza stampa sono state quelle di Michael Madsen, che ha dichiarato: “Io credo che i film di Quentin risolvano più problemi di quelli che creano, sia che li si veda sotto il punto di vista politico che su quello del puro intrattenimento. Fin dai tempi de Le Iene e Kill Bill c’è stato un riflesso fra quello che accadeva in questi film e la realtà, e spesso le soluzioni ai problemi trovate nelle pellicole di Tarantino sono state più semplici di quelle fornite dai media. Ho apprezzato che in The Hateful Eight vengano continuamente ripetuti termini dispregiativi come ‘negro’, perché così facendo si ha la sensazione che queste brutte parole possano perdere il loro potere denigratorio. Mio padre, che è scomparso a dicembre, non ha sempre apprezzato i film che ho fatto, ma per questo film era veramente entusiasta e aveva manifestato la volontà di vederlo, cosa che purtroppo non è riuscito a fare. Papà, dovunque tu sia, stavolta il tuo figliolo è stato bravo“.
Poco coinvolto all’interno della conferenza stampa il maestro Ennio Morricone, che a causa del fraintendimento di una domanda del pubblico si è concentrato quasi esclusivamente sul rimarcare le differenze fra le colonne sonore de La Cosa e The Hateful Eight, entrambe curate da lui ma con esiti diametralmente opposti: per il film di Tarantino il maestro è in corsa per l’Oscar, mentre per quello di Carpenter addirittura ricevette una nomination ai Razzie Awards per la peggior colonna sonora.
Hanno chiuso la conferenza le parole di stima di Raffaella Leone, figlia di Sergio, da sempre la più grande fonte di ispirazione per Tarantino: “Io sono una fan di Tarantino. Ci sono tante similitudini con i film di mio padre, con l’amore, con la passione, con il rispetto del pubblico e con la competenza. I film di Tarantino non sono mai superficiali e non sono mai quello che sembrano. Sono il grande cinema, il cinema di un genio. Ci sono tanti bravi registi, ma lui è qualcosa di diverso. Per questo mi sento così tanto vicina a quello che ci regala ogni volta”.