The Pills – Sempre meglio che lavorare: intervista al trio del web
In attesa di scoprire se avere successo su youtube equivale ad avere successo al botteghino, il trio di giovani composto da Luigi Di Capua, Luca Vecchi e Matteo Corradini presenta a Roma il suo esordio cinematografico: The Pills – Sempre meglio che lavorare, in sala dal 21 gennaio. I ragazzi raccontano delle difficoltà del mondo del cinema e di quanto caffè è servito per girare il film.
The Pills – Sempre meglio che lavorare: intervista al trio del web
Il vostro è un passo importante, dal web al cinema: quali sono le speranze e quali sono state le difficoltà?
Matteo: Il passaggio si può dire che sia stato tranquillo. Eppure è tutto diverso rispetto al web, di certo non in senso negativo. Speriamo di poter ricevere un riconoscimento dal pubblico.
Luigi: Abbiamo cercato di portare al cinema il linguaggio che usiamo nel web, che poi è anche il nostro. Penso sia un esperimento curioso, anche se veramente faticoso.
Luca: Penso sia stato un bel battesimo del fuoco, interessante, anche formativo. Metto sempre tanta umiltà, ma spero che questo film sia un tentativo riuscito. Speriamo di fare anche di più.
Di solito si chiede quanto si è speso per l’intero film. Oggi vogliamo chiedervi, quanto avete speso per caffè, ganja e birrette?
Matteo: Stiamo cercando di calcolare un numero ancora non scientificamente scoperto. Calcoliamo potenze e cose varie, ma dobbiamo ancora capirlo! Scherzi a parte caffè veramente tanto, tantissimo. È ciò che ci ha portato avanti.
Come nasce l’idea della trama?
Luigi: Volevamo fare un film più onesto possibile e cercare di portare anche qualche elemento autobiografico. Siamo tutti e tre dei laureati che si sono rifiutati di lavorare otto ore in un ufficio per trecento euro al mese. Volevamo fare le cose che ci piacciono, per cui avevamo studiato. Il sentimento che mettiamo è chiaro e ha del vissuto, come il raggiungimento dei trent’anni. È il nostro punto di partenza.
The Pills – Sempre meglio che lavorare, su questo film invece avete lavorato eccome. Come è andata?
Matteo: Ma noi abbiamo lavorato! Il fatto è che nel 2008, quando ci siamo laureati, c’era veramente una forte crisi e ci siamo chiesti se ne valeva la pena. Lavorare nel cinema comunque è veramente traumatico! Luca ha ancora la febbre, da quattro mesi tra l’altro.
The Pills – Sempre meglio che lavorare: “Il cinema è una bella esperienza, ma veramente faticosa. L’unica cosa che ci ha salvato è il caffè!”
Da cosa è ispirata la vostra comicità? Ha un’impronta più italiana o internazionale?
Luca: Siamo figli degli anni ’80 e ’90, nati e cresciuti con il mito della televisione. Dai film ai videoclip di Mtv. Ma a parte questo prendiamo spunto veramente da ogni cosa ed ognuno di noi ha poi una comicità diversa.
Salta all’occhio l’ambientazione della periferia, il Pigneto e zone limitrofe. Come vivete il quartiere e come mai lo avete inserito?
Luigi: Sono un convinto sostenitore della “tribalità” al cinema. Ma chi è che vede nella sua vita tanti loft? Questi ragazzi bellissimi che vivono in case bellissime. Noi invece siamo brutti, ma belli a modo nostro.