Valerio Piccolo ci racconta il suo viaggio: da Suzanne Vega a Parthenope di Paolo Sorrentino
Abbiamo intervistato Valerio Piccolo, autore del brano inedito presente nella colonna sonora del nuovo film di Paolo Sorrentino.
Valerio Piccolo è un artista eclettico e pieno di sorprese che si muove tra musica e cinema, nato a Caserta e cresciuto artisticamente a New York. Dopo aver trovato un suo brano inedito all’interno della colonna sonora di Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino che abbiamo recensito in anteprima al Festival di Cannes, siamo riusciti ad incontrarlo per farci raccontare il viaggio umano e artistico che l’ha portato fino a questo punto, con un disco di prossima uscita che rappresenta un vero e proprio ritorno alle origini.
Ciao Valerio, è un piacere averti con noi. So che hai un legame molto forte con il cinema, se ti va raccontaci come si è sviluppato nel tempo.
Dal 2000 circa faccio l’adattatore per il cinema. Nasco traduttore, la mia musica infatti ha avuto un’esposizione tardiva. Prima ho lavorato per alcune case editrici e poi come adattatore di sceneggiature – è il mestiere che amo. Ho adattato i dialoghi di quasi trecentocinquanta film, anche di registi importantissimi come Steven Spielberg, Clint Eastwood, Quentin Tarantino e Denis Villeneuve.
Come funziona il lavoro dell’adattatore?
Adattare i dialoghi per il doppiaggio è un mestiere complesso che richiede grande impegno e responsabilità. Il processo è sempre lo stesso: ricevo il copione e il film stesso in anteprima, quindi leggo, traduco e provo le battute sul labiale degli attori per farle adattare bene anche al doppiaggio.
Quale è stato invece il tuo percorso musicale?
Sempre verso il 2000 sono andato a New York e ho avuto la gioia di collaborare con Suzanne Vega, sia da traduttore che da musicista. Abbiamo fatto un pezzo insieme e mi sono creato una comunità di musicisti che gravitavano intorno a lei, poi cominciato a fare serate in alcuni locali storici dell’ambiente. Successivamente ho collaborato con nove poeti contemporanei e nel disco più recente ho lavorato a stretto contatto con uno di loro, Rick Moody. Un disco profondo, poiché concettualmente improntato sul mito di Adamo e sull’origine del linguaggio.
Com’è nata la collaborazione con Paolo Sorrentino?
Amo da sempre il cinema di Paolo e per qualche tempo ho adattato i suoi film in inglese. Poi ci siamo conosciuti, è nata una corrispondenza. La canzone E si’ arrivata pure tu è stata concepita mentre lui stava girando Parthenope, e subito ho pensato che potesse essere adatta al film. Ha un’anima inedita all’interno della mia produzione, in quanto prima d’ora non avevo mai scritto un testo utilizzando il dialetto. Paolo l’ha sentita, gli è piaciuta e ha detto che voleva provare ad inserirla. Per me è una gratificazione artistica immensa.
Sei andato al Festival di Cannes per l’anteprima mondiale? Che sensazioni hai provato?
Andare a Cannes è stato bellissimo, un po’ da Luna Park. Divertente, come stare su una giostra, ma anche come stare a casa, considerata la mia anima da cinefilo e adattatore. Cerco di mantenere uno sguardo innocente e puro, di farmi entusiasmare da tutte le nuove esperienze che vivo. Questa in particolare è stata speciale, anche perché ha per me sancito ufficialmente l’unione tra il mondo della musica e quello del cinema, che avevo finora mandato avanti in parallelo. E poi è bello far parte di una squadra, scambiare opinioni con le altre figure professionali del film, ricevere apprezzamenti dagli attori per la canzone.
In questi giorni è uscito Senso, il singolo di lancio del tuo nuovo disco.
Il nuovo singolo è fuori e a breve vedrete anche il video che lo accompagna. Il disco uscirà ad ottobre ed è per me molto importante, è un disco di maturità artistica. Senso è l’estratto ufficiale – ha il titolo del disco -, poi la canzone scelta da Paolo in Parthenope uscirà insieme a tutto l’album. Il senso del titolo rimanda al senso di marcia, di orientamento, ma anche al significato. Il disco è intimo, parla di me, di un viaggio interiore verso le mie origini linguistiche e metaforiche.
Concepire un nuovo lavoro che accorpa diversi brani è sempre un’esperienza forte sul piano emotivo. Come l’hai vissuta questa volta?
Il processo è stato diverso dagli altri dischi: per scrivere questo mi sono ritirato, ho scelto dei posti dove passare un po’ di tempo per scrivere, sono stati momenti creativamente molto intensi. Il luogo fisico poteva anche essere neutro, perché il viaggio era interiore. Poi Pino Pecorelli – il mio amico e produttore artistico – mi ha aiutato sull’aspetto produttivo, c’è una grande cura dei dettagli e penso che si sentirà. Adesso mi sto riavvicinando alle origini, quindi il disco è stato concepito e lavorato qui, è la bellissima chiusura di un cerchio.
Aspettando l’uscita del nuovo disco e del film di Paolo Sorrentino, vi lasciamo di seguito il singolo appena uscito di Valerio Piccolo, Senso.