Un paese quasi perfetto: intervista al regista e al cast
In uscita il 24 marzo, Un paese quasi perfetto vede protagonisti Fabio Volo, Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone e Miriam Leone. Dopo la sceneggiatura di Benvenuti al Sud (2010), il regista del film Massimo Gaudioso ci trasporta in un altro paesino che questa volta non è quello che sembra. Ce ne parla a Roma insieme agli attori.
Il film è basato su un’opera canadese, La grande seduzione (2003), quanto è rimasto dell’originale e quanto è stato aggiunto di personale?
Gaudioso: È stato usato lo stesso trattamento adoperato con Benvenuti al Sud, anche se lo spunto è molto più drammatico perché tratta di problemi reali, anche se nel finale gli ho dato un tocco decisamente favolistico. Ero rimasto colpito dalla storia di certi lavoratori e di come la chiusura della miniera dove svolgevano le loro mansioni aveva colpito particolarmente il sostentamento degli abitanti, sia economico che umano.
Volo: Vorrei dire giusto una cosa sul paragone con Benvenuti al Sud. Trovo sia un film diverso da Un paese quasi perfetto. Qua non si tratta di differenza tra nord e sud, ci sono due bisogni che si incontrano: la necessità di mentire e il bisogno di realtà. Il paese del film è composto da persone autentiche, ma hanno bisogno di un dottore per far costruire la fabbrica e lavorare di nuovo.
Il regista Massimo Gaudioso: “Mi colpisce come la mancanza di lavoro sia un colpo sia economico che umano.”
Il film di Gaudioso tratta un tema importante con tono leggero, come è andata con i vostri personaggi?
Leone: Il tema della dignità è pregnante nel film di Massimo, i personaggi sono portati ad essere disonesti, ma non per il semplice gusto di “fregare”. Il mio personaggio capisce la loro necessità, ma non riesce a condividerla perché non si vergogna del suo paese. Lei è innamorata del luogo in cui è nata, invece io sono una di quelle persone che si sono staccate dalle proprie origini per approdare alla città.
Volo: È stata un’esperienza piacevole quella del paese che non era abituato ad una situazione del genere. Siamo stati rumorosi!
Paone: Nel film originale il mio personaggio era un grosso ubriacone, ma parlando con Massimo abbiamo deciso di togliere la valenza violenta perché non era necessaria e non mi apparteneva. Come nella scena con Carlo Buccirosso: nell’originale il mio personaggio minacciava l’amico affinché aiutasse il paese. Abbiamo raccontato i buoni sentimenti in modo non burbero, con un uomo che non è mai uscito dal suo paese e ne è profondamente legato.
Volo, Paone e Leone: “Eravamo così tanti che abbiamo occupato tutto il paese!”
Cosa avete apprezzato del paese?
Leone: Tutto! Vino e cibo soprattutto. Ed abbiamo bevuto tanti caffè. Eravamo in ogni angolo del paese.
Volo: Il paese a differenza di quello del film è veramente autentico, ma anche se sono portatore della mia provincia nel cuore, anche se mai sono stato un provinciale, sento la necessità dopo un po’ di tempo di spostarmi.
Cosa pensate di chi dal paese emigra nella grande città? Questo film potrebbe far tornare la voglia di rilegarsi al proprio luogo di nascita?
Gaudioso: Il primo istinto è sempre quello di tornare a ciò che ci appartiene, non tanto allo spazio fisico, quanto all’anima.
Paone: Tutto è relativo. C’è chi ama andare via e chi ama andare via e poi tornare. Per quanto mi riguarda, sono fuggito da Pozzuoli a diciannove anni perché non era per me e da grande vi sono tornato!
Leone: Tutti hanno la loro Itaca a cui vogliono tornare, ma prima bisogna attraversare la propria Odissea!