Vanessa Redgrave a Roma: “non offrire aiuto ai profughi è un esempio di inumanità”
Vanessa Redgrave a Roma per parlare di Sea Sorrow - Il dolore del mare, il documentario prodotto insieme al figlio Carlo Nero.
Durante la Festa del cinema di Roma abbiamo incontrato l’attrice inglese Vanessa Redgrave, che ha presentato durante il festival il suo documentario Sea Sorrow – Il dolore del mare, in cui ha esordito alla regia, con Ralph Fiennes, Emma Thompson, Martin Sherman e Simon Coates.
Sea Sorrow, in collaborazione con il figlio Carlo Nero come produttore del film, è una riflessione sulla condizione dei rifugiati, in cui la cinepresa si muove fotografando le realtà delle associazioni umanitarie e i centri di accoglienza, raccogliendo testimonianze di sopravvissuti alle persecuzioni e alle migrazioni; scene poi alternate a vere interpretazioni, in cui l’attore Fiennes incarna Prospero, della Tempesta di Shakespeare.
Una storia densa di storie personali, anche della stessa regista che durante la conferenza ha parlato della necessità, dell’esigenza di realizzare questa storia:
“Abbiamo lavorato per i profughi in Inghilterra, assieme altri colleghi scrittori, registi, attori. Stiamo vivendo in un mondo che mette in pericolo la democrazia: sia l’Italia che l’Inghilterra non vogliono dare aiuto ai rifugiati, non vogliono rispettare la legge che afferma che bisogna dare aiuto. Quando quel bambino affogò a Bodrum, Aylan Kurdi, fu un evento che colpì tutti, la cui foto sconvolse milioni di persone. Il crimine consiste nel non aver dato la possibilità alla sua famiglia di attraversare quel passaggio da Kobane a Kos, assicurando loro una vita. Io trovo tutto questo orrendo, l’esempio più orrendo di inumanità dei nostri governi e dei nostri tempi.”
Poi ha continuato:
“Ci sono alcuni deputati di qualsiasi partito che sono onesti, civili, ma non penso che ci siano governi civili. Angela Merkel è una donna di forte responsabilità, di forte onestà perché è stata forte nel firmare l’accordo per ricevere un milione di profughi, e oggi ha detto che tutto questo non si può più fare. Io sto raccontando la storia del mio paese che è anche la storia del vostro paese.”
Il produttore ha poi parlato del rapporto di Vanessa Redgrave con la regia:
“Realizzare questo documentario è stata una vera esperienza nel senso più profondo, un viaggio per vari paesi, in cui abbiamo conosciuto persone eroiche, ragazzi e volontari che sacrificano la loro vita per chi è vulnerabile, che vivono in condizioni veramente difficili. Quando si realizza un film di questo tipo ci si rende conto del peso nel raccontare determinate storie, in cui ogni decisione viene presa con grande cura. Vanessa sapeva di voler legare Shakespeare alla situazione attuale.”
In seguito, Vanessa Redgrave ha parlato di un altro aspetto del documentario, ovvero il legame con Shakespeare:
“Ho scelto di ispirarmi alle opere di Virgilio e Shakespeare per poter esprimere il bisogno umano di protezione, “Our sea sorrow” dice a un certo punto il personaggio di Prospero all’interno de La Tempesta, poiché ogni persona può diventare un profugo, quello che stanno facendo ai profughi potrebbe accadere a noi. Penso a Nelson Mandela, imprigionato per venti anni, o a Martin Luther King, assassinato, tanti esempi che spiegano la vita, come accade per Prospero, in cui bisogna andare a fondo, scavare profondamente quando c’è una situazione difficile.”
In chiusura l’attrice inglese ha risposto ad una domanda circa la disaffezione della gente per il dramma dei profughi:
“Io non credo che ci sia così. Sia in italia che nel Regno Unito le popolazioni sono state trattate così male negli anni che non sanno più come andare avanti. Se tutti i governi in accordo mettono ostacoli e barriere per i profughi, che hanno bisogno di aiuto, è normale pensare che sia inutile fare qualcosa, ma nonostante questo ci sono ancora tante persone che aiutano. La società civile, compresa l’assistenza sociale, sono state massacrate dai governi, e sono loro che devono essere vigili e presenti nel registrare i profughi e i minorenni in modo che si possano aiutare.”