Un nuovo giorno – Intervista al regista Stefano Calvagna e al cast
Un nuovo giorno è l’ultimo film di Stefano Calvagna, progetto low budget girato tra l’Italia e Bangkok che racconta la vita travagliata di Sveva Cardinale, nata nel corpo di un uomo, ma inadatta ad esserlo nello spirito. La sua trasformazione in donna e il raggiungimento della felicità saranno il risultato di una serie di problemi e violenze. A Roma per presentare il film è presente tutto il cast insieme al regista.
Come è nata la voglia di fare questo film e come è avvenuto l’incontro tra regista e Sveva?
Calvagna: Il nostro incontro è avvenuto d’estate, mentre eravamo in vacanza io con la mia famiglia e lei per suo conto. C’è stato da subito un grande impatto emotivo tra noi ed è stato questo che ha permesso a Sveva di aprirsi. È stata per via della sua estrema sincerità che non ho usato escamotage nel film, bastavano i suoi occhi ad esprimere quello che aveva vissuto, un racconto che per me doveva diventare film. Non è stato un progetto con una grande quantità di soldi, ma spero che vada bene visto che ce l’ho messa tutta.
Sveva: Quando mi sono aperta con Stefano non pensavo che da quella chiacchierata ne sarebbe uscito un film, ne tanto meno pensavo che mi avrebbe proposto di interpretare me stessa. Rivedere quello che ho vissuto per me è stato un modo per esorcizzare il passato. È stata un’avventura bellissima, ma insieme estremamente dolorosa, perché come si vede nel film ad un tratto ho voluto smettere di sopravvivere e questo ha richiesto un grande sforzo. Dopo l’operazione è come se mi fosse tornata la voglia di fare, di sorridere, di rinascere. Ed abbracciando Luca, che interpreta me prima dell’operazione nel film, quando si stava girando la scena all’ospedale di Bangkok è stata una sorta di liberazione dal passato.
Quanto c’era di reale e quanto di romanzato nel film?
Calvagna: Ho preso tutti i fatti e li ho riportati esattamente così come erano. Non è stato romanzato nulla potrei dire. Anche le omissioni sono state minime, ma le ho ritenute necessarie, per mettere tutto si dovrebbe creare una fiction di almeno sei puntate.
Calvagna: “Ce l’ho messa veramente tutta per far bene questo film.”
Come è stato per voi attori lavorare ad un film come Un nuovo giorno?
Luca Filippi: Per prepararmi al film ho parlato molto con Sveva, ci siamo visti spesso e su un quadernino riportavo tutti i suoi gesti, le sue movenze, il modo in cui si imbarazzava e cose così. Ma anche se il confronto c’è stato prima di tutto sono partito da me, perché credo interamente nell’onestà dell’attore.
Niccolò Calvagna: Il mio papà, che è il regista del film, dopo un giorno di scuola mi ha detto che dovevo lavorare ad un film con lui. Anche se sono molto impegnato, sono contento di aver trovato il tempo per girare questo film, perché mi piaceva la storia.
Imma Piro: Nel film interpreto la madre di Giulia e la domanda che mi fanno è “Ma se ti fosse successo lo stesso? Se tuo figlio o tua figlia decidessero di cambiare sesso?”. Ogni volta rispondo che mi sarei comportata esattamente come la mamma del film, desidero solo il meglio per mio figlio, quindi lo sostengo. Poi lavorando con il piccolo Niccolò si è instaurato un bel rapporto ed era come se fossimo legati veramente.
Franco Oppini: Come modello a cui rifarmi Stefano mi aveva consigliato Stanley Tucci ne Il diavolo veste Prada, ovviamente lui è inarrivabile, ma ho provato a dare brio al mio personaggio, anche con il breve spazio. Lavorare con gli altri è stata davvero una bella esperienza, anche se bisognava fare tutto velocemente a causa dei pochi giorni di lavorazione.
Paola Lavini: È stato bello lavorare in questo film, si è creata una sintonia forte con gli altri ed io sono diventata veramente amica di Sveva. Ho pensato alla sua storia sempre come ad una storia d’amore eterosessuale, perché lei è sempre stata donna. E spero che nel mio ruolo, ossia dell’amica, sia uscito oltre alla leggerezza anche tutto l’affetto che provo per lei.
Danilo Brugia: Posso dire che sono contento che Stefano mi abbia chiamato per questo film e sento che la parte che interpreto sia giusta per me. È stata una bella esperienza e per questo ringrazio il nostro regista.