Il cast su The Underground Railroad: “la più grande lezione imparata è di non sottovalutare nessuno”
The Underground Railroad arriverà su Prime Video il 14 maggio. Scopriamo insieme cosa è stato detto durante la conferenza stampa.
The Underground Railroad si appresta ad essere una delle serie più interessanti di questa stagione televisiva. Dietro alla trasposizione dell’omonimo romanzo di Colson Whitehead, un regista come Barry Jenkins, qui in veste anche di sceneggiatore. Dal 14 maggio su Prime Video, l’opera in dieci episodi vede il coinvolgimento di attori e attrici come Thuso Mbedu, Joel Edgerton, Damon Herriman, William Jackson Harper e Sheila Atim. Durante la conferenza stampa si è parlato molto del rapporto con l’opera madre e di Jenkins con il suo cast. Scopriamo insieme cosa è stato detto durante il Junkset.
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The Underground Railroad: la prima serie televisiva per Barry Jenkins
Barry Jenkins non ha bisogno di presentazioni, è un regista fine e attento in grado di stupire l’occhio quanto il cuore con film come Moonlight e Se la strada potesse parlare. Con The Underground Railroad raggiunge tutto un altro livello, venendo a contatto con una storia dalle radici profonde. La serie è un modo per scendere a patti con il passato, di mostrarne le varie sfumature e realtà. Jenkins parla di antenati e di come il libro abbia rappresentato molto per lui. “Quello che mi è piaciuto di più è stato avere l’occasione di ricontestualizzare la storia dei nostri antenati attraverso l’esperienza di Cora (Thuso Mbedu). Nel corso degli episodi, la protagonista tenta di porre fine alla schiavitù in America. Al tempo stesso cerca di riconciliarsi con sua madre, e trovo che sia un modo interessante di presentare questa storia vera, ma anche di enorme portata. È stato molto complesso non avendo riferimenti biografici sulla sua vita, ricostruire il percorso di sua madre. È stata anche un’opportunità per mettermi alla prova.”
Per Jenkins è il primo lavoro televisivo, e si è dovuto confrontare con una diversa formula narrativa rispetto al grande schermo. “Credo che ci siano due grandi differenze. La prima è che andando al cinema si vive un’esperienza più coinvolgente, spegni il telefono, si sta in silenzio. Ovviamente in tv è diverso, puoi stoppare la riproduzione, riavviarla, saltare, puoi decidere se guardarlo da solo o con qualcuno. La seconda è che essendo molte di queste immagini legate a esperienze realmente vissute, hanno una portata emotiva molto travolgente e in uno spazio limitato come quello cinematografico potevano essere troppo schiaccianti, e forse non si sarebbero comprese appieno. Lasciando a Cora lo spazio di dieci episodi, per lo svolgimento della storia, mi ha permesso di distendere le scene e comprenderle di più”. Dichiara il regista che, in conferenza stampa, afferma di esser stato aiutato dall’attrice protagonista, scelta in modo unanime perché “fin dà subito era molto cosciente di sé, dello spazio che il suo corpo occupa sullo schermo”.
La sorpresa di Thuso Mbedu quando ha ottenuto la parte
Thuso Mbedu, classe ’91, è un’attrice nuova nel panorama televisivo, dopo alcuni ruoli di supporto in serie come Scandal! e Generations: The Legacy ottiene il suo primo ruolo da protagonista nel The Underground Railroad di Jenkins. “Quando ho sentito dell’audizione è stato elettrizzante, perché è stata un’audizione di stampo internazionale, ma non ci ho pensato molto, davvero non pensavo che ne sarebbe uscito qualcosa, ho fatto la mia parte e ho cercato di non pensarci più. Quindi nel 2019 sono stata invitata dalla costume director e ho detto: non posso fare peggio di come sono andata l’anno scorso. Dopo alcune prove ho pensato di esser contenta di averla incontrata. Le foto adesso rimangono in archivio e vedremo se se ne farà qualcosa. La sera stessa ho ricevuto una chiamata e poi mi hanno spiegato si trattava di un riadattamento da un romanzo, e lì ho capito che era una cosa molto importante; non pensavo lo fosse così tanto. Quindi mi sono detta: mi sono impegnata, ho dato il massimo. Anche se non verrò scelta so che ho fatto del mio meglio”. Una sorpresa, quindi, per l’attrice.
In The Underground Railroad la protagonista interpretata da Mbedu verrà perseguita dal cacciatore di schiavi Ridgeway, interpretato da Joel Edgerton. Durante il junkset è stato chiesto all’attore come sia stato coinvolto nel progetto. “Ho sentito parlare del progetto, ho incontrato Barry in diverse occasioni. Avevo sentito che a molte persone è piaciuto moltissimo lavorare con lui su diversi progetti e quando ho scoperto di questo l’ho contattato subito facendogli sapere di essere interessatissimo all’idea. Gli ho chiesto se ne potessimo discutere insieme. Leggendo il libro la cosa che mi ha un po’ intimorito è che Ridgeway è tipo un gigante e io non lo sono, non sono piccolino ma neanche enorme. In ogni caso, mi sono fatto avanti e l’ho contattato. Quando ero più giovane avevo tantissima energia e slancio per i nuovi progetti, provavo a bussare a tantissime porte, e questo mi ha ricordato l’entusiasmo che ci mettevo. Perciò sono contento di aver cercato io Barry e di essermi proposto per il ruolo. A progetto ultimato devo dire di essere davvero grato di averlo fatto perché l’idea mi è piaciuta tantissimo”.
Ceaser e Royal, due figure importanti nel viaggio della giovane Cora
Nel corso dei vari episodi di The Underground Railroad Cora affronterà un lungo viaggio nell’America schiavista. Partendo dalla Georgia insieme Ceasar (Aaron Pierre) arriverà a conoscere il Royal interpretato da William Jackson Harper (Chidi in The Good Place). Ma quale ruolo hanno questi due personaggi nella vita di Cora? Aaron Pierre afferma che: Nella storia di Cora, Ceasar rappresenta l’idea di una possibilità, il trascendere dalla realtà propriamente fisica. Queste caratteristiche mi hanno fatto avvicinare al personaggio, all’energia che ha per tutta la durata della serie. Mi è piaciuto nel romanzo il fatto che Cora avesse già quella fiamma, quel desiderio di ottenere la vera libertà. Quindi credo che Ceaser sia uno dei tanti catalizzatori di quella fiamma. Ha solo collaborato ad alimentare quella fiamma che però già era presente in lei, per farla conquistare ciò che ha sempre voluto”.
Invece, per Harper ciò che lo ha entusiasmato del suo personaggio è il suo essere un simbolo di speranza. È un uomo avanti, rispetto al suo tempo, sotto molti punti di vista, è proprio il modo in cui si muove nel mondo. Tutti i personaggi coinvolti imparano qualcosa da Cora, ma credo che il fatto di essere un uomo nero nato libero nell’Indiana lo porta inevitabilmente a comportarsi in modi un po’ diversi. L’altra cosa è che è un personaggio gentile, cosa che io non sono affatto. È stato divertente provare ad essere così e cercare di vivere in questo modo per il personaggio”.
The Underground Railroad: un lavoro di gruppo, tra consulenti e legami profondi
Barry Jenkins porta sullo schermo una storia potente, provocatorio, di denuncia. Eppure, allo stesso riesce a raccontare diverse sfumature dell’intimità umana. Non si ferma alle atrocità della schiavitù, ma porta la narrazione verso un messaggio di speranza. The Underground Railroad coniuga i due aspetti partendo dal romanzo di Whitehead. A tal proposito Jenkins ci svela che per tutta la durata della produzione avevano un consigliere che li supportava nel capire come andassero affrontate alcune tematiche. “Penso sia stato molto importante capire fin dove era moralmente ed eticamente consentito spingersi, essere sempre consapevoli di ciò che intendevamo comunicare, ogni giorno. Tutti sapevamo di avere la libertà di decidere per noi stessi, ognuno aveva la possibilità di dire fin dove voleva spingersi in base alle cose che chiedevo loro, così da individuare il punto in cui non sarebbe valsa più la pena continuare. Questo è stato cruciale nel processo. Siamo stati vicino l’uno all’altro dall’inizio alla fine, ognuno sapeva che se avesse avuto bisogno ci sarebbe stato qualcuno ad aiutare”.
Insomma, l’intero cast ha lavorato in simbiosi con il regista, portando ognuno un pezzo di sé in The Underground Railroad. Thuso Mbedu sottolinea quanto il dialogo si stato importante durante le riprese, fuori e dentro il set ha consentito la creazione di dinamiche positive e legami stretti. Edgerton ci tiene invece a sottolineare quanto Jenkins sia stato una figura fondamentale: “Rimango sempre affascinato quando le persone mi ricordano di non sottovalutarmi. E quando trovi qualcuno la cui immaginazione è più sconfinata della tua, la sua volontà, la più grande lezione che ho imparato è di non sottovalutare nessuno”.